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In treno e in bus, il ritorno a scuola degli studenti del Falcone

Le superiori di Gallarate sono frequentate ogni giorno da oltre duemila studenti che vengono da altre zone. Una gran parte si concentra all'istituto di via Matteotti, in particolare all'alberghiero

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Primo giorno di scuola, ore 7.30: nell’atrio vetrato della stazione di Gallarate, sui marciapiedi intorno, sono decine i ragazzi e le ragazze vestiti con giacche e pantaloni neri.

Sono gli studenti dell’alberghiero dell’istituto superiore Falcone, la scuola che più di tutte (in termini numerici) attrae frequentatori “da fuori”, non solo dai Comuni immediatamente contermini come Samarate o Casorate o Cassano, ma anche da altre zone della provincia.

Inizio mediamente agevole, spiegano i ragazzi: da Somma Lombardo con i bus Beltramini e Gianoli, da Busto con la Stie o da Gazzada o Sesto con i convogli Trenord, è andata tutto sommato bene. «C’era poca gente e tutti avevano le mascherine» ci spiega uno studente.

Certo, non manca qualche problema su alcuni collegamenti (ci siamo attivati già sabato, su un caso specifico). Martina Mangano, diciottenne allieva del Falcone (a destra nella foto sotto), viaggia sulla linea Milano-Domodossola: «Per me è stato un po’ un incubo: ci hanno tolto il treno che arriva alle 7.25, sono arrivata con quello delle 7.39 da Somma e c’era molta gente, anche se con le mascherine».

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A Gallarate confluiscono circa duemila studenti ogni giorno, secondo i dati del 2019: 1779 studenti di Busto Arsizio, 382 di Varese, 279 dal distretto di Tradate, ma anche 52 dalla zona di Gavirate e 4 addirittura da Luino.

In stazione non manca qualche abbraccio (c’è sempre un po’ di emozione, dai), davanti alla scuola si approfitta comunque per tornare al “rito” della colazione insieme, approfittando dei tavolini all’aperto del bar. Tra i ragazzi molti sanno già bene come funzionerà l’ingresso: «Ci sono dei passaggi per entrare» ci spiega Vanessa, che insieme ai suoi amici aspetta in stazione gli ultimi che arrivano.

Sette sono i varchi predisposti dal dirigente Vito Ilacqua, per gestire l’enorme massa di studenti. “Armato” con tanto di paletta da vigile, il dirigente insegue qualche raro ritardatario ma è soddisfatto, quando è finito il momento di ingresso delle 8: «Questo giro è andato tutto bene, dai».

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Fuori da scuola (siamo in pieno centro) il traffico è tutto sommato scorrevole, in via Matteotti davanti all’edificio del Falcone passano poche auto, del resto la maggior parte degli studenti qui arriva appunto con i mezzi pubblici.

Passato il turno delle 8, in via Matteotti attendono solo i “primini”, che entrano alle 8.50. Emozionati? «Beh un po’ sì, dopo sei mesi» ammette Diego, che attende l’entrata insieme ad Alessandro, Nicolò, Mattia, Alessandro e Filippo. 

I primi sono gli unici che frequenteranno sempre al mattino. Quanto agli altri «faremo due giorni al mattino, due giorni a pomeriggio e due giorni di Didattica a distanza» ci racconta Sara. In termini complessivi – spiega il dirigente – si parla di circa mille studenti in classe al mattino e seicento al pomeriggio. Ovviamente anche qui, come in altre scuole, si è lavorato ad adattare gli spazi: la enorme aula magna è stata suddivisa in due sale conferenze che vengono usate (per ora) come aule.

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Al Falcone le ore di didattica a distanza e digitale sono relativamente limitate, come anche all’Isis Ponti, perché qui la parte “fisica” da fare in laboratorio è significativa (in particolare per l’alberghiero). Una maggior quota di didattica – il 40% – è in digitale e a distanza, invece, ai Licei.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 14 Settembre 2020
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