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L’aumento dei costi delle materie coinvolge l’88% dell’industria varesina

Non è solo una questione di prezzi. Il 58% delle aziende ha anche problemi di reperibilità. Il focus sugli impatti delle tensioni internazionali sulle commodity curato dall’Ufficio studi di Univa 

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Le tensioni internazionali sui mercati delle commodity impattano anche sull’industria varesina. L’88% delle imprese manifatturiere del territorio all’ombra delle Prealpi registra un aumento dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati utilizzati nelle proprie fasi produttive.

È quanto emerge da un focus dell’indagine congiunturale sul primo trimestre del 2021 svolta dall’Ufficio studi dell’Unione degli industriali della Provincia di Varese. Il fenomeno è stato analizzato su stessa richiesta del sistema produttivo locale che da tempo registrava forti innalzamenti delle quotazioni sui listini e, al contempo, problemi di reperibilità sul mercato.

Un sentiment generale che coinvolge tutta l’industria del made in Italy messa a dura prova dalle dinamiche a cui si assiste a livello internazionale e confermato nel Varesotto dai numeri. I maggiori incrementi nei prezzi sono stati registrati nei metalli di base, ferrosi e non, segnalati dal 39,5% delle imprese. Seguono i prodotti chimici di base, solventi, coloranti e ausiliari con quotazioni in salita registrate dal 30,2% delle imprese. Non poche tensioni si osservano anche nei polimeri per materie plastiche, qui le segnalazioni coinvolgono il 27,9% delle aziende.

A livello di settori, gli incrementi coinvolgono tutte le imprese (100%) dei comparti chimici e della gomma plastica, l’85% delle aziende meccaniche e l’83% del tessile e abbigliamento. Il 95% delle imprese varesine che ha registrato incrementi nei prezzi delle materie prime e dei semilavorati prevede che questo avrà un impatto sui costi di produzione nel medio-lungo periodo, portando, da un lato, ad un aumento dei prezzi di vendita (dinamica attesa dal 25% delle aziende), dall’altro, a una riduzione dei margini di profitto (8% delle aziende).

Nella maggior parte dei casi (67%) gli aumenti dei costi sui mercati comporterà più probabilmente ad un mix di entrambe le conseguenze: sia ad un aumento dei prezzi di vendita, sia ad una limatura dei margini di profitto. Ma non è solo questione di costi. Le preoccupazioni sono rivolte anche alla continuità produttiva e alla capacità di programmazione del lavoro.

Oltre all’aumento dei prezzi, il 58% delle imprese varesine denuncia, infatti, anche una scarsa reperibilità di alcune materie prime e di semilavorati. Tuttavia, se l’aumento dei prezzi è generalizzato e interessa tutti i settori, altrettanto non si può dire della scarsa reperibilità sui mercati. Tale fenomeno, infatti, coinvolge più che altro il metalmeccanico (75% delle imprese), la chimico-farmaceutica (67%) e la gomma-plastica (60%). Molto meno diffuse, invece, le problematiche nel tessile e abbigliamento dove la quota di imprese interessate alla scarsità nelle forniture scende drasticamente: 25%. Varese, 10 maggio 2021

Pubblicato il 10 Maggio 2021
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