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Il trombettista che suona alla finestra, per far sentire meno soli

Ha iniziato nei primi giorni, è stato seguito e pubblicato da altri su Facebook e ora lo ripropone quasi ogni sera, con garbo

Sono tanti, in tutta Italia, i flash mob per rispondere collettivamente all’emergenza Coronavirus. Anche se nelle zone più colpite «nessuno è uscito sul balcone a suonare, nessuno è uscito ad applaudire» (raccontava nei giorni scorsi un intenso articolo di BergamoNews, dal focolaio più drammatico di Lombardia), resta un modo per esorcizzare la paura dell’isolamento e della solutudine.

Ai Ronchi di Gallarate, sulla solitamente trafficata e ora semivuota via Sciesa, risuonano le note di O mia bela Madunina. Al balcone suona la tromba Renato Baron, 57 anni, musicista nelle file della Casoratese, la banda del vicino paese di Casorate Sempione.

«Lunedì non ho suonato e qualcuno mi ha scritto, perché si aspettava di sentirmi» spiega al telefono. Ha iniziato settimana scorsa e ora è diventato un piccolo appuntamento, appunto per sentirsi meno soli. «C’è gente che mi telefona perché non sente, magari da vie parallele, ma del resto lo strumento più di tanto non può fare. È bello comunque avere la risposta dalle persone: è una piccola cosa, ma aiuta».

L’appuntamento serale, quasi fisso, è alle 18.30, «prima non ce la faccio perché arrivo dal lavoro». Via Sciesa, strada centrale del quartiere, è di solito trafficatissima a quello ora, ma in questi giorni il traffico è molto meno, meno gente che va in fabbrica o a lavorare a Malpensa (l’aeroporto è ridotto al lumicino). «Un po’ di traffico c’è: quando ho suonato la sera si sentiva più lontano, mi hanno detto. Mi piacerebbe suonare il silenzio, come a militare: magari non alle undici di sera come nella caserma dei bersaglieri un tempo, ma vorrei aspettare quando comunque è notte e c’è un silenzio irreale». A volte suona su un altro balcone, affacciato all’interno, sui cortili di alcuni condomìni della zona.

gallarate generico

Baron racconta che anche il corpo musicale La Casoratese vorrebbe tornare a suonare, con un video montato con i diversi strumenti registrati a distanza: è un altro modo per tenere insieme le persone che sono distanti fisicamente. Per ora continua a suonare per il suo quartiere e altri escono ad ascoltare e ad applaudire.  Sono anche tempi certo dolorosi per molti e anche le note malinconiche di O mia bela Madunina sono un modo delicato per esserci senza essere invadenti. E anche se i contatti fisici sono banditi, quel vegnii senza paura, num ve slungaremm la man suon come un caldo messaggio di vicinanza.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 18 Marzo 2020
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