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Alta astensione. I comunitari possono votare per scegliere il sindaco, ma spesso non lo sanno

I cittadini stranieri della UE devono registrarsi in una lista apposita, la scadenza è il 24 agosto. Migliaia le persone che potrebbero dire la loro sulla città o paese dove vivono, ma la partecipazione è ancora bassa

elezioni amministrative

C’è un pezzo d’Italia dove a fatica si arriverà al 10% di votanti alle elezioni.
Non è il caso di un Comune specifico, ma di un segmento: i cittadini comunitari dell’Unione Europea, che possono partecipare, ma devono iscriversi a una lista aggiunta.
Eppure non si parla di numeri esigui: sono oltre diecimila gli stranieri comunitari in provincia – rumeni, tedeschi e francesi i più rappresentati – che potrebbero dire la loro, ma forse non sanno neppure di aver diritto al voto.

Il meccanismo è stato definito nel 1997: la norma – il Decreto Legislativo 197 di quell’anno – prevede che “i cittadini di uno Stato membro dell’Unione europea che intendono partecipare alle elezioni per il rinnovo degli organi del comune e della circoscrizione in cui sono residenti, devono presentare al sindaco domanda di iscrizione nella lista elettorale aggiunta, istituita presso lo stesso comune”.

Come va in provincia di Varese? Abbiamo provato a verificare nei quattro Comuni più grandi che andranno al voto il 3-4 ottobre prossimo, vale a dire Busto Arsizio, Varese, Gallarate e Caronno Pertusella.

Voto ai comunitari: come funzionano gli avvisi

I Comuni hanno pubblicato – in forme diverse – avvisi per ricordare ai cittadini comunitari la possibilità di iscriversi alle liste aggiunte, entro il 24 agosto 2021. Così ad esempio il Comune di Busto Arsizio ha pubblicato l’avviso nella settimana che portava al Ferragosto, l’avviso è ben evidente sul sito comunale ed è stato inviato anche ai giornali locali (l’abbiamo scritto su VareseNews, qui).

Oltre all’avviso, pubblicato a luglio, Varese ha anche cercato di raggiungere prima i potenziali elettori: «Abbiamo mandato una lettera con i riferimenti e i moduli per l’iscrizione alla lista» spiega la dottoressa Nicoletta Zucchi, responsabile dei Servizi Demografici del capoluogo. Meno visibile l’avviso a Gallarate: non è tra gli avvisi ma si trova comunque sul sito, anche se non è indicato in modo esplicito il termine del 24 agosto (nel manifesto si fa riferimento alla data come “quinto giorno successivo all’affissione del manifesto di convocazione dei comizi elettorali”, che formalmente è il 19 agosto).

Ma quanti sono gli elettori comunitari? I dati in provincia

Quanti sono i potenziali cittadini europei elettori? Alcune migliaia, in linea generale.
Si capisce meglio se si guarda ai dati dei singoli Comuni, che abbiamo chiesto agli uffici dei Comuni (che ci hanno risposto con grande celerità, considerato anche il periodo agostano e insieme pre-elettorale)

A Varese invece  i residenti comunitari maggiorenni alla data del 3 ottobre sono 1211. Sono iscritti nelle liste elettorali e quindi avranno diritto di voto in occasione delle prossime comunali 143 cittadini. È in condizione di partecipare al voto dunque l’11,83% degli aventi diritto.

Gallarate è una città con forte incidenza di stranieri da tutto il mondo (9mila in totale) e si vede anche se si prende il dato dei soli cittadini UE : i comunitari sono 1111  – per la precisione 479  maschi e 632 femmine – dunque poco meno della ben più popolosa Varese.
Rispetto a Busto e Varese però la partecipazione che si può attendere è inferiore: sono infatti solo 15 gli iscritti alla lista elettorale aggiunta (1,35% degli aventi diritto), 4 uomini e 11 donne.

A Busto Arsizio – la città più popolosa al voto in questo 2021 – sono 1.055 i cittadini comunitari maggiorenni residenti. E di questi solo 79 sono iscritti ad oggi nella lista elettorale aggiunta per l’esercizio del voto in occasione delle prossime elezioni amministrative (7,49%).

Infine Caronno Pertusella, nel Saronnese, cittadina da 20mila abitanti: gli stranieri comunitari iscritti in anagrafe sono 326 e di questi solo 6 risultano ad oggi iscritti alla lista elettorale aggiunta (1,84%).

Va ricordato anche che l’iscrizione alla lista è permanente: chi si è iscritto ad esempio cinque anni fa – alle elezioni 2016 – potrà ancora votare. Ad ogni elezione comunque qualche oscillazione – cioè qualche nuova iscrizione – c’è: ad esempio a Varese dei 143 iscritti oggi, «39 coloro hanno presentato la domanda in questi mesi», spiega ancora la dottoressa Zucchi dei servizi demografici.

Elezioni amministrative, comunità straniere ancora poco coinvolte

Quanti sono gli stranieri comunitari che sanno di poter votare? È una domanda a cui è difficile rispondere. «Io l’ho scoperto solo due anni fa, sono residente dal 2013» ci spiega ad esempio un operaio cittadino rumeno di Busto Arsizio, che preferisce rimanere anonimo. «So che si può votare, ma è difficile e quindi non ho mai provato» ci ha invece raccontato una badante – anche lei rumena – già piuttosto delusa dalla politica del suo Paese. Mentre altri interpellati (in modo casuale) ignoravano ancora la possibilità.

Non bisogna pensare però solo a muratori e badanti: «Io voto sempre alle elezioni per il paese dove abito» ci dice un cittadino tedesco, ex ricercatore del JRC, il centro di ricerca europeo di Ispra. «Ma non tutti lo sanno, non è facile essere coinvolti nella vita del posto dove si vive».

La difficoltà di conoscere influisce forse anche sulla scarsa partecipazione dei giovani, che però è un problema più ampio che riguarda anche gli italiani tutti: a Varese ad esempio i neodiciottenni comunitari sono 14, sono stati raggiunti dalla lettera ma nessuno ha fatto domanda di iscrizione nelle liste elettorali (la più giovane iscritta nella “lista aggiunta” è comunque una ragazza di 19 anni).

Se si guarda al dato dei residenti in provincia cittadini di altri Stati UE si capisce come la questione riguardi potenzialmente diecimila persone almeno: al 1° gennaio 2021, gli stranieri residenti sono in totale 73 495 e di questi 14.800 circa sono comunitari (sono il totale: ovviamente i votanti sarebbero di meno, perché hanno diritto solo i maggiorenni).

L’analisi delle nazionalità offre uno spaccato interessante e anche un po’ inatteso: se si guarda ai numeri assoluti (dunque compresi i minorenni) al primo posto campeggiano i cittadini rumeni, che sono 8766 rumeni.
La seconda nazionalità più rappresentata è quella della Repubblica Federale Tedesca, con 1162 residenti in provincia. Seguono 936 francesi, 813 polacchi, 783 spagnoli, 493 bulgari, 468 dai Paesi Bassi, 271 portoghesi. E poi giù giù fino ai soli 17 cittadini dell’Estonia.

Sono persone che fanno parte della comunità, rappresentano anche una connessione con altre esperienze europee.
Per questo, al di là delle comunicazioni di legge obbligatorie, il Comune di Milano (che consente la richiesta online) ha ad esempio lanciato anche una campagna informativa – “Siamo europei e votiamo a Milano” – realizzata nell’ambito del progetto europeo APProach, finanziato dalla Comunità Europea – per favorire la partecipazione.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Agosto 2021
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