Quantcast

Il conservatorio di Gallarate cerca nuovi spazi. E adesso si pensa al Teatro del Popolo

Il Puccini, con il passaggio al finanziamento da parte dello Stato, sta lavorando a nuove prospettive e ha rinnovato la richiesta di nuovi spazi. L'assessore ha confermato l'ipotesi di un uso del teatro di via Palestro: "Non posso dare certezze, ma ci stiamo lavorando"

gallarate generico

«Se non ci saranno spazi entro un mese/un mese e mezzo, rischiamo di perdere la programmazione». Il conservatorio Puccini di Gallarate sta crescendo, programma nuovi corsi, sta preparando altri appuntamenti ma resta ancora in attesa di una sede più ampia: la richiesta è stata rilanciata dal direttore, Maestro Carlo Balzaretti. La prospettiva? «Stiamo lavorando per verificare l’uso del Teatro del Popolo» ha detto l’assessore alla cultura Massimo Palazzi.

Il tema è sul piatto da tempo.La “statizzazione” dell’istituto comunale (che sarà appunto sostenuto dallo Stato) ha aperto nuove prospettive e già a dicembre il conservatorio aveva avanzato pubblicamente la richiesta di nuovi spazi, essendo ormai insufficiente la sede attuale, la bella villa Liberty di via Volta-via Dante.

L’istituto – ha tenuto a sottolineare il Maestro Balzaretti – ha avviato «importanti lavori» sulla sede, comprendenti «insonorizzazione delle aule, rinnovo degli uffici, nuovi impianti elettrici, un collegamento wi-fi necessario alla modalità telematica delle lezioni». Ma la prospettiva di lungo termine resta chiara: servono nuove aule. «Al ritorno delle attività in presenza, gli spazi non saranno più sufficienti. Confidiamo nella sensibilità del Comune» ha detto Balzaretti nel corso di una conferenza stampa dell’Istituto.

«Vedere coinvolti tutte le componenti – gli studenti, i docenti, gli uffici – mostra come si sono create energie nuove: in dodici anni di direzione in diversi conservatori non ho mai vissuto tre mesi di attività così vivace
» ha continuato Balzaretti, che insieme ai vicedirettori Giacomo Mezzalira e Giorgio Spriano ha illustrato anche i progetti incentrati in particolare sulla «grande campagna di ammissione che durerà mesi» e che punta a portare nuovi studenti all’Istituto. Oltre ai corsi di percussione e tromba, già attivati, è poi prevista anche l’istituzione di nuovi insegnamenti.

«Vedere coinvolti tutte le componenti – gli studenti, i docenti, gli uffici – mostra come si sono create energie nuove: in dodici anni di conservatorio non ho mai vissuto tre mesi di attività così vivace
» ha continuato Balzaretti, che insieme ai vicedirettori Giacomo Mezzalira e Giorgio Spriano ha illustrato anche i progetti incentrati in particolare sulla «grande campagna di ammissione che durerà mesi» e che punta a portare nuovi studenti all’Istituto. Oltre ai corsi di percussione e tromba, già attivati, è poi prevista anche l’istituzione di nuovi insegnamenti.

E gli spazi? La richiesta, si è detto, è chiara. Dal Comune arrivano non certezze, ma quantomeno una prospettiva di lavoro.
Rispondendo alla richiesta, nel corso della conferenza stampa, l’assessore Palazzi ha citato alcuni «spazi particolarmente adatti alla musica». Due, nello specifico: la attuale biblioteca civica di piazza San Lorenzo da usare come spazio «per alcuni eventi particolari» 
ma soprattutto il Teatro del Popolo di via Palestro. «Stiamo lavorando per verificare la possibilità di un uso del Teatro del Popolo, dal punto vista burocratico ma anche sotto il profilo tecnico, perché richiederà modifiche sostanziali degli spazi».

Il Popolo diventerebbe così una seconda sede del Puccini, affiancando la villa di via Volta: spazi adeguati ad un istituto che riporta una sede universitaria a Gallarate (in passato lo è stata l’Aloisianum, facoltà di filosofia)
La presenza del conservatorio potrebbe dare una identità certa a un teatro che da un lustro almeno fa i conti con una incertezza di vocazione. Ma non solo: «Il conservatorio sarebbe così di fronte ad una scuola con tradizione musicale ormai da oltre trent’anni (le medie Majno, ndr)» ha continuato Palazzi. «Non posso promettere la certezza, ma stiamo lavorando in questo senso».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 02 Marzo 2021
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore