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Il rospo dagli occhi magnetici “regala” 5 milioni di euro alle paludi, partendo da Arsago

Il Pelobates fuscus insubricus è una specie a rischio: il progetto del Parco del Ticino, insieme ad altre aree protette, punta anche a ripristinare e mantenere le aree umidi e le palude tra Varese e il Piemonte

Arsago Seprio generica

È più piccolo dei rospi comuni, difficile da osservare, di forma tondeggiante con una colorazione variabile bruno-rossastra e grandi macchie olivastre e, caso unico tra gli Anfibi italiani, ha le pupille verticali come quelle delle vipere: è il Pelobates fuscus insubricus, uno degli anfibi italiani più rari, ma negli ultimi decenni è a rischio estinzione in Italia.

Fortunatamente una popolazione in buono stato di conservazione è presente in provincia di Varese, nel sito Natura 2000 denominato “Paludi di Arsago”, monitorata da anni dal Parco del Ticino che ha già promosso un altro progetto, finanziato da Fondazione Cariplo, che ha consentito di riqualificare alcune zone umide utilizzate dal Pelobate.

Questo raro e prezioso anfibio trova infatti il suo habitat ideale nelle aree umide ben conservate: stagni, paludi e acquitrini dove non siano presenti pesci, gamberi o altri predatori. I sorprendenti risultati conseguiti dal gruppo di erpetologi che da anni segue questa importante popolazione e le altre presenti in pianura Padana aprono un nuovo spiraglio per la conservazione di questa specie grazie al progetto Life Nature and Biodiversity Life-Insubricus.

Predisposto dal Parco del Ticino, il progetto è sostenuto dalla collaborazione con un ampio partnenariato: Parco Pineta Appiano Gentile-Tradate, Città Metropolitana di Torino, gli Enti di Gestione delle Aree Protette Po Torinese, del Ticino-Lago Maggiore e del Parco Paleontologico Astigiano e da due soggetti privati: Istituto Delta – Ecologia Applicata per la gestione del progetto e gli aspetti di comunicazione e Eleade Società Cooperativa, costituita dagli stessi erpetologi.

Arsago Seprio generica

Il progetto partirà il 1° ottobre 2020 e si dovrebbe concludere alla fine del 2026. Il budget totale a disposizione dei beneficiari è di 5.215.092 euro, con un contributo UE pari a 3.909.739 euro (75%); il progetto è stato apprezzato anche da Fondazione Cariplo e Snam Rete Gas S.p.A che hanno deciso di supportarlo in qualità di co-finanziatori.
La specie target di progetto è un piccolo anfibio chiamato comunemente rospo della vanga e scientificamente Pelobates fuscus insubricus. Si tratta di una specie a rischio di estinzione, presente solo nella Pianura Padana, quindi una specie endemica. Proprio per questo motivo è inserita negli allegati della Direttiva Habitat fra le specie di interesse comunitario prioritario e i siti che la ospitano sono in genere identificati come siti Rete Natura 2000, come appunto la Zona Speciale di Conservazione “Paludi di Arsago”. Non si tratta di un rospo comune, come quelli che di tanto in tanto, in primavera, troviamo schiacciati dalle auto sulle strade. Il Pelobate è più piccolo, di forma tondeggiante, con una colorazione variabile bruno-rossastra e grandi macchie olivastre e, caso unico tra gli Anfibi italiani, le pupille verticali, come quelle delle vipere. Il ridursi dell’area di distribuzione, già molto piccola e la distruzione del suo habitat naturale sono le principali cause del rischio di estinzione di questa specie, così come di altre specie animali e vegetali legate a questi ambiente, che quindi beneficeranno delle azioni di progetto.

«Durante i 6 anni di attività, in Lombardia e Piemonte verranno realizzati interventi per garantire la conservazione di popolazioni vitali -spiega il consigliere del Parco Ticino, Francesca Lara Monno – e per contrastare le principali minacce alla presenza della specie. In particolare le azioni concrete di conservazione includono interventi di ripristino e miglioramento delle zone umide esistenti e la creazione di nuovi siti adeguati alla riproduzione e al ripopolamento all’interno dei quattordici Siti Natura 2000 identificati».

«Di fondamentale importanza per il raggiungimento dei risultati previsti – aggiunge la presidente del Parco, Cristina Chiappa – sarà il coinvolgimento attivo della popolazione locale e dei principali stakeholder. A tal fine è prevista l’organizzazione di eventi locali aperti al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole del territorio. Tra le attività di formazione previste si evidenzia la Summer School e gli stage formativi rivolti a giovani erpetologi e ad una task force di volontari. Inoltre, è stata raccolta la disponibilità di privati proprietari e agricoltori delle aree coinvolte sia alla partecipazione in fase di presentazione della proposta progettuale, sia alla ricezione delle le linee guide per la conservazione del Pelobate fusco insubrico che verranno sviluppate in corso di progetto».

Pubblicato il 29 Settembre 2020
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