Astuti preoccupato: “Dopo 5 mesi, ancora troppi silenzi e problemi da parte di Ats Insubria”
Il consigliere democratico riceve molte segnalazioni di disguidi nelle procedure di individuazione dei nuovi positivi e torna a richiedere trasparenza e organizzazione
«Ats Insubria così non va». Dopo mesi passati in relativa tranquillità, il ritorno della minaccia del Sar CoV2 ripropone alcuni problemi organizzativi e comunicativi da parte dell’ente sanitario che deve coordinare l’attività di contenimento della diffusione del virus.
Ne è convinto il consigliere regionale democratico Samuele Astuti che sta raccogliendo molte segnalazione di disguidi e intoppi sulla filiera della presa in carico e del tracciamento dei nuovi contagi: « Passa ancora troppo tempo tra l’autodenuncia del cittadino al proprio medico e l’attivazione del “contact tracing” con la mappatura dei contatti stretti in caso di positività. C’è qualche meccanismo organizzativo che si inceppa e rallenta».
Il sistema prevede che il medico di medicina generale, a cui si rivolge il cittadino, segnali sul portare di Ats, che, a sua volta, raccoglie le richieste di tamponi e le gira alle Asst che si occupano degli esami. Gli ospedali fissano gli appuntamenti ed è in questo momento che, secondo Astuti, si registra qualche mancata o tardiva convocazione: «L’attesa dell’esito richiede ancora troppi giorni, ore decisive per isolare i contatti e individuare nuovi positivi obbligandoli all’isolamento – commenta Astuti – questo passaggio è fondamentale per interrompere la diffusione. Occorre essere tempestivi ed efficaci. Come mai, a distanza di 5 mesi, ancora la macchina è in affanno?».
A preoccupare, inoltre, Samuele Astuti è si l’atteggiamento di silenzio che Ats Insubria insiste ad avere: « È essenziale sapere l’andamento dei ricoverati: quanti anni hanno? Appartengono a comunità definite come le RSA, le scuole o aziende? Come si sta muovendo il virus in provincia? In questi giorni l’aumento dei casi è localizzato o è diffuso in tutta la provincia? Ci sono studi su luoghi più a rischio? Varese rischia di vivere una seconda ondata in modo più importante che nella prima. I numeri stanno mostrando quotidianamente che il territorio, poco colpito in primavera, è terra fertile per il Covid. Sono preoccupato, ci sono troppi silenzi».
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
lenny54 su Entrano in vigore le nuove tariffe "metropolitane", Saronnese e Busto più vicine a Milano
Felice su Fucile d'assalto e mitragliette nella casa dell'ex ispettore di Malpensa
lenny54 su In vendita casa Bossi, villa simbolo della "Lega di una volta"
lauralaura su Ospedali troppo caldi: la Regione comprerà i condizionatori
gcbiakmw su Lo spinello fa male
Rita Campiotti su Torna IceOut, qual è la vostra gelateria preferita?
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.