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Vaccinazioni anti Covid-19, la Lombardia ferma al 4% delle somministrazioni

Secondo il report del Governo in Regione sono state inoculate solo circa 3mila dosi sulle oltre 80mile consegnate, quarto peggior risultato a livello nazionale. A far esplodere il dibattito politico anche la critica della Lega all'assessore Gallera

campagna vaccino vaccinale anti Covid-19 in ASST Valle Olona busto arsizio

Sono partite le vaccinazioni anti Covid-19 in tutta Italia. La campagna vaccinale in Lombardia è però partita a rilento. A confermarlo è anche il Report ufficiale del Ministero della Salute (GUARDA QUI), che conferma i numeri ben al di sotto della media nazionale per percentuale di dosi inoculate rispetto a quelle consegnate.

La Lombardia, di fatti, si trova al quartultimo posto per percentuale di somministrazioni (3,9 %), avendo vaccinato 3.126 persone, un numero decisamente piccolo rispetto alle 80.595 dosi consegnate sul territorio regionale.

Peggio – per percentuale di somministrazioni rispetto al numero totali di dosi consegnate – ci sono solo il Molise (50 su 2.975 pari al 1,7%), la Sardegna (392 su 12.855 pari al 3,0%) e la Calabria (453 su 12.955 pari al 3,5%). La media nazionale vede altre realtà molto più avanti. La Provincia Autonoma di Trento è ben oltre la metà, avendo somministrato il 55%, il Lazio si sta avvicinando con oltre 48% delle dosi inoculate, il Veneto ha superato il 40% e la Toscana è al 37%.

Punta il dito contro la Regione il Gruppo Consigliare del Partito Democratico al Pirellone: «Con un misero 3,9%, la nostra regione è lontanissima dal 54,8% della provincia autonoma di Trento, ma anche dal 48,7% del Lazio. Il Pd chiese le dimissioni in Aula di Gallera già ad aprile quando furono chiari a tutti gli errori compiuti nelle RSA e nella gestione della pandemia, ma allora la Lega lo salvò. Lo fece per una sola ragione, perché sapeva che le responsabilità non erano solo dell’assessore, ma anche di Fontana e di tutta la sua giunta. Era vero allora ed è ancora più vero oggi».

Vaccini in Lombardia, la Lega “spara” su Gallera

A far esplodere il dibattito politico è stata una “velina” fatta filtrare dalla Lega, pubblicata dall’Ansa, che ha messo sul piatto la sfiducia della Lega verso l’assessore di Forza Italia: : «Le dichiarazioni dell’assessore non rappresentano il pensiero del governo della Lombardia» la dichiarazione con cui la Lega ha marcato le distanze, pur con successivo correttivo («Ma non possono comunque essere strumentalizzate dal governo per accusarci di ritardi»). E anche nella mattina di lunedì il presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti, rispondendo al sindaco di Bergamo Gori, ha difeso la Regione («la Lombardia ha un piano chiaro e ben definito e svolgerà a pieno e per tempo il proprio compito») ma non ha speso parole per Gallera.

Le opposizioni ovviamente vanno all’attacco e invece tengono invece i destini di Gallera e dell’intera giunta Fontana. «Ormai la credibilità dell’assessore è al minimo ed è incompatibile con la guida della sanità lombarda, ma non basta mandare via Gallera per raddrizzare la situazione, sono il presidente Fontana e l’intera giunta ad essersi dimostrati una volta di più inadeguati a guidare la Lombardia» dice il Pd lombardo. «Quindi, ci aspettiamo che si corra nella somministrazione dei vaccini anti Covid e si recuperi il tempo perso, perché le carenze organizzative e i ritardi di chi amministra la Lombardia ci sembrano davvero intollerabili e irrispettosi nei confronti di cittadini e operatori sanitari che hanno dimostrato in questi mesi di essere di gran lunga più responsabili e concreti di chi amministra la regione in cui abitano».

Le critiche non vengono solo dal campo della politica. Attacca Emilio Didonè, segretario generale di FNP CISL Lombardia: «Non siamo orgogliosi di essere stati facili profeti, ma ancora una volta regione Lombardia si è dimostrata impreparata a gestire la situazione. La vita reale è diversa da quella che l’assessore Gallera immagina: è fatta anche di ferie e di organizzazione del personale. Non si può lasciare in mano al caso e all’improvvisazione la salute delle persone. Il sindacato da tempo chiede che su prevenzione e cura si attuino progetti che tengano conto delle esperienze territoriali e professionali che questo territorio ha maturato e cresciuto. Invece, da anni vediamo riforme e proposte che hanno snaturato la mission e abbassato il livello della sanità pubblica della regione. Possibile che non impariamo mai dai nostri errori? Un’altra falsa partenza con il solito immancabile autogol di regione Lombardia. I primi dati della regione che si vanta di essere la prima in Italia sono deludenti, sconfortanti, inaccettabili e tra i peggiori in Italia. Se questa è la premessa non nascondiamo le nostre preoccupazioni per la prossima campagna vaccinazioni degli anziani in programma a marzo 2021. Ci saranno i vaccini in quantità sufficiente per tutti gli over 65? I tempi saranno rispettati? Le siringhe saranno quelle giuste? Dovremo ricorrere a una lotteria per scegliere i fortunati? È ora di trovare vere soluzioni e mettersi al lavoro per invertire una tendenza che ci sta facendo scivolare ai posti più bassi per la qualità dell’offerta».

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Pubblicato il 04 Gennaio 2021
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