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Un “pezzo” della Piccola Farmacia Letteraria è a Somma Lombardo

La Piccola Farmacia Letteraria, la famosa libreria di Firenze dove la libraia, Elena Molini, vende libri come se fossero dei veri farmaci, è in un certo senso approdata anche a Somma Lombardo, nello studio di una psicoterapeuta

Piccola Farmacia Letteraria a Somma Lombardo

La Piccola Farmacia Letteraria, ovvero la libreria indipendente fiorentina gestita dalla libraia Elena Molini che ha aperto un anno fa la sua libreria dove si vendono libri come fossero medicinali (muniti degli ormai immancabili bugiardini, con tanto di effetti collaterali, come ogni farmaco che si rispetti), non è più un’esclusiva del capoluogo toscano. O, almeno, non del tutto. Una piccola parte si trova anche a Somma Lombardo, nello studio di via Maspero, grazie all’iniziativa della psicologa Janice Romito.

«Ho iniziato a seguire Elena su Facebook e mi sono innamorata dei bugiardini che accompagnano i suoi libri. Così, lo scorso aprile, mi sono messa in contatto con lei», inizia a racconta la psicologa. La libreria è nata solo un anno fa, ma la pagina Instagram (qui il link) della Piccola Farmacia sfiora i 30mila seguaci e, grazie alla sua inventiva, è destinata a crescere. Inoltre, lo scorso 14 gennaio è uscito il romanzo di Elena Molini, La piccola farmacia letteraria, edito da Mondadori, già alla seconda ristampa ad una settimana dall’uscita.

Piccola Farmacia Letteraria a Somma Lombardo

 

L’idea di avere una “piccola succursale” nella sua sala d’attesa è nata da sé: «Quando le ho scritto, proponendole la mia idea, Elena mi ha chiesto di studiare degli interventi sulla lettura terapica. La mia Piccola Farmacia sarebbe dovuta nascere a settembre, con l’inizio della scuola, ma abbiamo aspettato fino a novembre». Da quasi due mesi, dunque, la sala d’aspetto della psicoterapeuta dell’età evolutiva ospita una libreria con diversi romanzi e bugiardini annessi: per ora, si trovano, su consiglio della Molini, Il Cardellino di Donna Tartt, Storia della mia ansia di Daria Bignardi, Divorare il cielo di Paolo Giordano, Addio fantasmi di Nadia Terranova e molti altri. «I libri vengono presi dalle persone, ma non viene segnato da nessuna parte cosa entra e cosa esce, non è una biblioteca. Ciò si basa sulla costruzione della fiducia che sta alla base della psicoterapia», spiega la dottoressa. «In una società come la nostra, in cui nessuno si fida più dell’altro, ho voluto fare un gesto in controtendenza».

Chi sono i lettori della sua Farmacia? «La libreria è per lo più pensata per gli adulti. Io sono psicoterapeuta dell’età evolutiva, quindi la maggior parte di chi entra nel mio studio è un preadolescente, ma seguo anche qualche adulto». Qualche genitore dei suoi pazienti, però, mentre attende la fine della seduta del figlio o della figlia, ha iniziato a leggere il libro «e mi ha chiesto se lo potesse portare a casa per finirlo». Le colleghe di Romito hanno immediatamente accolto l’idea e supportano il piccolo progetto.

«Spesso alcuni genitori mentre aspettano i figli guardano il telefono, è raro che nei momenti di attesa si legga un libro. Questa piccola libreria è anche un modo per far riscoprire loro il piacere della lettura». Romito racconta di essere cresciuta in una casa ricolma di libri e che i suoi genitori, in passato, erano assidui lettori: «Sono stati loro a trasmettermi l’amore per la lettura, ricordo che mia madre lasciava in giro tutti i suoi libri nelle stanze della casa. Se vogliamo che i ragazzi di oggi leggiamo di più dobbiamo ricominciare noi, perché siamo i loro modelli».

Piccola Farmacia Letteraria a Somma Lombardo

E per i pazienti più piccoli c’è qualche libro? «Il libro viene utilizzato in terapia, ma come strumento diverso, di interazione. Inoltre, i ragazzi difficilmente stanno in sala d’attesa, entrano direttamente nel mio studio per la seduta».

Libro come terapia, dunque? «I libri possono aiutare i pazienti a trovare delle tracce di sé nelle storie che leggono; quindi, sì, può essere uno strumento valido. Sicuramente li aiutano ad affrontare delle situazioni in cui si rispecchiano e fa prendere loro maggiore consapevolezza: alle volte i pazienti possono portare in seduta il libro e discutere con lo psicologo di alcuni brani o estratti che li hanno colpiti. Ma il percorso terapeutico con uno specialista in certi casi è strettamente necessario». In sostanza, il libro è un farmaco ma non lo è.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 21 Gennaio 2020
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