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Elezioni a Somma Lombardo, l’intervista a Manuela Scidurlo

Consigliera comunale uscente, si presenta con la sola lista di Fratelli d'Italia, rivendicando una scelta di coerenza. "In cinque anni la società cambia, ma Somma è rimasta uguale"

Manuela Scidurlo

Tre aspiranti al ruolo di primo cittadino di Somma Lombardo.  Tre interviste per conoscerli meglio e capire i punti chiave del programma. Qui trovate invece lo speciale con tutti i nomi, i simboli e le news

 

36 anni, mamma di un bambino di otto, Manuela Scidurlo è l’unica candidata donna a Somma. Una candidatura sbocciata ad agosto, dopo la clamorosa (nel senso letterale: ha fatto rumore) rottura nel campo del centrodestra: Scidurlo è ora la portabandiera di Fratelli d’Italia, sostenuta dalla lista con simbolo del partito guidato da Giorgia Meloni.

Nella vita è consulente aziendale, nel tempo libero dal lavoro e dalla vita da mamma è una appassionata lettrice, «soprattutto di letteratura storica», in ambito sportivo «molto tifosa di Pallacanestro Varese», con interesse anche per il tennis («Sempre per Roger», Federer).
In politica viene da cinque anni da consigliere comunale d’opposizione, spesso sulle barricate, anche se lei rivendica anche la capacità di fare proposte da condividere. Nel 2015 era stata eletta in consiglio con la civica “Pivetti sindaco”, era il quinto nome più votato in assoluto nel campo del centrodestra, senza essere capolista.

A differenza degli altri, per Lei non si può parlare di coalizione…
«Andiamo da soli: è stata una scelta sofferta ma necessaria per preservare l’identità del nostro partito. Una candidatura nel segno della coerenza, illustrata in modo chiaro con il comunicato stampa che abbiamo fatto ad agosto, anche se poi si è un po’ strumentalizzata una sola parola»

Cioè?
«La parola “inadeguato” riferita ad Alberto Barcaro, non come persona ma come candidato sindaco. Ci si è concentrati su quella parola ma bisognava guardare a tutto quello che avevamo scritto»

Di fronte a due candidature nel campo del centrodestra, è inevitabile una domanda: se ci fosse un ballottaggio, cerchereste un accordo con Barcaro?
«Penso che ci siamo già espressi rispetto al candidato di centrodestra, abbiamo preso una posizione chiara. Lasciamo libero l’elettorato di centrodestra, mantenendo la nostra coerenza».

Non vogliamo rimanere troppo sul tema politico, di cui si è già discusso molto. Andiamo invece alla realtà di oggi: come è cambiata Somma in questi anni?
«Non è cambiata! Il problema è proprio questo: la società è andata avanti ma Somma è rimasta uguale. Quel che non abbiamo visto è proprio il cambiamento che era stato sventolato nella scorsa campagna elettorale da Bellaria e dai suoi.  Servono invece, ad esempio, servizi per le famiglie  che oggi il Comune non è in grado di offrire»

Somma città policentrica, fatta anche di quartieri e frazioni. Come valutate gli strumenti di partecipazione fin qui? Quali proposte portate?
«Il coinvolgimento dei cittadini è fondamentale, il loro parere deve essere sempre centrale. La giunta Bellaria ha partecipato molto alle assemblee di quartiere ( tra l’altro ricordo che la mozione per reintrodurre il rione Castello era stata presentata da me e poi condivisa) spesso però non è stata una partecipazione vera, sembrava spesso legata solo alla consultazione degli amici mentre i consiglieri comunali erano lasciati a margine, non erano informati adeguatamente dei progetti. Noi ripartiamo da questo: sì agli strumenti di partecipazione esistenti, ma prima di tutto il coinvolgimento deve passare attraverso i consiglieri, che sono votati e quindi espressione di tutti i cittadini. Il coinvolgimento dei cittadini, poi, dovrà essere centrale per grossi progetti, come ad esempio quelli su Fattorie Visconti o Lascito Aielli. 

Avete intenzione di anticipare i nomi della giunta?
«No, non anticipiamo nulla. La nostra è una candidatura che dà un segnale politico. E rende anche più combattute queste elezioni: in questo daremo da subito un contributo alla partecipazione dei cittadini, al dibattito»

Tema centrale per Somma è il rapporto con Malpensa. Sono stati prorogati i termini per le osservazioni, voi che posizione esprimereste sul Masterplan, il documento che guida la crescita dell’aeroporto fino al 2035?
«Dal nostro punto di vista con Sea è necessaria un confronto costante. Riconosciamo a Bellaria quel che le sinistre non hanno mai fatto, vale a dire avviare un colloquio con l’aeroporto. Da nostro punto di vista il colloquio deve comunque essere più costante, frequente e puntuale. Tra le opere legate a Malpensa è fondamentale partire almeno con la bretella che dalla zona del Gigante va fino al Dog’s Ground, per cui ci sono terreni vincolati. Realizzata quella di può pensare alla riqualificazione della 336 via Giusti, su cui esiste già progettualità. Serve poi anche una commissione consiliare Malpensa che oggi non esiste, per coinvolgere i consiglieri e non lasciare tutto nelle sole mani del sindaco. Lo strumento del Cuv non si rinnovato nel tempo, è fermo ancora al tempo del terminal 2: serve invece un tavolo politico più ampio, che coinvolga tutti, non solo i sindaci».

Le opere pubbliche spesso sono un po’ un catalogo di mille aspetti, per questo chiediamo: ci indichi tre opere centrali per Somma, di iniziativa comunale o su cui il Comune deve cercare condivisione
«Somma ha necessità di molte opere, anche i cittadini sentono di essere veramente in una città e hanno bisogno di risposte adeguate. La prima opera che proporremmo è la riqualificazione della piattaforma ecologica, che riteniamo fondamentale, con la prospettiva poi – in termini di servizio – di arrivare all’apertura 7/7. Altro tema che ci sta a cuore sono le Fattorie Visconti: la riqualificazione deve però passare dalla partecipazione, è un bene di tutti i cittadini e serve un confronto complessivo, partendo dalle forze politiche. Di certo non basta più la sola messa in sicurezza, ma una riqualificazione andrà fatta per forza coinvolgendo il privato. Terzo punto: la riqualificazione del campo Mossolani, per cui ci sono 50mila metri quadri a disposizione con  destinazione urbanistica sportiva, nella nostra ottica noi pensiamo a nuovi campi da tennis e da calcetto»

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 16 Settembre 2020
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