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Malpensa saluta i Sette Savi di Melotti, che cercano casa

Le sculture di Fausto Melotti, pittore e scultore di Rovereto, dopo quasi un anno ad accogliere i passeggeri a Malpensa lasciano l'aeroporto e cercano casa

Fausto Melotti a Malpensa

Hanno accolto molti viaggiatori all’aeroporti di Milano Malpensa per quasi un anno le sette sculture dell’artista Fausto Melotti, i Sette Savi, ma ora verranno imballati finché non troveranno una nuova casa.

Ad allestire il gruppo scultoreo in pietra di Viggiù l’architetto Michele De Lucchi che, dopo decenni, ha ritrovato un degno scenario; adesso torneranno in casse antiurto in attesa di una nuova dimora.

Melotti nacque nel 1901 in provincia di Trento, studiò Fisica e Matematica dell’Università di Pisa e al Politecnico di Milano. Nel 1928 si iscrive all’Accademia di Brera di Milano, dove è allievo di Adolfo Wildt insieme a Lucio Fontana. Melotti ha preso parte al gruppo degli astrattisti milanesi, nel secondo dopoguerra si è dedicato alla ceramica e si è occupato di sculture, bassorilievi, teatrini e opere su carta. Quest’opera lo ha accompagnato nella seconda parte della sua vita per oltre vent’anni e oggi come allora non ha una dimora.

LA STORIA DEI SAVI “SENZA DIMORA”

La loro storia inizia negli anni Sessanta, quando a Melotti venne commissionata un’opera dal comune di Milano per il cortile del liceo classico “Giosuè Carducci” e nel 1961 le sette statue vengono posizionate per accogliere i giovani studenti. Dopo un atto vandalico del 1964, negli anni Ottanta i pezzi rovinati vennero sostituiti da elementi nuovi. Nel 2016 è stato accolto all’ingresso della Triennale di Milano.

Ora, dopo quasi un anno allo scalo varesotto, i Sette Savi torneranno nelle casse in attesa di una nuova casa. Si sta pensando alle sale del Museo del Novecento, alla Pinacoteca di Brera oa Palazzo Citterio, ma, per il momento, le statue tornano in un deposito in attesa di una seconda rinascita.

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 07 Marzo 2020
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