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7 voti a 6, cade la giunta Perletti. La sindaca: “Vado a casa a testa alta”

Le spaccature nella maggioranza si consumano in Consiglio. Accuse reciproche tra la giunta e i consiglieri di Prima Cuggiono e Castelletto. Ora parte il commissariamento

cuggiono generica

«Era più semplice dimettermi, ma ho preferito venire in Consiglio e guardare in faccia chi mi voleva sfiduciare. Se ci saranno elezioni, i cuggionesi si ricorderanno di chi ha lavorato seriamente e chi ha solamente seminato zizzania». Queste parole durissime hanno chiuso la seduta straordinaria del del 13 febbraio del Consiglio comunale di Cuggiono che, da ora, è prossima al commissariamento. La sindaca Maria Teresa Perletti con queste dichiarazioni ha affrontato il voto che ha portato alla sua sfiducia.

Con 7 voti favorevoli e 6 contrari, è passata la mozione di sfiducia contro la giunta. Decisivi i voti delle opposizioni di Cuggiono Democratica, Agorà, e della ex lista di maggioranza di Prima Cuggiono e Castelletto.

La caduta della sindaca Perletti

I problemi, come hanno spiegato i presenti attraverso una serie di accuse reciproche, vengono da molto lontano. Addirittura, come ha affermato la consigliera Giuliana Soldadino, subito dopo la vittoria alle elezioni del giugno 2017: «La nostra non è presa di posizione personale contro la sindaca – ha precisato – ma è la presa d’atto dell’incocludenza dell’attuale amministrazione. Durante la formazione della maggioranza, la Lega di aver preteso di avere la guida politica della coalizione. Noi, pur sconcertati, ci siamo limitati a chiedere il vicesindaco e un assessorato, oltre a un approccio innovativo nel dialogo tra le forze. La sindaca invece ha preso contatti, senza avvisarci, con un componente del nostro gruppo per la carica di vicesindaco, quando si trattava di una nostra scelta interna. Non siamo quasi mai stati interpellati nelle scelte: abbiamo dovuto accettare la nomina di un assessore esterno (Giuliano Ottolini, ndr), estraneo quindi alle necessità del nostro territorio. La sindaca ha deciso tutte le nomine unilateralmente».

Proprio Giuliano Ottolini ha attaccato a brutto muso gli ex alleati: «Chi sfiducia il sindaco? Persone che hanno preso i voti sotto la bandiera di un partito, Forza Italia, e per l’elezione di un sindaco, Maria Teresa Perletti. Dopo decenni durante i quali il loro leader urlava al complotto quando i suoi uomini lasciavano il partito per confluire nel Gruppo Misto, sostenendo che dovevano invece dimettersi. Se hanno lasciato il partito spontaneamente, o sono stati espulsi, poco cambia: i problemi si risolvono all’interno della maggioranza. Voi non avete mai ritenuto questa una vera coalizione. Volevate semplicemente i voti della Lega. Io confermo la fiducia al nostro sindaco. La mia è stata un’esperienza utile e formativa».

Luigi Tresoldi, assessore fortemente legato a Perletti, imputa questo voto ad «astio e personalismi» dei consiglieri di Prima Cuggiono e Castelletto.

Gianfranco Ronchi (Lega) prevede che adesso il paese «rimarrà fermo per parecchi mesi. Dopo le elezioni del 2017 – ha spiegato – nelle quali la maggioranza prevalse per soli 17 voti, doveva essere monito per la maggioranza. Doveva essere inizio di stagione di confronto reciproco, nell’interesse paese. Ma non è accaduto: si è visto un arroccamento delle posizioni. Da parte mia ho proposto subito gruppi di lavoro, in qualche caso è funzionato, ma non abbastanza. Non c’è stata tranquillità». I consiglieri di Prima Cuggiono e Castelletto si sarebbero «isolati all’interno della maggioranza», e avrebbero «cercato sempre di distinguersi. Adesso abbandoniamo un lavoro con la maggioranza troppo prematuramente».

Cristian Vener, ex vicesindaco di Prima Cuggiono e Castelletto poi rimosso dalla carica ha attaccato la sindaca, rea di aver sempre avuto «serie difficoltà a tenere il confronto democratico, e a definire strategia e programmazione. Ha tenuto una sua visione personale sulle decisioni del comune».

«La decisione non è facile» ammette Andrea Carlotta Mastelli, anche lei del gruppo dissidente. «Abbiamo deciso di votare la mozione perché la situazione così non poteva continuare. Oggi si conclude un’agonia amministrativa che non poteva andare avanti per il paese».

Le opposizioni hanno avuto nella serata un ruolo marginale. Primo perché il loro voto era pressoché scontato; secondo, perché le accuse tra la giunta e gli ex consiglieri di maggioranza hanno sovrastato il resto. Giovanni Cucchetti, di Cuggiono Democratica, ha detto: «Oggi scopriamo che la maggioranza aveva problemi già prima del suo insediamento. Segno che, evidentemente, l’unico scopo era quello di vincere le elezioni. Nel suo intervento, la consigliera Soldanino ha parlato esclusivamente di cariche e nomine, e basta. E questo dice già tanto».

«Quando si arriva a una mozione di sfiducia – ha proseguito Cucchetti – non c’è da rallegrarsi. Cuggiono Democratica ha riflettuto a lungo; abbiamo constatato che nell’amministrazione ci sono diverse fratture che hanno creato uno stallo. Abbiamo visto una totale mancanza di rispetto nei confronti delle istituzioni; il Consiglio comunale ridotto a teatrino. La sindaca non sa condurre la squadra, una maggioranza che è andata avanti solo con ricatti, con scarse competenze.

E proprio la sindaca ha chiuso le dichiarazioni di voto, rivendicando le cose fatte nei tre anni: «Questa amministrazione ha lavorato con senso civico e per il bene della comunità. In queste settimane ho riflettuto sul mio mandato amministrativo. Ricordo a tutti che con questa votazione non si condanna la mia persona, ma il paese intero, all’immobilismo. Per un periodo che non si può quantificare. Voglio ricordare quanto fatto: i lavori della scuola d’infanzia di Castelletto, la nuova caldaia e l’antifurto, gli interventi alla scuola dell’infanzia di Cuggiono. Alla scuola primaria abbiamo sopperito alla mancanza del certificato di prevenzione incendi. Abbiamo rifatto le docce degli spogliatoi del campo sportivo. Sull’illuminazione a led siamo pronti per i lavori di efficientamento energetico: a giorni si installeranno i nuovi proiettori a led e si rinnoveranno gli impianti elettrici stradali. Se ci saranno elezioni, i cuggionesi e i castellettesi si ricorderanno chi ha lavorato bene e chi semina solamente zizzania. Era più semplice dimettermi, ma preferisco vedere in faccia chi mi sfiducia. Adesso vado a casa a testa alta, sapendo di avere fatto il massimo per il mio paese lavorando per dare risposte ai cittadini. Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato e mi sono stati vicini».

Ora il paese si avvia al commissariamento, in attesa di capire quando si andrà a elezioni.

Pubblicato il 14 Febbraio 2020
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