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La solidarietà spontanea di Gallarate porta 1500 “scatole di Natale”

L'iniziativa, nata a Milano, a Gallarate ha generato un grande impegno collettivo: tante persone impegnate e centinaia di regali, per famiglie in difficoltà, bimbi dei carcerati, senzatetto

1500 "scatole di Natale" a Gallarate

Non ci sono solo le risse, a Gallarate. In giorni in cui la città è finita nei tg e sui giornali di tutta Italia per la maxirissa tra giovanissimi venuti da mezza provincia, c’è un’altra città – un altro pezzo di città –  che invece sta ancora mettendo energie nella solidarietà: mamme trentenni, bambini, signore della Caritas, nonni, tutti impegnati tutti insieme nella iniziativa delle “scatole di Natale”, che a questo punto va avanti anche passato il Natale.

«Non abbiamo ancora finito di consegnare tutte le scatole» spiega Fabiola, che insieme a Francesca ha dato il via all’iniziativa nel Gallaratese (Gallarate, ma anche Comuni immediatamente confinanti). «Da un conto ormai a spanne abbiamo superato le 1500 scatole».

Come già raccontavamo, l’iniziativa delle “scatole di Natale” – nata a Milano – qui ha avuto un seguito particolare, tra famiglie e associazioni. «Mano a mano che l’iniziativa prendeva piede e sempre più persone ne sono venute a conoscenza, siamo state inondate di telefonate e richieste di giorni aggiuntivi per le consegne. Tante scatole le abbiamo ritirate porta a porta. Portando i nostri bambini a scuola al mattino presto, ci incontravamo ai bordi delle strade concordate a raccogliere scatole. Abbiamo girato settimane intere con le macchine stracolme, destinando ai figli un piccolo spazio vitale», dice con ironia Fabiola.

L’iniziativa è diventata tanto grande che il gruppo di Gallarate ha finito per fare da hub anche per altre realtà circostanti: così ad esempio è stata coinvolta la classe 5a della primaria di Cimbro (Vergiate), «dove Ivana, una volontaria Caritas, ha parlato e spiegato ai bambini le attività della Caritas e quello che ognuno può fare per aiutare». O ancora – già prima di Natale – a Fagnano Olona, «dove abbiamo ritirato più di 150 scatole all’International school».

«Tantissime le persone che hanno aderito e questo ci ha permesso di allungare notevolmente le associazioni alle quali recapitare le scatole. In prima linea Pietro, Ivana e Micaela ci hanno dato una mano immensa a Cascinetta nella raccolta, logistica e distribuzione. Pietro ci sta tuttora aiutando con gli ultimi carichi e consegne».

Queste, appunto, stanno ancora andando avanti: «Nel centro Caritas di fianco la Basilica le consegne stanno continuando il martedì e il venerdì. Consegnate invece prima di Natale alla Casa di Francesco e al Buon Pastore, per le persone senza fissa dimora. 150 scatole sono state raccolte a Crenna e, grazie a Chiara (Banca del tempo), distribuite a Caritas Moriggia e San Vincenzo a Crenna. Un carico è stato fatto per la Croce Rossa che ha distribuito ai senza dimora in stazione a Gallarate. Un centinaio di scatole sono andate all’Associazione La Fonte. Scatole arrivate anche in Caritas di Arnate e all’associazione che si occupa delle famiglie dei carcarati. Cento scatole donate al Cav di Cassano, che si occupa delle famiglie con bambini 0-6. Nei prossimi giorni verranno fatte ulteriori consegne nella casa famiglia mamma-bambino al Camelot e diverse portate addirittura a Legnano in un’associazione sempre legata a Caritas».

Tanto lavoro per tante persone, nell’arco di un mese, sull’onda di un entusiasmo contagioso e della voglia di star dietro alle consegne di scatole. «È d’obbligo un elenco di super elfi collaboratori, perché come in tutte le cose, la volontà e la gioia si moltiplicano»: Edo e Fede, Andre e Ginevra i miei, Chiara Lorenzon, Micaela, i volontari della Caritas del centro, Chiara della Croce Rossa, Chiara Caritas centro, Federica, Antonella, Gigi e Paolo, «ma un ringraziamento speciale lo dobbiamo a Don Luca, Pietro, Ivana e Francesca B., instancabili nel fare con noi il lavoro faticoso».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 11 Gennaio 2021
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