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Maria Grazia, la prima arbitra di calcio in Italia. “Scendevo in campo e restavo donna”

Cagliaritana, allora 36enne, Maria Grazia Pinna ricorda quegli anni in cui la sua presenza tra i calciatori era una novità assoluta. «Non rinunciavo a fondo tinta e braccialetti». C'erano le offese del pubblico ma anche l'educazione dei giocatori. «Nessun brutto ricordo»

maria grazia pinna ex arbitra calcio

Nel febbraio del 1979 Maria Grazia Pinna, all’epoca 36enne vedova con due figli originaria della Sardegna ma toscana d’adozione, ha fatto l’esordio da arbitro in una partita di calcio: è la prima donna in Italia ad indossare la divisa nera. «Ho dovuto scontrarmi con molti pregiudizi – racconta a Fanpage.it – Sono contenta che oggi ci siano altre donne arbitro riconosciute a livello internazionale. Forse un po’ è anche merito mio».

Maria Grazia Pinna è stata fra le protagoniste del documentario realizzato da Uisp in occasione del settantesimo anniversario della fondazione, nel 2018. “Capitane Coraggiose, la storia dell’Uisp raccontata dalle donne”, è il video che raccoglie le interviste a Franca Caiani, Margherita Biagini, Ansalda Siroli, Teresa Vitale, Luigia Introini, Mariagrazia Pinna e Gigliola Venturini.

Tutto è cominciato con l’ennesimo torneo fra bar di quartiere – si legge nell’articolo di FanPage – Quello gestito dall’allora trentacinquenne ex commessa della Rinascente a Cagliari che, a dire di Maria Grazia, aveva una squadra presa spesso di mira dalle giacchette nere. «A un certo punto mi sono arrabbiata e ho detto: va bene, divento arbitro». La notizia del suo corso di formazione alla Uisp, Unione Italiana Sport Per tutti, una delle più grandi associazioni italiane di sport amatoriale, arriva ben presto all’orecchio di alcuni giornalisti della zona. E così, quando alla periferia di Firenze è scesa per la prima volta in campo per l’esordio, «C’erano almeno 200 giornalisti da tutta Italia». L’attenzione mediatica sulla prima donna arbitro si fa alta fin da subito. Non mancano nemmeno le critiche, le allusioni e persino i soprannomi. L’arbitro col rossetto, col fondo tinta, ma Maria Grazia non se la prende mai. Anzi, sorride e si diverte. Anche perchè era tutto vero, ammette. «Ero col fondo tinta, i braccialetti, il rossetto, i pantaloni cortissimi. Andavo in campo da donna», rivendica.

Anche gli insulti dagli spalti non sono mai mancati, così come le battutine alle quali Maria Grazia ha ogni volta saputo rispondere a tono, nonostante qualche lavata di testa dei commissari, ai quali toccava ricordarle di non dover replicare alle provocazioni del pubblico. Che poi, ricorda l’ex arbitro Uisp, era quello il vero problema. Altro che i calciatori. «Erano educati, sorridevano, erano contenti quando arbitravo io – sottolinea – L’ho fatto per oltre dieci anni, dirigendo tantissime partite. Anche perché ad un certo punto volevano sempre me. Ed io l’ho fatto sempre con grande passione. Non ho nessun brutto ricordo di quella esperienza».

SPECIALE UISP – Tutti gli articoli su VareseNews

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Pubblicato il 24 Febbraio 2021
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