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Legnano, gare pilotate e scarsissimo senso di legalità

I tre casi principali contestati - in due società partecipate e in Comune - riguardano posti dirigenziali che non sono nella disponibilità della politica. Non incarichi fiduciari, ma da affidare sulla base delle competenze e delle norme

Nadia Calcaterra Procura di Busto Arsizio

“Ovunque è Legnano”, dice l’Inno di Mameli. E la citazione potrebbe adattarsi, tristemente, proprio ai fatti della Legnano di oggi, dove le gare dettate dalla Legge diventavano «accessorie» rispetto alla selezione “vera” fatta per gli amici. 

Un quadro «disarmante», dice il sostituto procuratore Nadia Calcaterra. «È disarmante rilevare che gli indagati abbiano uno scarsissimo senso della legalità, non percepiscono assolutamente la gravità e il disvalore penale, quasi fossero un modus operandi legalizzato in quanto diffuso».

«Bisogna pilotarla, deve essere persona di estrema fiducia» dice Lazzarini in un passaggio. Il vicesindaco Cozzi dice «s’individua una persona e basta… fa la gara e finito» . Insomma, «la gara diventa qualcosa di accessorio», sintetizza il Procuratore aggiunto Giuseppe D’Amico.
I tre casi principali contestati – in due società partecipate e in Comune – riguardano posti dirigenziali che non sono nella disponibilità della politica. Non incarichi fiduciari, ma da affidare sulla base delle competenze e delle norme.  «Procedure concorsuali, non nomine politiche» dice Calcaterra. 

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«Non stiamo parlando di un legittimo spoil system: si tratta di un sistema ad evidenza pubblica, governato da regole specifiche, che non attribuiscono alla decisione insindacabile dell’amministratore comunale le nomine che sono state contestate». E come controprova Calcaterra cita invece «altri tentativi di collocare soggetti amici degli indagati» in posizioni di competenza della politica. «Tentativi che non sono stati contestati proprio per questo motivo», perché si muovono nel perimetro consentito alla politica.

Diverso in parte appare il caso della nomina di un componente del cda (organo d’indirizzo) di Aemme Linea Ambiente, che secondo la Procura è frutto però di uno scambio elettorale, contestato ai sensi della Legge di riferimento del 1960. 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 16 Maggio 2019
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