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“Andare in posta è diventata la passeggiata legalizzata”

Lo sfogo di un dipendente di Poste Italiane: «Vengono qui per fare cose futili e non urgenti e che potrebbero fare anche da casa o rimandare»

postino apertura

«Vengono qui per fare cose futili e non urgenti, che potrebbero fare anche da remoto, come la ricarica di poste pay o per avere la lista dei movimenti del conto. Sono soprattutto giovanissimi e anziani». È lo sfogo di Angelo, un dipendente delle Poste italiane, che quotidianamente è allo sportello per rispondere alle richieste dei cittadini.

La rabbia di questo dipendente è giustificata dal fatto che molte di quelle operazioni  potrebbero essere fatte comodamente da casa e in alcuni casi anche rimandate a tempi migliori. «Da quando c’è l’emergenza Coronavirus il flusso non è diminuito – continua il lavoratore – E noi ci troviamo qui in prima fila, con senso di responsabilità e con una sola mascherina e un solo paio di guanti a disposizione.».

In questi giorni la preoccupazione per la salute di questi lavoratori, e non solo la loro, è aumentata dopo la morte di due lavoratori di Poste italiane in provincia di Bergamo a causa del contagio da Covid-19. Uno aveva lavorato in un centro di recapito e l’altro in un ufficio postale. È di stamani la notizia della protesta attraverso un flash mob al Gateway di Poste Italiane di  Lonate Pozzolo, vicino a Malpensa. 

Il 9 marzo scorso il sindacato di categoria unitariamente aveva inviato alla direzione di Poste Italiane una lettera in cui evidenziava il bisogno di chiarezza circa le applicazioni delle misure per contrastare il contagio da Coronavirus. In particolare nel testo si sottolineava una significativa carenza nell’applicazione delle misure di prevenzione igienico sanitarie e  l’inadeguatezza delle disposizioni inerenti la gestione del flusso di operatività negli uffici stessi.

«È triste dirlo – conclude Angelo – ma la verità è che alcuni cittadini hanno trovato il modo di fare la passeggiata legalizzata venendo in posta».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 18 Marzo 2020
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