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Aumenti dell’imposta sulla pubblicità, “Cassani corregga gli svarioni”

La lista civica +Gallarate incalza il sindaco sulle "cartelle pazze" e sottolinea che non è un errore della concessionaria Ica ma una scelta di Palazzo Borghi

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«È assurdo che in pieno lockdown siano state aumentate inconsapevolmente le imposte sulle pubbliche affissioni» dice Davide Romito, responsabile del gruppo di lavoro Bilancio della lista civica +Gallarate.

Il riferimento è alle “cartelle pazze” arrivate da ICA e che il Comune adesso disconosce: il sindaco Andrea Cassani ha invitato a non pagarle e promette un correttivo.

Secondo +Gallarate però il sindaco «ha scaricato la responsabilità sulla concessionaria Ica», ma la scelta è dell’amministrazione, assunta (ricordavamo ieri) con delibera dello scorso 24 marzo 2021. Da qui deriverebbero gli aumenti denunciati dai commercianti

«Un errore che si somma alla scelta di chiudere un bilancio consuntivo 2020 con un avanzo di amministrazione di quasi 3 milioni, senza prevedere un vero piano di aiuti per i commercianti gallaratesi», denuncia ancora la civica +Gallarate.

«Non solo non si è scelto di utilizzare tutte le entrate correnti provenienti dallo stato per aiutare le categorie più colpite dal Covid-19, bilancio alla mano» lamenta Davide Romito. «I commercianti si sono ritrovati addirittura più tasse da pagare!”. Mentre i commercianti ricevevano il conto da pagare, ieri il sindaco dichiarava sui quotidiani che “questa amministrazione ha fatto tantissimo per il commercio”: oltre il danno, la beffa.»

«Invece di fare propaganda, il sindaco corregga subito gli svarioni nella delibera 38, e utilizzi le risorse a disposizione per ridurre l’imposta sulla pubblicità per l’anno 2021 ai settori maggiormente colpiti dal lockdown». Sul primo punto è stato lo stesso Cassani a esporsi promettendo un intervento.

Pubblicato il 22 Aprile 2021
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