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Coronavirus in Lombardia: “Tampone solo ai soggetti a rischio”

In Lombardia analizzati 1.500 tamponi per un totale di 172 persone contagiate: "Il 90% rimane nell'area del primo focolaio"

conferenza stampa regione

«Oggi è il giorno in cui le misure hanno applicazione -ha spiegato il governatore lombardo Attilio Fontana-. Il numero di chi è stato contagiato è di 172 e posso dire che la popolazione sta reagendo positivamente. Ieri ci sono stati episodi per accaparrarsi cibo ma sono eventi inutili perchè tutti gli approvvigionamenti continuano e la vita non è cambiata in nulla, se non in quello fatto per controllare e ridurre la diffusione del virus».

Fontana ha poi annunciato che «presto verranno prese dal governo misure di salvaguardia per lavoratori e attività che stanno subendo un danno della situazione. Io sono moderatamente fiducioso che le cose possano migliorare e condizioni per rassicurare i nostri cittadini e tutti dobbiamo cercare di far capire che si deve collaborare per arrivare alla soluzione di questo problema».

«Ad oggi siamo a 1.500 tamponi processati con indagine approfondita e questo sta portando a far crescere il numero di casi -ha precisato l’assessore al Welfare, Giulio Gallera-. Il 70% sono maschi e il 30% femmine. Per i decessi in regione Lombardia parliamo di persone con un quadro clinico molto debilitato o comunque anziane». Sul tema dei tamponi «all’inizio quando i casi erano pochi la strategia è stata quella di farli a tutti i contatti diretti per isolare l’infezioni -ha continuato l’assessore- e per questo abbiamo evidenza di tante persone. Da ieri abbiamo però deciso che era inutile andare a fare quei tamponi e quindi i contatti delle persone positive vengono messe a domicilio e controllate dall’ATS. Nel momento in cui la persona ha uno stato febbrile minimo arriva l’ambulanza e ti porta in ospedale per il tampone».

L’assessore ha voluto poi sottolineare due cose «da un lato una fake news dell’ordinanza del ministero della salute che sospendeva le ispezioni nelle aziende farmaceutiche e quindi abbiamo fatto una denuncia» e poi «oggi nella zona rossa si sono presentate persone con le tute della Croce Rossa che vogliono fare screening, ma non ci sono volontari mandati a fare esami senza che ci sia una richiesta precisa dalla persona o dall’ATS e in quel caso si presentano i Carabinieri con il medico». LEGGI QUI TUTTI I DETTAGLI.

Gallera ha precisato come per la zona gialla «la filosofia è di evitare assembramenti, quindi i sindaci possono fare ordinanze che vanno verso questa direzione». Per quanto riguarda i mercati «l’ordinanza li vieta il sabato e la domenica ad eccezione di quelli alimentari ma rimane ai sindaci la decisione di vietare quelli durante la settimana» mentre «fiere e manifestazioni sono sospese». Gallera ha fornito anche precisazioni sulle aperture di bar e ristoranti e centri sportivi che potete approfondire a questo link.

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«Su Milano abbiamo 3/4 casi perchè il cittadino di Sesto San Giovanni è risultato negativo ad un test più approfondito e ora stiamo verificando gli anticorpi -ha precisato Gallera-. Complessivamente il 60% dei contagi è a Lodi, poi Cremona e Pavia con un totale del 90% dei casi».

Tema fondamentale riguarda quello delle chiamate di soccorso. In quest’ottica Fontana ha ribadito l’invito a non contattare il 112 ma a rivolgersi ai numeri dedicati per non intasare i servizi di emergenza (qui tutte le info). Ieri, ad esempio, al centralino di Varese sono raddoppiate le telefonate e i tempi di attesa erano saliti a 5 minuti.

Marco Corso
marco.corso@varesenews.it
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Pubblicato il 24 Febbraio 2020
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