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“Com’è possibile morire in un giorno di sole?”

La bella lettera di Tommaso, 23 anni, da lui scritta dopo essere venuto a conoscenza delle morti nelle scorse settimane di 2 giovani clochard, suoi coetanei, a Gallarate

Generico 2018
Pubblichiamo integralmente la bella lettera di Tommaso, 23 anni, da lui scritta dopo essere venuto a conoscenza delle morti nelle scorse settimane di 2 giovani clochard, suoi coetanei, a Gallarate
“Mi sento di voler condividere questi miei pensieri con altre persone e secondo me la vostra piattaforma è la più appropriata per il tema trattato”. Ecco le sue parole

 

È tutto più facile quando fuori c’è il Sole. Correre sotto il cielo azzurro, studiare mentre si è stesi sul prato, perfino l’attesa di passere del tempo come lo si faceva prima del Covid con le persone a noi care, sembra più piacevole e leggera quando c’è il Sole. Da serenità un cielo limpido e sentire gli uccelli cantare.

Quando ho saputo della morte di due giovani clochard, miei coetanei, che abitavano a pochi km da me, il Sole era alto e scaldava il mio torso nudo intento ad abbronzarsi. Steso sul prato, leggevo la notizia dal cellulare. Nella tragicità della notizia non riuscivo a chiedermi altro se non: “Com’è possibile morire in un giorno così bello?”. Il sudore colava dai miei fianchi sull’asciugamano steso a terra, sentivo ogni cosa: il mio respiro, il rumore delle auto in lontananza, le urla dei bambini dei vicini che giocavano. Mi sforzavo per tendere l’udito e i miei altri sensi oltre tutto quello che mi circondava per riuscire a raggiungere, almeno con il pensiero, Gallarate e i luoghi che hanno accolto per gli ultimi istanti i corpi di quei giovani e che ora, come un sepolcro vuoto, erano scaldati dal mio stesso Sole.

Com’è possibile morire in giorni così belli? La vera domanda è com’è possibile morire così giovani, così inosservati e così fragili con una notte tanto scura dentro il proprio cuore da non permettere neppure ai raggi del Sole di scaldarlo?

Mentre morivano, uno a poche settimane di distanza dall’altro, io magari stavo correndo per i boschi con il chiodo fisso di fare un tempo migliore del giorno prima; oppure stavo studiando e mi facevo mangiare dall’ansia del prossimo esame. Quanto possono essere diverse le vite e le esigenze di coetanei che abitano negli stessi luoghi? Come è possibile che esistano così grandi casi di disparità sociale? Sono io ad essere troppo fortunato o sono loro ad essere troppo sfortunati? Ha senso dare la colpa alla fortuna per quello che è successo?

Dovrei affrontare la morte di, ripeto, questi due giovani dicendomi: “Sai che c’è? Mi dispiace, ma se la sono scelta loro quella vita. Vediamo che nuovi post ci sono su Insta.” Sinceramente vorrei farlo, vorrei lasciar passare su di me questa tristezza come si lasciano passare sopra la testa le onde del mare quando si fa il bagno, perché tanto sai che starai sotto l’acqua per poco e che passata l’onda rivedrai la luce del Sole e potrai respirare di nuovo. Ma ora non riesco a respirare anche se non sono sott’acqua, quest’onda mi sta trascinando dove non vorrei andare, dove i miei pensieri mi s’infrangono in faccia, dove penso che io che ho come maggior ansia della vita i miei esami e i miei tempi della corsa sono ancora in vita e altri due ragazzi no. Cosa mi rende diverso da loro?

Sento che qualcosa in più poteva essere fatta. Sicuramente c’è stata gente che li ha seguiti e gli ha aiutati, di questo non ne dubito. Due giovani sono morti inosservati, visti solo da pochi volontari e sacerdoti, ma tutti noi altri dove eravamo? Forse non è colpa mia, ma colpa nostra, della nostra società, del nostro modo di pensare, del nostro modo di vivere di corsa. Di tutti noi. E questo pensiero, la mia piccola frazione di colpa mi trascina a fondo.

Ieri ero sdraiato al Sole e leggevo la notizia. Oggi, come ieri, il Sole è alto nel cielo, come se nulla fosse successo. Dovrebbe essere tutto più facile. Invece non è così, due giovani non ci sono più e questa onda non passerà per molto ancora.

Tommaso Merati

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it
Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai?
Pubblicato il 28 Maggio 2020
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