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L’allarme del centro antiveleni: “Intossicazioni da disinfettanti cresciute del 65%”

L'alert dal Centro Antiveleni del Niguarda: aumentate del 65% le intossicazioni domestiche da disinfettanti con un picco del 135% nella fascia pediatrica

centro antiveleni niguarda

In questi giorni di emergenza l’uso dei disinfettati per proteggerci dall’infezione da coronavirus è cresciuto vertiginosamente. In alcuni casi, però, il tentativo di fermare il virus ha indotto comportamenti pericolosi. Il Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda, tra i più importanti riferimenti italiani per la diagnosi e il trattamento di intossicazioni acute con oltre 50 anni di attività, lancia l’allarme.

Dall’inizio dell’emergenza, infatti, le richieste di consulenza per intossicazione da disinfettati è aumentata circa del 65%, e fino al 135% nella fascia di età inferiore ai 5 anni.

Cosa succede nelle nostre case? «C’è chi seguendo tutorial online e  “ricette fai da te”, prepara miscele di sostanze chimiche non compatibili tra loro -spiega Franca Davanzo, Direttore del Centro Antiveleni di Niguarda-. Chi imbeve le mascherine con quantità eccessive e poi le indossa, inalando un elevato dosaggio di sostanze chimiche. C’è anche chi, e sono purtroppo i casi più frequenti, riempie la casa di bottiglie di disinfettati commerciali o preparati artigianalmente, e li lascia , magari in bottigliette non etichettate, alla portata dei bambini. E proprio loro risultano i più esposti, l’incremento delle intossicazioni pediatriche è infatti del 135%. Proprio per loro dobbiamo prestare la massima attenzione, i più piccoli infatti trovano in casa questi contenitori non custoditi e li ingeriscono accidentalmente».

In questi casi valgono le raccomandazioni di sempre: non lasciare i contenitori dei prodotti alla portata dei bambini e in caso di ingestione prima di recarsi in pronto soccorso è bene chiamare il centro antiveleni allo 02 66 10 10 29. In questo modo la gestione telefonica dell’emergenza consente di capire se è necessario o meno un successivo accesso al pronto soccorso.

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Pubblicato il 25 Marzo 2020
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