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L’ultimo viaggio di Gianmarco Beltramini, l’uomo che portava i pullman

Li guidava, ma li faceva anche trovare pronti, per ogni esigenza. Un pezzo di una comunità, che si è stretta alla famiglia nel giorno del suo funerale

Somma Lombardo generiche

È l’ultimo viaggio, per lui che in una vita alla guida di un pullman ha fatto l’equivalente di tre viaggi dalla Terra alla luna: in tanti hanno voluto salutare Gianmarco Beltramini, “anima” – insieme ai famigliari – dell’azienda di trasporto Beltramini&Gianoli, scomparso lunedì.

Al Santuario della Ghianda di Somma Lombardo erano moltissimi: una settantina in chiesa, nel rispetto delle norme anti-Covid, moltissimi sul piazzale e lungo il viale, divisi e a distanza. Amici, parenti, ma anche tanti dipendenti, arrivati anche con l’immancabile autopullman.

Simbolo di una vita in viaggio, quella di Beltramini. Fatta di tanta fatica, di affetti e piccole cose. E anche di un ruolo: nella vita si può essere tante cose, lui era quello che portava i pullman. Che in una comunità – tra Golasecca e Somma Lombardo – vuol dire essere anche un riferimento, un pezzo di un mondo locale. «Abbiamo fatto insieme 312 uscite per andare a sciare, le ho contate. Lui era sempre il pullman numero uno, quello che trascinava gli altri cinque» ha detto al microfono, alla fine della messa, il diacono Angelo, suo stretto amico.

L’oratorio feriale, lo sci club, la parrocchia, le scuole: tante realtà hanno avuto a che fare con lui e con la sua azienda. Storia anche di famiglia. «Stavolta è davvero difficile salutarti, nonostante ti abbia visto tante volte fare la valigia per partire», l’ha salutato affettuosa la figlia Chiara. Ha parlato dei tanti aneddoti e ricordi che l’hanno travolta in questi giorni, come quando scompare qualcuno e si vuole condividere il dolore e il ricordo: «Come tanti pezzettini di un puzzle» che si ricompongono nel ritratto di 72 anni di vita.

Gli amici e la figlia hanno così restituito un bel ritratto di Beltramini, tra piccoli riti serali e ricordi di gioventù. «Oggi siamo qui in tanti a dirti ciao, non addio. Ti penso già là, insieme al papà e allo zio, a discutere di come cambiare una gomma», l’hanno salutato gli amici. «Buon viaggio e vai  piano, papà». E ogni volta che si partirà per una gita o una domenica sulle nevi, a Somma Lombardo, a Golasecca e negli altri paesi intorno a Malpensa penseranno a lui.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 23 Dicembre 2020
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