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I cortili delle scuole aperti? “Non risolvono il problema”

Dura presa di posizione dei dirigenti dopo l'ordine del sindaco di aprire i cancelli, che rischia di creare assembramenti. "E la sorveglianza sui minori rimane in capo alle famiglie". Il sindaco: "Risolvo io un problema che non hanno voluto risolvere"

Esercitazione antincendio scuola 2016 Gallarate

L’ “ordine” del sindaco di aprire i cancelli non basta, «i problemi relativi all’assembramento rischiano di spostarsi dall’esterno all’interno dei cortili scolastici».

È la preoccupazione dei dirigenti delle scuole di Gallarate, che intervengono dopo la decisione – attraverso ordinanza – del sindaco Andrea Cassani. Perché se da un lato l’ingresso nel cortile evita rischi di permanenza sulla strada (nel senso della sicurezza stradale), non risolve il problema degli assembramenti.

La nota è firmata dai dirigenti Francesca Capello (comprensivo Ponti di Crenna-Cajello), Daniele Chiffi (Dante, scuole di centro, Ronchi e Sciarè), Barbara Pellegatta (De Amicis, Cedrate e Sciarè) e Germana Pisacane (Gerolamo Cardano).

La nota ricostruisce anche i diversi passaggi della questione: «Durante i mesi estivi, in costante contatto con l’ufficio scuola, l’Assessore all’Istruzione e l’Ufficio Tecnico, gli Istituti cittadini hanno provveduto a pianificare le modalità di accesso alle scuole, tenuto conto delle nuove normative di prevenzione del contagio. Si è scelto, per limitare il più possibile i disagi delle famiglie, di non scaglionare gli ingressi e di utilizzare invece tutti gli accessi disponibili, anche attraverso piccoli adeguamenti strutturali. La polizia locale è stata informata delle modalità di accesso e delle possibili criticità relative alla viabilità esterna dai dirigenti scolastici, che ne hanno chiesto collaborazione».

«A seguito di segnalazione sui social di presunti assembramenti presso la scuola di Cedrate, mercoledì 16 settembre i Dirigenti scolastici sono stati contattati dall’Assessore all’Istruzione, d’accordo con il Sindaco, per la segnalazione di eventuali situazioni analoghe e la ricerca di una soluzione. Sono stati coinvolti anche il Prefetto ed il Dirigente Provinciale dott. Carcano. Laddove il problema si è verificato, i Dirigenti ed il dott. Carcano hanno fatto presente al Sindaco ed al Prefetto che non era possibile garantire, da parte delle scuole, l’apertura dei cancelli in orario anticipato, alle condizioni attuali. I cortili infatti risultano pertinenza della scuola che, assumendosi la responsabilità contrattuale sui propri iscritti, deve garantirne la sorveglianza per tutto il periodo di permanenza nell’istituto e nelle sue pertinenze. Come il sindaco ha evidenziato l’impossibilità di chiudere al traffico temporaneamente le vie interessate per insufficiente numero di agenti, così i dirigenti hanno fatto presente all’amministrazione l’impossibilità di aprire anticipatamente i cancelli per insufficiente numero di collaboratori scolastici. E’ stato ipotizzato, come fatto in altri Comuni della Provincia, di intervenire con una ordinanza sindacale che dichiarasse i cortili “area pubblica”, sottraendoli così alla responsabilità dell’Istituto limitatamente all’orario precedente l’inizio e il termine delle lezioni».

Fin qui la ricostruzione coincide con quella fatta da Cassani. Ma i dirigenti lamentano invece un “blocco” del confronto – per così dire – nel momento decisivo: «Le Dirigenze non hanno avuto altri contatti diretti con il sindaco e sono invece state interpellate nella mattina del 18 settembre dal Dirigente dell’Ufficio Scuola che chiedeva, in preparazione dell’ordinanza, per quali plessi dei diversi Istituti e con quali orari potesse interessare».

«Spiace constatare che l’ordinanza pubblicata il giorno 18 riporti nelle premesse una sostanziale indisponibilità al dialogo dei Dirigenti Scolastici. E’ infatti prassi consolidata l’incontro periodico tra Dirigenti, Assessore e Ufficio Istruzione per il coordinamento delle azioni utili ad un corretto funzionamento delle scuole pubbliche. L’ordinanza Sindacale permette ora l’apertura dei cancelli, dichiarando area pubblica cortili e giardini delle scuole».

E qui c’è una nota importante: «Ciò significa che la sorveglianza sui minori, nelle fasce orarie indicate dall’Ordinanza, è in capo alle famiglie e sarà cura degli Istituti darne puntuale informazione». È una interpretazione già avanzata da alcuni: se si lasciano i bambini davanti a scuola, non li si lascia (più) nel cortile della scuola ma in un’area pubblica e quindi potrebbe essere a rischio di contestazione per i genitori (se succedesse qualcosa).

E adesso? «I dirigenti auspicano che ciò possa risolvere il problema e garantire una maggiore sicurezza, evidenziando però che i problemi relativi all’assembramento, ove verificatisi, senza un atteggiamento maggiormente responsabile di genitori ed alunni, rischiano di spostarsi dall’esterno all’interno dei cortili scolastici. E’ infatti necessario che siano rispettate le norme relative all’uso delle mascherine e al distanziamento sociale, ed è auspicabile che genitori ed alunni non si presentino a scuola con eccessivo anticipo, in quanto una sosta prolungata aumenta inevitabilmente il rischio di assembramento».

Dal municipio arriva comunque una replica immediata: «Sto risolvendo un problema che loro non hanno voluto risolvere» dice Cassani. «Se loro avessero aperto i cancelli, non si sarebbe creato il problema. Noi abbiamo provato a perorare accordo, ma il loro Dirigente Provinciale non lo riteneva abbastanza deresponsabilizzante per i dirigenti. È tutto scritto per e-mail» dice ancora il sindaco. «Mi stupisce che qualche dirigente ignori questo scambio epistolare. Passiamo sopra, abbiamo altro di cui occuparci»

In ogni caso i dirigenti assicurano che «continueranno a collaborare con l’Amministrazione Comunale, auspicando un ascolto in tempi opportuni delle problematiche poste, perché ritengono che ciò sia fondamentale per l’interesse degli alunni e delle famiglie».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Settembre 2020
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