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Ospedale unico di Busto Arsizio e Gallarate, Sinistra Chiara: “La pandemia non ha insegnato nulla”

La lista che sostiene la candidata sindaco Chiara Guzzo torna sul tema del nuovo ospedale che la Regione intende costruire tra Busto Arsizio e Gallarate

ospedale busto arsizio

In questi ultimi tempi si intensificano sempre di più le voci per cui il progetto del nuovo centro ospedaliero Busto – Gallarate sarebbe in dirittura d’arrivo e Sinistra Chiara per Busto vuole ribadire la propria contrarietà a quest’opera che la Regione insiste nel voler portare avanti: «Che l’idea di un ospedale unico tra Busto e Gallarate venga ripresa in corso di una pandemia, di cui ancora non si intravede la fine, può essere sufficiente a gettare sconcerto i tra i cittadini per l’ennesima volta vittime sacrificali delle opinabili scelte regionali e locali».

Secondo la lista che sostiene Chiara Guzzo ogni decisione presa è stata un errore: «La via che ha portato a questo annunciato inferno non è nemmeno lastricata di buone intenzioni, quale la scelta già da tempo dell’area dei terreni su cui costruirlo, con il beneplacito dei sindaci ai governi delle due città, dei governatori succedutisi in Regione e delle diverse D.G. nell’azienda coinvolta, ecco che con la nuova tornata elettorale tutto sembra rimettersi ai blocchi di partenza».

Quello che a Sinistra Chiara preme di più «è il modo in cui ogni cittadino debba essere trattato in ambito sanitario, e in rispetto dell’articolo 32 della Costituzione , e cosa comporterebbe lo smantellamento di due ospedali pubblici, con bacini di utenza importanti in termini numerici ed afferenti ad una area vasta quale il Gallaratese , Busto e la Valle Olona».

Secondo la disamina dei componenti del gruppo di sinistra «già prima della pandemia i due ospedali erano sofferenti a causa della progressiva riduzione di posti letto e a partire dal 2008 (legge Brunetta) per il blocco del turnover del personale , nonchè del fuggi fuggi di personale medico ed infermieristico verso altri lidi più appetibili o meno massacranti (leggesi settore privato, medicina di base e la vicina Svizzera)».

Cosa comporta tutto questo? Secondo Sinistra Chiara per Busto, nulla di buono: «Aumento dei tempi di attesa per visite ed esami strumentali, dilazionati sempre più nel tempo con giusta lamentela dei “clienti” che a volte purtroppo debbono rivolgersi a strutture private per accelerare i tempi, e spesso a pagamento , sostenendo spese maggiori e non sempre con la sicurezza di avere una diagnostica all’altezza del sistema pubblico. Se, ad esempio, due attrezzature per la tac a Gallarate e due a Busto non permettono di abbassare i tempi di attesa, come si potrebbe pensare che con un ospedale unico ci possa riuscire? Tutto questo risponde alla logica dei tagli legati all’ospedale come azienda che produce e fa business, ma non come luogo di cura.

Ora con la crisi pandemica le criticità sono venute alla luce, «gli operatori che da privilegiati, sono diventati eroi, addirittura angeli, ogni giorno devono far appello a tutta la professionalità ed umanità possibile anche solo per conforto agli ultimi e per contenere lo stress e le ire dei “clienti” che non vedono soddisfatte le loro richieste, nemmeno per i controlli di routine».

Una riflessione sulle strutture che verranno chiuse: «L’appetibilità dei due attuali ospedali non più utilizzabili, posizionati in maniera strategica, in attesa di tempi migliori, sarà occasione per fare speculazione, ripetiamo solo in attesa di tempi migliori. A Legnano si è usata la stessa logica, anche di fronte alla pandemia e alla mancanza di terapie intensive si è preferito spendere milioni per operare in Fiera Milano, risultato della prima ora : 7 posti letto!»

I sostenitori di Chiara Guzzo rispondono all’appunto che viene spesso mosso in queste occasioni “a Legnano hanno fatto l’ospedale nuovo”:«Vero – ma contestualmente i servizi, contrariamente a quello che si vorrebbe fare con l’Ospedale Unico Busto – Gallarate, sono stati mantenuti e implementati con una specifica designazione presso gli altri tre nosocomi facenti capo alla stessa azienda ospedaliera (Abbiategrasso, Cuggiono, Magenta) Anche il “nuovo” ospedale di Varese ha mantenuto il medesimo bacino di utenza terrioriale».

Non da ultimo, legato alla costruzione dell’ospedale unico Busto-Gallarate emerge sempre di più nella sinistra-sinistra: «il dubbio di “una speculazione edilizia oltre a un ennesimo consumo del suolo, con un massacro del territorio di una delle poche aree verdi rimaste intorno a Busto ed al Parco del Ticino».

Cosa dovrebbe fare la politica? «La politica si deve assumere la responsabilità di evitare lo sfascio dei due nosocomi di Busto e Gallarate, nati come eccellenze , e potenziando i livelli attuali di prestazioni sia in termini di personale che di reparti che di servizi. E’ urgente rivedere un percorso che ricomprenda i servizi sul territorio e la medicina di base. Ci si domanda a questo proposito che fine abbiano fatto I progetti delle case della salute. Per La Sinistra Chiara, lista neonata per portare la Sinistra bustese protagonista dell’agire politico, si è precipitati verso la sistematica distruzione dell’intervento pubblico nei confronti dei cittadini , senza la dovuta attenzione e opposizione».

Oggi le istanze della salute come diritto sacrosanto sono incarnate da comitati spontanei di cittadini e dagli operatori della sanità, organizzati per denunciare e chiedere soluzioni a questo disastro: «Le risposte potranno arrivare e saranno diverse – concludono -, se altra sarà la visione politica: dalla logica profitto delle Aziende Ospedaliere all’impegno del territorio per il benessere e il diritto alla salute per tutti».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 06 Aprile 2021
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