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Caianiello e i voti della ‘ndrangheta grazie all’amico Peppino Falvo

Dalle carte dell'indagine della Dda sulla ndrangheta lonatese e dall'inchiesta Mensa dei Poveri, emerge il controllo del politico di Forza Italia sui voti controllati dalla 'ndrangheta

Caianiello Bilardo Pedroni

Il Pm domanda: Caianiello era al corrente dell’appoggio da parte di De Novara?
Risposta di Danilo Rivolta: «Sì. I due fratelli De Novara (entrambi arrestati nell’ambito dell’operazione ella Dda di Milano Krimisa) andavano a trovare a Gallarate Caianiello per il tramite di Peppino Falvo».
Chiede ancora il Pm: «I De Novara cosa hanno chiesto oltre all’assessorato della figlia?»
La risposta di Rivolta: «Volevano entrare in un circuito più ampio che concerneva l’edilizia».

Lo stralcio sopra riportato fa parte dell’interrogatorio del 19 luglio 2017 in cui l’ex-sindaco di Lonate Pozzolo racconta tutti i rapporti tra politici e malavitosi affiliati alla potente cosca cirotana dei Farao Marincola. Spunta anche il nome di Nino Caianiello, così come spunta il nome del burattinaio dell’inchiesta Mensa dei poveri anche nell’indagine della Dda sulla ‘ndrangheta lonatese. Qui le due inchieste che hanno spazzato via un sistema di potere politico e un sistema di potere mafioso si incontrano e si intrecciano, disegnando uno scenario che sovrappone perfettamente i due piani.

peppino falvo apertura

Il ras dei voti di Forza Italia, che ha a suo carico anche  un fascicolo per scambio elettorale politico-mafioso, si faceva aiutare dal “caianiellino” di Malpensa, quel Peppino Falvo (foto) che muoveva autobus interi di persone da portare alle convention milanesi dei Cristiano Democratici vicini a Formigoni. L’uomo che si vantava di portare 10 autobus di amici con un solo sms.

Peppino Falvo: “Con un sms ho portato 10 bus di amici”

Falvo è uno dei tanti frequentatori dell’Hausgarden Cafè di Gallarate, definito da Caianiello “l’ambulatorio” dove passavano tutta una serie di personaggi che dovevano conferire con lui per ottenere posti e prebende in aziende pubbliche e amministrazioni locali.

Caianiello lo dice in un’intercettazione: «Devo vedere Peppino che mi deve dire due cose del giro dei calabresi» – dice a maggio 2018, durante la campagna elettorale per il municipio di Lonate Pozzolo, e Peppino arriva puntuale a rassicurarlo: «Ho parlato con Antonio De Novara (arrestato insieme al fratello Cristoforo nell’operazione di giovedì che ha portato all’arresto di 28 persone) e ho bloccato la candidatura diretta di una di loro. L’ho fatta acchiappare da tutti loro che le hanno detti che si candidava sarebbe uscita dalla famiglia[…]comunque ci siamo Nino, è sotto controllo la situazione».

Ecco come la ‘ndrangheta ha gestito Lonate Pozzolo per 15 anni

Un legame, quello tra i De Novara e Forza Italia, che andava avanti da almeno una decina d’anni e che nel tempo aveva permesso a Patrizia De Novara di diventare assessore a Lonate, così come è accaduto con Francesca De Novara con Danilo Rivolta sindaco. La prima era anche stata anche assunta alla scuola di musica Puccini di Gallarate.

Questa volta l’alleanza tra ‘ndrangheta e centrodestra non centra il risultato sperato. Ausilia Angelino, infatti, non vincerà le elezioni e dopo quasi 15 anni di dominio, Forza Italia (e l’alleanza di centrodestra con Lega e Fratelli d’Italia) dovrà cedere lo scettro del comando a Nadia Rosa, in rappresentanza di una coalizione di centrosinistra.

 

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Pubblicato il 06 Luglio 2019
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