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Gallarate e il 25 aprile: la memoria della Liberazione, in attesa di sconfiggere il virus

Per il secondo anno l'Anpi ha voluto celebrazioni in forma ridotta, anche come segnale di responsabilità. Al cimitero e in centro città il ricordo della lotta che unì persone con idee diverse, per la libertà d'Italia

Il 25 aprile 2021 a Gallarate

Un altro 25 aprile senza corteo, senza discorsi, con presenze ridotte. È il secondo anniversario della Liberazione, dopo quello del 2020, celebrato in misura ridotta: a Gallarate l’Anpi cittadina, in accordo con il Comune, ha confermato anche quest’anno un programma limitato, per rinnovare il messaggio di attenzione alla salute, bene comune da salvaguardare.

Due sono stati i momenti promossi dalla sezione Anpi guidata da Michele Mascella: alle 9.30 al cimitero è stato reso omaggio al monumento ai partigiani e ai deportati, ai Caduti (gli italiani sacrificati in quella guerra scatenata dal regime fascista). E ancora l’itinerario della memoria ha toccato la tomba di Francesco Buffoni – socialista perseguitato, esule in Francia, poi sindaco – e di Attilio Colombo, instancabile organizzatore comunista, membro del CLN che riuniva tutti i partiti nazionali, anche a Gallarate.

Al cimitero Michele Mascella non ha pronunciato discorsi ufficiali, ma ha voluto leggere la lettera inviata dal prevosto monsignor Riccardo Festa: «Questa data ricorda il passaggio ad un sistema di civile convivenza, dove tutti i cittadini per principio sono uguali davanti alla legge. Si chiudeva infatti un’epoca dove il regime vigente, in modo programmato dalla legge stessa, aveva introdotto discriminazioni persino a partire dalla razza. Discriminazioni che poi erano diventate giustificazione sufficiente per deportare cittadini italiani innocenti verso campi di sterminio, dai quali molti non sono tornati. Quella storia deve restare chiusa e verso quel periodo non possiamo nemmeno concedere forme ammiccanti di sottile benevolenza».

Le parole del prevosto hanno fatto riferimento anche alle sfide d’oggi: «Insieme possiamo e però anche dobbiamo operare per una convivenza democratica, davvero ospitale per ogni persona e amica di tutti i popoli. Dobbiamo riconfermarlo in questi tempi di emergenza sanitaria, dove le difficoltà da affrontare potrebbero portarci a essere impazienti verso le mediazioni necessarie in un sistema democratico per cercare scelte condivisibili e condivise».

Il 25 aprile 2021 a Gallarate

Al cimitero erano presenti anche il sindaco Andrea Cassani e il presidente del Consiglio comunale Donato Lozito. «Ci auguriamo tutti che l’anno prossimo si possa tornare a celebrare come in passato il 25 aprile» ha detto nel breve intervento il sindaco. «Tutti quanti siamo ancora chiamati a comportamenti prudenti: un apprezzamento a voi che state rispettando tutti i dettami e le normative».

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Alla celebrazione hanno aderito con propria delegazione il locale circolo Arci Cuac e il Partito Comunista, che prima della commemorazione ha portato un suo omaggio al monumento dei resistenti al cimitero, che ricorda partigiani uccisi in città (come il garibaldino Angelo Pegoraro e il cattolico Luciano Zaro), sui monti dell’Ossola e in altre zone d’Italia (per esempio Germano Cardoletti, nella Liguria interna), operai antifascisti deportati (come Vittorio Arconti), oltre che due vittime dell’odio razziale (Lotte Froelich e Clara Pirani Cardosi).

Il 25 aprile 2021 a Gallarate

Il secondo momento si è tenuto al Monumento alla Resistenza di Largo Camussi, con deposizione della corona di fronte alla fontana che ricorda la lotta di Liberazione.

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L’Anpi ha curato un video con diverse voci (Auser, scuole, Cgil, Associazione Mazziniana, Federalisti Europei) oltre agli interventi del sindaco e dell’oratore ufficiale Enzo Laforgia: «Settantasei sono gli anni che ci separano dal 25 aprile 1945. Intere generazioni si sono succedute e tutte hanno potuto godere della pace e della libertà in un contesto di diffuso benessere» ha esordito Laforgia, parlando della difficoltà della memoria ma anche della Resistenza come «momento generativo» di ciò che siamo oggi. «Responsabilità e partecipazione» sono i valori che univano i partigiani di allora e che ancora parlano all’oggi.

Il video ufficiale di Anpi:

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 25 Aprile 2021
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