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Vino, birra e molto altro: il circolo storico si fa doppio

Nata nel 1906, la vecchia cooperativa di quartiere sta vivendo un rilancio della funzione aggregativa con una strada nuova: spazi tradizionali da un lato, un locale più spigliato dall'altro

Circolo Cajello

Luoghi antichi che parlano di solidarietà e aggregazione attiva, ma anche luoghi aperti al futuro, ad un nuovo capitolo da scrivere. Sono i circoli, diffusi in ogni paese e quartiere in provincia.

Punti di aggregazione che magari si danno un po’ scontati, ma che in realtà stupiscono chi magari viene da fuori Lombardia e non è abituato a questo mondo diffuso, e spesso vivace.

Molti circoli stanno sperimentando nuove vie per rinnovarsi: non più il semplice affidamento a un gestore, ma nuove strade, spesso anche alla ricerca di nuovo pubblico e nuova partecipazione.

Al circolo di Cajello di Gallarate – Cooperativa agricola Cajello, nata nel 1906 – hanno scelto di “sdoppiare” lo spazio: sopra il “vecchio” circolo, ritrovo del quartiere, sotto il nuovo locale incentrato sulla birra artigianale.
«Sono cambiati i tempi, certo» dice Francesco Pennisi, che da alcuni anni guida la cooperativa. «Del luogo di aggregazione di contadini, sono rimasti la tradizione del gioco delle bocce e quella della vinificazione».

Circolo Cajello

E già qui, in realtà, si scopre una particolarità di questo circolo, uno dei pochissimi dove si fa il vino da zero: «Si pigia a ottobre, si imbottiglia ad aprire. Coinvolgiamo alcuni soci, il socio cantiniere, ma anche un enologo specializzato». Cinquanta quintali di uva Malvasia che vengono pigiati nel torchio: il frutto della pigiatura passa nei tini in vetroresina («abbiamo sostituito quelli di cemento») e poi nelle bottiglie che riposano nella cantina.

Circolo Cajello

A pochi metri di distanza, dal vino si passa alla birra: a settembre 2019 ha aperto – nello spazio sotterraneo completamente rinnovato con non poco sforzo – il locale The Cave, che ha appunto al centro la cultura emergente della birra artigianale, prodotto di qualità. Il locale, in affitto all’interno, è gestito da Fabio Tognoli con il contributo di Simone Castiglione, noto anche per il beer shop gallaratese Barley House.

Circolo Cajello

«Adesso, quando arriverà la bella stagione useremo anche lo spazio qua fuori» spiega ancora il presidente della cooperativa Pennisi. È un bel cortile interno, di fianco alle piste da bocce: la speranza è che proprio qui il pubblico delle due “metà” del circolo – quello del quartiere e quello più giovane – si incontrino. D’estate sono tradizione anche i tornei di bocce, per tanti anni organizzati impeccabilmente dal compianto Dino Rossi: «È venuto a mancare ma cercheremo di riprendere questa tradizione anche quest’anno».

Circolo Cajello

Il circolo di quartiere resta un punto di riferimento popolare, accessibile a tutti: apertura a pranzo, il pomeriggio con i bianchini e il giornale, la sera le partite in tv e ogni tanto le cene a tema. Oltre alla presenza di alcuni gruppi che qui si ritrovano per condividere la loro passione (per citare il più curioso: il Bonsai Club di Gallarate).

Circolo Cajello

Al pomeriggio e alla sera c’è un bel pieno, in realtà non solo del quartiere di Cajello: «Vengono anche da fuori, da Cavaria, da Arnate, molti da Cardano». All’esterno, di fianco all’ingresso, la rampa d’accesso per disabili – attenzione importante – convive con gli anelli piantati nel muro (nella foto sopra), ricordo di quando fuori dal circolo si legava il cavallo o il mulo.

Resta ad oggi vuoto l’ampio locale dell’ex spaccio alimentare, in attesa di una funzione: «Mi piacerebbe portare qui la posta del quartiere» dice Pennisi. «Sarebbe anche un ambiente più ampio di quello attuale e pienamente accessibile»

 

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 12 Febbraio 2020
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