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“Già 875 pratiche per la cassa integrazione. Salviamo le pmi”

Colombo (Coonfartigianato): ««Salvaguardare le imprese che lavorano, e quelle che da domani dovranno fermarsi, è un impegno che ci assumiamo nel massimo della consapevolezza»

«Da domani tutto cambierà, niente sarà più come prima. Per le nostre vite, ma questa è una condizione che sperimentiamo da oltre un mese, e per il nostro sistema economico, composto perlopiù da piccole e medie imprese che dovranno sospendere la produzione per rispettare le prescrizioni del Governo». Una svolta. Di più, una “inversione a u”, al di là della quale il direttore generale di Confartigianato Varese, Mauro Colombo (Foto), fatica a vedere con chiarezza un orizzonte che cela rischi gravissimi: «Molti analisti economici stimano che il 70% delle Pmi italiane sarà a rischio default, con conseguenze terribili su occupazione, benessere e risorse per la collettività».

I numeri certificano la gravità della situazione in provincia di Varese, un territorio ricco grazie alla 50,1 imprese a chilometro quadrato contro le 34,2 in Lombardia e le 17,1 italiane. Delle quasi 70mila attività registrate, quelle micro costituiscono il 94% del totale e occupano il 45% degli addetti. Allargando il perimetro fino a 50 dipendenti, la percentuale raggiunge il 99%. «Ecco spiegato il motivo dei nostri timori: questo virus, oltre che intaccare il bene più prezioso per ciascuno, ovvero la salute, rischia di erodere una immensa ricchezza di professionalità, saper fare, responsabilità e occupazione». Colombo non vuole raccogliere macerie: l’estate non dovrà trascorrere nel disarmo ma servirà un impegno collettivo finalizzato a ricostruire un tessuto che, nel frattempo, «faremo di tutto per mantenere sano». Prosegue il direttore generale di Confartigianato Varese: «L’emergenza non finirà con il Coronavirus ma proseguirà a lungo. Sono necessari, pertanto, interventi urgenti e rilevanti da concordare con l’Eurozona. Da sola l’Italia non sarà in grado di affrontare tutto questo».

Queste le politiche a sostegno dell’economia che chiediamo: – attivazione di misure straordinarie di credito garantite dallo Stato per la liquidità delle imprese per fronteggiare la situazione attuale – sospensione di tutti i versamenti fiscali e contributivi per tutte le imprese anche sopra il 2 milioni di euro di fatturato e adozione per tutti di misure di decontribuzione e di riduzione degli impatti fiscali per tutto il 2020 restante – aumentare le risorse a disposizione degli ammortizzatori sociali, semplificando le procedure di accesso e rinnovo, per sostenere li posti di lavoro nelle imprese.

L’urgenza della situazione lo testimoniano le pratiche Fsba (Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, la “cassa integrazione dell’artigianato”) già salite a quota 875 in provincia, per un totale di 3.337 lavoratori: «A ciascuno di questi numeri – rammenta Colombo – corrisponde una realtà economica connessa con le altre, a ogni lavoratore corrisponde una famiglia e, ad ogni famiglia, corrispondono altre persone che da essa dipendono».

Una catena che nell’ordinarietà si fatica e individuare ma che, nella straordinarietà del Coronavirus, rischia di rompersi producendo danni incalcolabili: «Per questo dobbiamo sostenere le aziende chiuse e preoccuparci di quelle che proseguiranno ad operare per assicurare la continuità dei servizi indispensabili a ciascuno di noi».

Confartigianato Varese si è data questo obiettivo: tutelare la salute dell’economia per il bene del nostro territorio: «Con i nostri operatori, 230 persone distribuite tra smart working e presenza minima necessaria nelle sei sedi principali, siamo fianco a fianco da settimane con le imprese e i loro lavoratori, con tutte le nostre forze e i mezzi a disposizione. Mezzi già utilizzati e strumenti nuovi, da sperimentare, decisivi per fronteggiare l’emergenza». «E’ il momento come Confartigianato della massima operatività ma anche della solidarietà, della comunità e del nostro essere punto di riferimento e guida non solo per le imprese, ma anche per le persone che vi operano e per le quali chi continuerà a lavorare sta responsabilmente adottando, insieme a noi, tutte le misure di sicurezza indispensabili ad affrontare il Covid-19».

Colombo avverte l’importanza del ruolo e del momento: «Salvaguardare le imprese che lavorano, e quelle che da domani dovranno fermarsi, è un impegno che ci assumiamo nel massimo della consapevolezza. Nessuno, in questo frangente, deve restare solo». Si spera che tutti possano fermarsi con l’obiettivo di ripartire o che riescano a proseguire nel lavoro in un contesto di massima sicurezza: la posta in gioco è la salute degli imprenditori, dei loro familiari e di lavoratori che in molte aziende sono amici, componenti di una stessa grande famiglia imprenditoriale. Una famiglia da proteggere, da ora in poi, con sempre maggiore convinzione.

Pubblicato il 25 Marzo 2020
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