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Nessun viaggiatore e nessun ristoro, Federica scrive a Conte: “Servizi consolari dimenticati”

Federica Salonna e Fabio Catizzone sono i titolari di un'agenzia che procura visti per viaggi turistici e di lavoro. A causa del loro codice Ateco sono fuori da ogni aiuto: "Perso l'85% del fatturato"

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82.99.4 è il codice Ateco dimenticato da tutti tranne che da Federica e Fabio, titolari dell’agenzia Visto Facile di Gallarate, senza lavoro praticamente da marzo 2020 a causa dello stop planetario del settore viaggi causato dalla pandemia da Covid-19.

Qualche settimana fa ci avevano scritto una lettera nella quale esprimevano tutto il loro disagio per essere finiti nel dimenticatoio di qualsiasi forma di aiuto se non quello riservato alle partite Iva (gli ormai famosi 600 euro) e il prestito da 25 mila euro «ma il nostro settore è quello che sta subendo più di tutti questa chiusura – racconta Federica Salonna – e non siamo ricompresi nelle misure di sostegno previste dal Governo».

Servizi consolari, “La mia attività esclusa dagli aiuti, ma non lavoriamo da febbraio”

L’attività di Federica e Fabio Catizzone, infatti, è del tutto particolare e legata a doppio filo col turismo: lavorano a stretto contatto con i consolati per agevolare l’ottenimento di visti per turismo e per lavoro all’estero. Il numero riportato ad inizio articolo, infatti, è il codice Ateco delle attività che forniscono servizi per aziende che, con questa modalità di lockdown a zone, non hanno mai chiuso: «Non hanno chiuso, è vero, ma non hanno neanche viaggiato. Generalmente queste si rivolgono a noi quando devono mandare un tecnico o un dirigente in giro per il pianeta ma ora è tutto fermo. Non a caso abbiamo perso quest’anno l’85% del nostro fatturato. Chiediamo che si tenga conto di quanto emerge da una semplice visura camerale e cioè che la nostra attività è strettamente legata ai viaggi».

Federica e Fabio hanno provato a scrivere anche al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, probabilmente tramite la sua segreteria, ha gentilmente risposto «inoltrando la nostra problematica al Ministero dell’Economia ma da quel momento non abbiamo più ricevuto alcuna risposta». La loro situazione è davvero particolare e come loro in Italia ci sono pochissime altre realtà, un numero esiguo di agenzie concentrate principalmente a Roma e Milano, dove sono le sedi dei consolati, mentre quella di Gallarate funzionava grazie alla vicinanza di Malpensa e alla forte internazionalizzazione delle tante aziende del territorio attorno all’aeroporto.

Per una realtà come quella di Visto Facile, dunque, la situazione continua ad essere drammatica e lo sarà anche l’anno prossimo in quanto gli effetti del vaccino si vedranno da aprile in avanti: «Abbiamo già dovuto rinunciare alla nostra sede di Gallarate. Ricominciare non sarà facile e forse non ce la faremo ma, prima di arrenderci, vorremmo che il nostro sacrificio non venga mortificato. Esistiamo e abbiamo gli stessi diritti delle altre realtà del settore turistico».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 11 Dicembre 2020
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