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Cosa significa “far lavorare chi prende il Reddito di Cittadinanza”

Nell'autunno qualche annuncio aveva fatto pensare che la "riattivazione" delle persone fosse dietro l'angolo. Non è proprio così: abbiamo verificato, prendendo come esempio i Comuni della zona tra Gallarate e Malpensa

jogging al Parco Castello chiuso per manutenzione del verde

Ma a che punto siamo con i progetti per riattivare chi percepisce il Reddito di Cittadinanza?
Mentre a Roma lo strumento torna ad essere discusso, sui territori l’effettiva messa a regime del sistema resta complicata e legata anche a dinamiche locali. Nello specifico parliamo dei PUC, i Progetti Utili alla Collettività che servirebbero ad attivare le persone che stanno percependo il reddito di cittadinanza.

L’effettiva attivazione dei Progetti è stata al centro di più di un annuncio: all’inizio dell’autunno scorso sembrava cosa fatta, poi (complice anche il lockdown) una serie di segnalazioni a livello locale hanno messo in dubbio l’avanzamento dei progetti, in alcune località c’è stata anche una certa discussione politica. E dunque: a che punto siamo? Abbiamo provato a fare il punto sulla zona tra Gallarate e Malpensa.

Quante sono le persone che prendono il Reddito di Cittadinanza e possono dare un contributo?

L’attivazione dei Progetti è legata agli ambiti socio-sanitari: i Comuni dell’area immediatamente intorno a Malpensa rientrano negli Ambiti sociali di Gallarate e di Somma Lombardo. Sono in particolare gli uffici di questi due Comuni a fare da “coordinatori” per altri Comuni.

I PUC, poi, riguardano solo una parte dei percettori del Reddito di Cittadinanza: «Altre persone rientrano infatti nei progetti sociali, rivolti alle figure più deboli, come quelle con dipendenze o disabilità» spiega l’assessore di Samarate, Nicoletta Alampi.
Ad esempio a Somma Lombardo – quantifica l’assessore sommese Stefano Aliprandini – si parla di circa «50 persone» su 137 percettori. A Samarate sono una quarantina, su una “base” di 130 percettori di RdC.
A Gallarate i percettori sono 604 e l’obbiettivo del Comune è arrivare a impiegarne «una trentina», quantifica l’assessore Stefania Cribioli. Trenta almeno in fase iniziale, per poi «ampliare la platea». A Cardano al Campo «pensiamo a una dozzina di persone», dice il sindaco Maurizio Colombo (i percettori cardanesi sono 99). A Casorate Sempione si parla invece di «nove persone, di cui solo quattro adatti al lavoro» dice Fausta Battaglia, delegata al sociale.

Per poter attivare le persone, si deve però individuare prima i Progetti concreti: significa che gli uffici comunali devono individuare i possibili ambiti di applicazione e verificare che ci siano persone adatte a svolgere quel tipo di incarico, anche per attitudine (per esempio nel contatto con il pubblico) o autonomia di lavoro in sicurezza. Questa fase è stata portata avanti dall’autunno e non è solo burocratica, perché significa valutare le persone.

Formalizzare i Progetti Utili alla Collettività: come va tra Gallarate e la zona di Malpensa

Quanti sono i progetti attivati? Variano molto sul territorio: alcuni Comuni li hanno individuati e stanno passando alla fase operativa e dunque si può anche calcolare una incidenza complessiva. A Lonate Pozzolo sono «cinque le persone individuate», spiega l’assessore Melissa Derisi, su una cinquantina di “attivabili”. A Cassano Magnago sono stati formalizzati sei progetti, per sette beneficiari (sono 146 i percettori).

L’attivazione dei Progetti e dei percettori i RdC richiede anche l’impiego di risorse da parte dei Comuni. I soldi arrivano dagli Ambiti sociali – dunque nel caso specifico da Gallarate e Somma – e vengono trasferiti poi ai singoli Comuni. «Noi abbiamo appena ricevuto dall’ambito 20mila euro per l’attivazione dei progetti» spiega ancora Nicoletta Alampi, assessore di Samarate, dove non sono mancate le polemiche sui ritardi di attivazione dei Puc. A Gallarate i progetti non sono definiti: «Sono in attesa di formalizzazione, tra qualche settimana ci sarà l’approvazione». Chi invece li ha già ufficializzati, con apposita delibera comunale, è Cassano Magnago, con sette progetti.

