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Misure contro il Coronavirus: cosa si può e non si può fare

Tra limitazioni e cautele, ecco alcune delle misure contenute nel nuovo decreto del Consiglio dei ministri per limitare il contagio da Covid-1

coronavirus

Nella notte tra sabato e domenica il governo ha emanato il decreto con le nuove misure urgenti di contenimento da rispettare per limitare la diffusione del Covid-19, valide da domenica 8 marzo a venerdì 3 aprile.

Quali sono i luoghi interessati dal decreto?
Il decreto include delle misure che riguardano tutto il territorio nazionale e altre che interessano solamente la “zona 1” composta da tutta la Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia.

Si può entrare o uscire dalle aree della “zona 1”?
Gli spostamenti in entrata e in uscita da questi territori, nonché al loro interno, è da evitare, a eccezione degli spostamenti motivati da esigenze lavorative o motivi di salute. È consentito invece muoversi per ritornare a casa propria.

Cosa fare in caso si abbia tosse e febbre?
Il decreto raccomanda alle persone soggette a sintomatologia da infezione respiratoria o febbre (maggiore di 37,5°C) di non lasciare il proprio domicilio, di evitare al massimo contatti sociali e chiamare il proprio metodo curante.

Si possono frequentare ristoranti e bar all’interno della “zona1”?
Le attività di ristorazione e bar sono consentite solamente dalle 6:00 alle 18:00, con obbligo per il gestore di garantire tra i clienti una distanza di sicurezza di almeno un metro. In caso di violazione è prevista la sospensione dell’attività.

I negozi della “zona 1” sono aperti?
Le attività commerciali a eccezione di bar e ristoranti sono consentite a patto che non si creino assembramenti di presone e che sia rispettata la distanza di almeno un metro tra i clienti, nel caso questo non fosse possibile la struttura dovrà essere chiusa. Il decreto stabilisce invece la chiusura delle strutture i vendita medie e grandi nei giorni festivi e prefestivi.

Il decreto riguarda anche i negozi di beni necessari?
No, non è prevista la chiusura per farmacie, parafarmacie e punti vendita di generi alimentari, anche se il gestore è sempre incaricato di far rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro tra i clienti.

Si può andare in palestra e fare sport nella “zona 1”?
Sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere e centri termali.

Scuole e università, cosa succede nella “zona 1”?
La frequenza delle attività scolastiche superiori e universitarie fino al 15 marzo. Sono esclusi dalla sospensione solamente i corsi post universitari connessi con l’esercizio di professioni sanitarie, la formazione di medici specialisti e di medicina generale, e i tirocini delle professioni sanitarie.

Si possono svolgere gare e partite?
Nella “zona 1” sono consentiti gli eventi e le manifestazioni sportive in luoghi pubblici e privati esclusivamente se si svolgono a porte chiuse in assenza di pubblico anche se all’aperto.

È possibile sostenere gli esami per la patente?
Il decreto ha sospeso gli esami di idoneità in programma nelle sedi della motorizzazione che si trovano nella “zona 1”. È disposta l proroga dei termini per chi non potrà sostenere l’esame.

Cosa succederà a manifestazioni, cinema e luoghi di aggregazione?
Nella “zona 1 ” sono sospese tutte le manifestazioni in luoghi pubblici e privati. Non si potranno frequentare neppure cinema, teatri, scuole di ballo, discoteche e locali. Sono sospese anche le attività di centri culturali, centri sociali e centri ricreativi.

Come accedere al pronto soccorso?
Su tutto il territorio nazionale è possibile recarsi al pronto soccorso, ma gli accompagnatori non potranno fermarsi nelle sale d’attesa. Sono limitate anche le visite nelle strutture riabilitative e nelle strutture residenziali per anziani.

Chi lavora in Svizzera potrà attraversare il confine?

È stato chiarito che i nostri frontalieri che non possono utilizzare il telelavoro o le modalità di smart working potranno recarsi quotidianamente al lavoro oltreconfine, rientrando nella fattispecie delle “comprovate esigenze lavorative”.

Cosa si rischia se non si rispetta le prescrizioni?
Chi non rispetta il decreto rischia la denuncia per l’articolo 650 del codice penale: inosservanza di un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d’ordine pubblico o d’igiene (2). Prevede l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a duecentosei euro.

Per qualsiasi vostro dubbio o domanda scriveteci a redazione@varesenews.it. Raccoglieremo i vostri dubbi e li sottoporremo al Prefetto di Varese, in attesa di più precise indicazioni.

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Pubblicato il 08 Marzo 2020
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