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Miriam Arabini lascia i Servizi Sociali: “Ho sopportato il fuoco amico ma adesso basta”

L'avvocatessa bustocca lascia l'incarico dopo 3 anni e spiega i motivi in una lettera indirizzata al sindaco: "L'amarezza per l'inchiesta e il risentimento di molti della coalizione mi hanno segnata"

giunta busto arsizio

Miriam Arabini si è dimessa dalla carica di assessore ai Servizi Sociali del comune di Busto Arsizio. La decisione, maturata in questo periodo piuttosto difficile per il suo (ex) partito (Forza Italia), è stata comunicata al sindaco con una lettera nella quale ringrazia Emanuele Antonelli per la fiducia che le ha accordato ma non perde l’occasione per togliersi qualche sassolino dalle scarpe.

Un percorso, quello dell’avvocatessa bustocca, che lei stesso ha definito «un bagno di umiltà arricchente» al servizio dei bisogni delle fasce più deboli della città e un ruolo «che – sottolinea – ho svolto con grande senso di responsabilità, mettendo al servizio dell’amministrazione le mie competenze e con serietà, tenacia e correttezza».

Prima di tutto Arabini mette in chiaro che le sue dimissioni sono legate ai nuovi equilibri politici in consiglio comunale, con le dimissioni di Gorrasi (indagato) e l’ingresso di Alberto Armiraglio come indipendente (non fa più parte di Forza Italia, ndr).

Anche se non richiesto, il suo passo indietro toglie al sindaco l’imbarazzo di doverlo fare di persona, in ossequio ai giochi politici che si stanno svolgendo nelle segreterie cittadine dei partiti della coalizione e che puntano proprio al suo assessorato.

Il legale bustocco, inoltre, svela che all’interno della coalizione da tempo alcuni covano un risentimento nei suoi confronti che l’ha portata a sopportare meschinità, invidie e sgambetti tutti all’interno della coalizione.

Infine l’ormai ex-assessore ai Servizi Sociali non nasconde la grande amarezza per quanto avvenuto all’interno di Forza Italia «quello che era diventato il mio partito ma per il quale non ho rinnovato la tessera» – aggiunge.

Miriam Arabini lascia (almeno per il momento) la politica e chi ne fa parte per tornare alla sua professione dove ha un’esperienza decennale e riconosciuta da tutti.

 

Il testo integrale della lettera

 Caro Sindaco,

dopo tre anni di intenso e proficuo lavoro di programmazione e realizzazioni importanti nei fatti e non solo sulla carta, con la presente sono a rimetterti le mie deleghe, da Te affidatemi nel lontano giugno 2016 senza che nulla Ti chiedessi; ero una consigliera comunale eletta dal popolo nella tua lista, per me era sufficiente.

Comprendo la necessità di dare soddisfazione ai nuovi equilibri, così come comprendo che l’esecutivo a cui tu anelavi durante la campagna elettorale e nel quale abbiamo avviato il nostro cammino amministrativo si è realizzato solo parzialmente ed ora deve lasciare il campo ad un esecutivo che deve allinearsi con un nuovo Consiglio Comunale.

È nella natura della politica fatta dai partiti, non dai civici. La mia decisione vuole agevolare questo tuo percorso, ho accettato un compito affidatomi e non richiestoTi, (lo ribadisco nel caso qualcuno potesse credere che Te lo avessi chiesto), con un grande senso di responsabilità credendo che tu me lo avessi affidato riconoscendomi le competenze necessarie. Ho svolto il mandato con tenacia, correttezza e sempre con un profondo senso di legalità, mettendo a disposizione dell’intera comunità le mie competenze ed il mio tempo, sottraendolo alla mia attività professionale, già per me il comune non è corrisposto ad un ufficio di collocamento, ho sottratto tempo anche alla mia famiglia, ho vissuto un bagno di umiltà arricchente.

Ho creduto che far del bene potesse portare del bene, non conoscevo la politica e nemmeno gli uomini e le donne che fanno politica, il mio mondo lavorativo era ed è fatto di altro: di rispetto, di dignità, di lealtà, così non è questo mondo che corre su un binario parallelo al reale, ho stretto i denti e superato meschinità, invidie, “sgambetti” tutti dentro la nostra coalizione, ho superato prove che credevo di non poter superare e diciamolo ho dovuto sopportare umiliazioni che un professionista, una donna con decenni di carriera consolidata non dovrebbe sopportare, ma l’ho fatto perché tutte le volte che condividevo le mie difficoltà a continuare, dettate da mero bullismo, chi ha apprezzato il mio operato mi pregava di non “mollare”.

Poi la scelta di voler capire quanto bene avessi fatto in un anno e mezzo, la scelta di non metterTi nelle condizioni di scegliere tra me ed un’altra/altro, il brillante risultato alle regionali mi ha fatto capire che avevo fatto bene! Il mio operato era stato riconosciuto, sola in corsa senza appoggio di NESSUNO ANZI…lo posso dire, una contro tutti.

Ora la debacle del partito che non era il mio ma che lo era diventato, a nulla serve dire non ho rinnovato la tessera, non darò giudizi su nessuno ma questo ultimo periodo mi ha fatto provare sentimenti mai provati prima: amarezza, delusione, rabbia mi sono sentita e mi sento umiliata e ghettizzata da chi dovrebbe usare l’intelligenza, se mai l’avesse o quanto meno l’educazione sempre se mai l’avesse, ed invece mi ritrovo a dover ricevere l’umiliazione per aver incontrato persone, che proprio chi mi umilia, già frequentava e questo non posso lasciarlo passare.

Le belle persone le ho incontrate altrove in mezzo alla strada, nelle associazioni no profit, nelle scuole, nelle comunità minori, tra gli anziani, tra i dipendenti tutti dei Servizi Sociali che mi hanno sopportata con la mia rigidità, con la mia intransigenza, con il mio rigore, a loro dico grazie, a Te Sindaco va il mio ringraziamento per avermi dato questa opportunità. Ricorda e rammentalo a chi con te continuerà a governare: la disciplina, il lavoro, il rispetto, la dignità non debbono mai venire meno per offrire alla nostra comunità ciò che ha il diritto di ricevere da chi amministra.

Con osservanza che un Sindaco deve pretendere sempre.

Miriam Arabini (un avvocato politico per caso)

 

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 05 Giugno 2019
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