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Legambiente e Legambici in campo per la riapertura delle alzaie dei Navigli

Nella polemica sulla chiusura delle sponde del canale Villoresi e dei Navigli intervengono anche le due associazioni: "Riaprirle incentiverebbe i pendolari a spostarsi in bici"

fase 2 canale villoresi naviglio grande

«Invitiamo a ripensare alla scelta di chiuedere le alzaie e le sponde dei Navigli e del Canale Villoresi; a nostro giudizio, risulta controproducente e penalizzante per tutti». Sulla questione dei corsi d’acqua del basso Varesotto e dell’Alto Milanese intervengono anche Legambiente Lombardia e Legambici APS. Il 4 maggio, nel primo giorno della cosiddetta fase 2 della lotta al coronavirus, si erano rivisti ciclisti, runner e semplici persone a camminare sulle sponde del Naviglio Grande e del Canale Villoresi.

Ma il consorzio ET Villoresi aveva confermato la chiusura degli spazi, dopo averlo comunicato ufficialmente il 29 aprile. «Purtroppo – aveva dichiarato il presidente del consorzio Alessandro Folli – dobbiamo mantenere chiuse le alzaie e le sponde per evitare qualsiasi assembramento».

«Questa scelta – hanno replicato Barbara Meggetto di Legambiente Lombardia e Federico del Prete di Legambici – penalizza i lavoratori pendolari che già tutti i giorni raggiungono il lavoro pedalando lungo le vie d’acqua da controllate dalla Città Metropolitana e dal consorzio; i pendolari che ancora non hanno utilizzato questa soluzione ma che vorranno sceglierla come modalità di spostamento, vista la difficoltà di mantenere il distanziamento sociale sui mezzi pubblici, sopratutto per i residenti dei comuni dell’area milanese. Da questo punto di vista, la praticabilità delle ciclovie Villoresi, Naviglio Grande e Martesana sarebbe coerente con le scelte operate dal Comune di Milano (che rappresenta la destinazione di migliaia di cittadini dell’hinterland) secondo quanto indicato nei documenti Milano 2020 – Strategia di adattamento e Strade Aperte, che incentivano l’uso della bicicletta e moltiplicano i km ciclabili in città al fine di sostenere il trasporto pubblico e la qualità dell’aria».

«Gli ingressi a Milano delle Ciclovie in questione – hanno spiegato – sarebbero il collegamento naturale al progetto di ampliamento delle ciclabili nella città. La Regione Lombardia ha sollevato pubblicamente il problema di non poter garantire il distanziamento sociale sui treni con forme di controllo attivo, e si rimette giustamente alla responsabilità dei pendolari, rendendo obbligatorie mascherine e guanti per viaggiare sui mezzi. Tutti noi, fino a questo punto, abbiamo dimostrato di saper affrontare questa situazione inedita mettendo in atto i comportamenti adeguati a frenare la pandemia. Il governo nazionale e le amministrazioni locali hanno fatto appello alla responsabilità individuale, ma in presenza di divieti come questo le scelte possibili si riducono, a scapito della sostenibilità. Vi invitiamo pertanto a rivedere la decisione della chiusura delle Ciclovie in questione, almeno garantendo la circolazione nelle fasce orarie 7:00-9:00/18:00-tramonto, per permettere gli spostamenti casa-lavoro. Confidiamo in un’apertura di dialogo per una soluzione che potrà solo migliorare la difficile situazione che stiamo vivendo».

Pubblicato il 08 Maggio 2020
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