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Matteo prepara l’impresa: dal mare alla cima del Monte Bianco in 16 ore

Trecento chilometri in bici dal mare a Courmayeur, poi altri sedici a piedi e scalando: Matteo Manfron si sta allenando giorno per giorno: ci proverà nel cuore della prossima estate

gallarate generico

Trecento chilometri in bici dal mare a Courmayeur, poi altri sedici a piedi e scalando. Obbiettivo: raggiungere in un giorno la cresta del Monte Bianco, 4810 metri di dislivello complessivi.

È l’impresa estrema a cui sta lavorando Matteo Manfron da Cassano Magnago, 30 anni. Appassionato di ciclismo e di alpinismo, si sta preparando per il tentativo in estate: «Alcuni mesi fa ho avuto il Covid e nel periodo di stop ho covato questa idea, che in realtà avevo già in mente da sette anni, da quando c’era il record precedente di massimo dislivello in minor distanza percorribile in tutta Europa».

Il record era stato “firmato” a luglio 2013 da Nico Valsesia da Borgomanero, ciclista e appassionato di corsa in montagna, che si era inventato il record di dislivello positivo sullo stesso percorso che ora “sfiderà” anche Manfron: era andato da Voltri alla cima del Bianco in 16 ore, 35 minuti e 52 secondi.

È questo il valore preso come riferimento da Matteo Manfron: «Partirò da Genova Voltri e andrò fino a Courmayeur in bici, percorrendo circa 300 km, fino al lago Combal. Da lì affronterò 16 km a piedi con 3mila metri di dislivello positivo, sulla via tradizionale dal lato italiano».

Ovviamente la preparazione richiede molto tempo ed è già in pieno svolgimento, per arrivare alla massima forma in estate. Manfron non è nuovo a imprese di endurance, soprattutto in solitudine: «Sono stato due anni per lavoro in in Australia e in una occasione ho fatto un viaggio in Nuova Zelanda di 900 km a piedi in trenta giorni, ho fatto anche cinque giorni di montagna in solitaria e in autonomia totale. Una esperienza che mi ha segnato, che ha voluto dire davvero un cambio di vita».

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In bici se la cava bene, ha iniziato quand’era piccolo. Sulle lunghe distanze ha una capacità forgiata anche attraverso i viaggi, iniziati già alcuni anni fa con «un Cassano Magnago-Trecchina nel 2014», dalla Lombardia alla Basilicata in quattro giorni, pedalando per 260 km al giorno. Quanto ci metterà a pedalare dal mare a Courmayeur? «Il computerino lo guardo poco, vado di istinto», dice con naturalezza. Però poi una stima ce l’ha, ovvio: meno di dieci ore, per poi affrontare la salita a piedi.

 

 

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Sul versante alpinistico l’esperienza è più recente: «Ho fatto un corso di alpinismo sei anni fa, le mie ascensioni poi le ho fatte. Sono salito alla Capanna Margherita, ho provato vari trail di corsa in montagna». Nella salita al Monte Bianco sarà accompagnato anche da una guida alpina.

Quando arriverà il momento dell’impresa? «Intorno a luglio, il più in là possibile per trovare migliori condizioni meteo anche nel periodo di allenamento in montagna».

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Fisico asciuttissimo (e come potrebbe essere altrimenti) ogni giorno Matteo pedala da Cassano Magnago al posto di lavoro, la Edam srl, nella vicina – soprattutto per lui – Cedrate di Gallarate. L’azienda è diventata un partner, uno sponsor ma anche una comunità che lo segue:«Mi hanno mostrato fiducia e stanno lavorando con me, mi hanno dato flessibilità per permettermi l’allenamento».

«Vedo una ragione comune tra quello che facciamo sul lavoro e l’impresa sportiva: superare i limiti, raggiungere un obbiettivo per passare all’obbiettivo successivo». Insieme stanno affrontando la preparazione (che coinvolge anche il centro Mapei Sport di Olgiate Olona), si lavora anche al logo che sosterrà l’impresa. Che – certamente curiosa – ha un “albo d’oro” molto limitato: anche solo un tentativo non è da tutti.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 22 Aprile 2021
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