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I veterinari al lavoro, con più attenzioni. Per gli animali e anche per il benessere delle persone

L'affetto per gli animali è per molti anche parte importante della vita, anche in questo momento di difficoltò. Abbiamo parlato con un medico veterinario per capire come si vive questo momento e quali accortezze si usano

Generico 2018

Gli animali domestici di ogni genere sono, per molti, parte della famiglia. Fonte di gioia, di compagnia e a volte anche di preoccupazione: per questo, anche in questi giorni di emergenza, i medici veterinari non hanno interrotto il loro lavoro. Operatori sanitari, anche se non per l’uomo. O meglio: non direttamente, perché soprattutto nelle società occidentali l’affetto per gli animali è appunto anche una componente psicologica importante per la vita delle persone, in questo momento messa anche alla prova dall’emergenza.

Silvia Di Gravio è uno dei tre soci della Clinica Veterinaria I Ronchi, nell’omonimo quartiere di Gallarate, che dà lavoro – oltre ai soci -ad altre dieci persone. Con lei abbiamo provato a capire che limitazioni sta imponendo al lavoro, che precauzioni vengono adottate, quali sono le reazioni delle persone.

Partiamo dalle precauzioni e dal bisogno esistente in questo periodo: «Noi prima di tutto non facciamo accedere i clienti direttamente alla struttura» spiega la dottoressa Di Gravio. «Quando citofonano raccogliamo l’anamnesi dell’animale già sulla porta, eventualmente cerchiamo di differire ciò che si può differire e non è urgente. Dove c’è un’esigenza l’animale entra nella struttura e il proprietario rimane all’esterno, poi decidiamo le terapie, sempre in accordo con il proprietario. Nel lavoro quotidiano indossiamo mascherina e guanti protettivi: i colleghi in pronto soccorso indossano già mascherine con filtri, oltre agli altri dispositivi. Se il proprietario deve entrare nella struttura, facciamo disinfettare le mani e dotiamo anche loro di dispositivi». Siamo comunque consapevoli che prestiamo un servizio di pubblica utilità: chi è in difficoltà deve trovare strutture che aiutino.

Che reazioni avete notato nelle persone? C’è ad esempio un aumento dell’ansia per la situazione che si vive. «In alcune persone sì, ma l’ansia è il sentimento che abbiamo notato di meno, devo dire. Molti sono consapevoli della situazione delicata, alcuni no. Noi stessi siamo ben consapevoli anche rispetto alle responsabilità nei confronti delle altre persone con cui veniamo a contatto sul lavoro e anche fuori, come i familiari».

Al di là delle norme, che cosa la sta colpendo di più in questa situazione? «Sicuramente il fatto che la gran parte delle persone capisca la situazione eccezionale: eravamo preoccupati, all’inizio, rispetto a eventuali rimostranze, invece abbiamo visto che molti capiscono le necessità e maggiori prudenze. Questo ci ha piacevolmente stupito. C’è invece un dispiacere quando, tornando verso casa, si vede la gelateria affollata o le mamme che girano insieme con i bambini in gruppo, mentre molti fanno sforzi. Diverse persone sembrano percepirsi come poco vulnerabili».

Avete notato movimenti di persone in particolare che lasciano? Magari persone che annunciano di andare in località di villeggiatura o al paese d’origine, se non erano ancora stabili qui in zona? «No, tra i nostri clienti no. Abbiamo diversi clienti che lavorano a Malpensa che ci segnalavano che ancora vedono persone che si muovono anche verso l’estero, anche solo per una vacanza» (va detto che negli ultimi giorni la stragrande maggioranza dei collegamenti aerei viene ormai cancellata).

Sarà anche l’impostazione scientifica, ma anche dal punto di vista di un medico veterinario si guarda con fiducia e consapevolezza alla sfida di questo periodo: «Vogliamo essere positivi, ci auguriamo che si facciano sempre le scelte migliori e che tutto questo diventi presto un ricordo».

Abbiamo contattato la dottoressa Di Gravio per dare uno sguardo su una professione, anche se ovviamente sono centinaia i professionisti che stanno lavorando in questo settore: essendo le cliniche veterinarie realtà private, va ricordato come questo momento è anche un passaggio di incertezza economica prolungata. «Come struttura privata non siamo sereni rispetto al tema economico, ma naturalmente rispetteremo e concorderemo sui provvedimenti che si prenderanno, che siano di chiusura totale delle attività non indispensabili o riduzioni ulteriori di libertà di movimento. Come professionisti, garantiremo comunque la cura 24 ore su 24»

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 11 Marzo 2020
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