Far lavorare chi ha reddito di cittadinanza: il nodo di assicurazione, formazione, costi

L’inquadramento delle persone (che non sono volontari, ma neppure dipendenti comunali) richiede infatti una serie di adempimenti, che significa anche costi: ad esempio a Cassano Magnago è stata prevista una spesa tra 1400 e 1600 euro per la formazione di ogni aderente ai Puc, comprensivi di assicurazione, formazione, visita medica.
La fase della formazione non è stata ancora attivata nell’ambito di Gallarate, mentre è già a buon punto nell’ambito di Somma Lombardo: «I corsi si terranno al CFP Ticino Malpensa, a livello di ambito distrettuale» spiega ancora Aliprandini, l’assessore di Somma che di fatto coordina la partita nei Comuni immediatamente a ridosso dello scalo. Tra questi c’è ad esempio anche Lonate Pozzolo, che appunto ha già avviato i suoi Puc e prevede di attivare cinque volontari: «I corsi dovrebbero partire entro il mese di febbraio» chiarisce l’assessore lonatese Melissa Derisi.
A Cardano «stiamo cercando di iniziare i colloqui» spiega ancora il sindaco Colombo.

Come verranno impiegate le persone che prendono il reddito di cittadinanza?

I Progetti Utili alla Collettività ipotizzati dai Comuni sono diversi, ma in gran parte ritorna l’idea di impiegare le persone nella cura di spazi comunali e spazi verdi, oltre che per una serie di esigenze emerse in questa fase di pandemia.
Partiamo dai Comuni dove la cosa è formalizzata e ufficializzata: a Lonate Pozzolo saranno impiegati per misurazone della temperatura all’ingresso degli uffici, attività in biblioteca, cura del verde, consegne a domicilio della spesa, a Cassano Magnago si parla di servizio sociale (due persone), cura del verde, piccole manutenzioni, sicurezza davanti alle scuole.

Emergono però anche delle specificità: a Lonate c’è un progetto che prevede anche di “promuovere e potenziare relazioni tra i cittadini lonatesi beneficiari del RdC”, aiutandoli nell’ ”incontro e scambio di competenze”, in una sorta di mutuo aiuto. A Cassano invece i percettori saranno attivati anche per la digitalizzazione dell’anagrafe cimiteriale e delle pratiche edilizie (una persona per ognuno dei due progetti), che può aiutare lo sviluppo di specifiche competenze. A Casorate Sempione due persone porteranno il loro contributo nelle mense scolastiche, per il «far rispettare il distanziamento», spiega l’assessore Battaglia, che specifica che anche le eventuali altre persone che saranno attivate verranno impiegate nell’area del sociale. A Somma Lombardo si è pensato ad una funzione particolare: la pulizia dei cartelli stradali.

Uno dei temi delicati tenuti in considerazione in alcuni Comuni è anche quello del rispetto della privacy: si tratta infatti di inserire persone che non sono dipendenti comunali e quindi una delle attenzioni emerse è queste, di fronte ad alcuni impieghi. Anche a Gallarate si pensa soprattutto all’impiego per «pulizia di aree esterne e piccole manutenzioni, anche nei parchi» dice l’assessore Cribioli. A Cardano al Campo si pensa a «3-4 squadrette per tenere in ordine il paese», dunque anche in questo caso per pulizie e piccole manutenzioni.

Far diventare il Reddito di Cittadinanza una risorsa collettiva, dopo un anno e mezzo

L’assessore sommese Aliprandini non nasconde qualche difficoltà di un sistema da costruire da zero, il che ha richiesto anche un impegno delle strutture comunali (che prima era stato formato per il REI, il “reddito di inclusione” che è stato smantellato nel 2019, costringendo a ripartire da zero). «Ora cerchiamo di lavorare perché anche il Reddito di Cittadinanza diventi una risorsa», sintetizza Aliprandini. «C’è davvero da superare molta burocrazia» ammette anche Fausta Battaglia da Casorate.

Reddito cittadinanza

Di certo, a quasi un anno e mezzo dal Decreto attuativo del 22 ottobre 2019, qualche difficoltà sembra esserci ed essere generale, non specifica di singoli Comuni (anche se non va dimenticato che in altre realtà si è già partiti, ad esempio Legnano, foto sopra). È pur vero che di mezzo c’è stato un anno di pandemia, che ha distolto l’attenzione e rallentato oggettivamente alcune fasi, ad esempio con l’impossibilità di tenere corsi in presenza: a due anni dall’istituzione del Reddito di Cittadinanza resta in ogni caso una analisi da fare, per capire quanto lo strumento possa funzionare su questo versante.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 10 Febbraio 2021
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