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Grassi (industriali): “La ripresa c’è, ma attenzione a non dimenticare Malpensa”

Alla vigilia dell'assemblea generale dell'Unione industriali della provincia di Varese, he si svolgerà in un hangar dell'aeroporto della brughiera, il presidente Roberto Grassi traccia un quadro sulle prospettive dell'economia del territorio

univa

Lunedì 27 settembre sarà il grande giorno per gli industriali varesini che ritornano in presenza per il loro appuntamento associativo più importante: l’assemblea generale. Sarà ospitata in un hangar dell’aeroporto di Malpensa, una scelta più che simbolica. In un momento in cui si parla di ripresa, lanciare un messaggio sul destino dell’hub della brughiera è molto importante per il territorio. A quella infrastruttura strategica è legato il destino di 40 mila lavoratori e di una miriade di imprese che hanno nell’export una quota di fatturato importante.

«Continuiamo a ripeterlo da tempo – dice Roberto Grassi, presidente di Unione industriali della provincia di Varese – è lo ribadiamo anche in questa occasione a costo di sembrare noiosi: Malpensa non è strategica solo per la provincia di Varese ma per tutto il nord Italia. Per noi è l’asset principale del territorio e non possiamo pensare ad alcun piano di rilancio economico e sociale efficace che non ponga al centro Malpensa. È bene continuare a ricordare i 40mila lavoratori tra diretti e indotto, che non sono solo a rischio occupazionale ma che avendo soft skill e capacità specifiche sono difficilmente reimpiegabili nella manifattura tradizionale se non con un percorso sulla formazione particolarmente complesso».

Su questo fronte il Pnrr potrebbe giocare un ruolo decisivo?
«Se parliamo di Pnrr, la cosa importante è riuscire a metter in campo tutto quello che stato riscritto dal governo Draghi e rispettare tempi e modalità per avere accesso a questi preziosissimi fondi che andranno a riposizionare la nostra visione strategica di industria manifatturiera. Purtroppo il grande assente dal Piano è tutto il comparto aeroportuale e ritorniamo al discorso di Malpensa. Ricordiamo che il settore aereo non è solo Alitalia, ma ci sono tante altre compagnie private e altri attori, alcuni dei quali presenti sul nostro territorio, ai quali dobbiamo dare pari opportunità».

In questi giorni si è parlato molto dell’aumento del prezzo dell’energia, che impatto avrà sulla ripresa?
«Stiamo uscendo da una crisi di 18 mesi generata dalla pandemia che ha pesato molto sul sistema manifatturiero. Abbiamo avuto tutta una serie di segnali positivi sulla ripresa a partire dai dati dell’indagine congiunturale del primo semestre che ci dà una certa iniezione di fiducia. Allo stesso tempo però vediamo nubi all’orizzonte perché il fattore energia è importantissimo soprattutto su alcuni settori energivori presenti sul nostro territorio che si sono visti triplicare l’importo delle bollette, con un duplice effetto negativo: una riduzione significativa della loro marginalità e a seguire una perdita di competitività rispetto agli altri competitor stranieri con un’impoverimento della nostra capacità di export. L’energia per noi è un asset strategico che è sempre stato valorizzato in modo importante. A questo si aggiunge il contestuale aumento dei prezzi materie e la contestuale difficoltà di reperimento delle stesse, è un altro tsunami che sta colpendo le nostre imprese. Questa situazione tocca tante materie prime: dall’acciaio ai microchip. Questi ultimi entrano in tante tecnologie e macchinari implementati per industria 4.0 che utilizzano sensoristica e tecnologie legate ai semiconduttori».

La scelta di fare un’assemblea in presenza è un chiaro messaggio di fiducia anche alla cittadinanza rispetto a quanto è stato fatto per uscire dalla pandemia
«È una scelta che esprime una voglia di ripresa. Però essere in presenza significa non allentare le misure di sicurezza a partire dall’obbligo del green pass. Questo è un tema che dall’inizio della pandemia il nostro sistema industriale ha avuto come priorità: il luogo di lavoro deve essere in sicurezza. Il messaggio che si dà con questa assemblea va nella stessa direzione, si può stare in presenza utilizzando tutti quegli strumenti che la garantiscono: i vaccini, le regole di distanziamento e soprattutto il green pass. È un messaggio che riguarda tutti non solo gli imprenditori».

Le previsioni parlano di un Pil in crescita rispetto alle stime fatte a inizio anno. Cosa dicono i dati relativi all’industria varesina?
«Siamo sicuramente in una fase di ripresa, con dei distinguo settore per settore. Alcuni vanno meglio altri faticano ancora a ripartire, ma mediamente i dati sono positivi e coinvolgono oltre 45 % delle nostre imprese. Nel primo semestre c’è stato un aumento della produzione e il dato dell’utilizzo degli impianti, parametro per noi molto significativo, ha superato i livelli precovid. Una vera cartina tornasole è il consumo energetico che è aumentato del 26% nel secondo trimestre del 2021. Altro parametro importante è la cassa integrazione che è diminuita del 20% rispetto al luglio del 2020. Però rimangono quelle nubi a cui si accennava prima, a partire dalle materie prime, che potrebbero determinare dei contraccolpi sul finire dell’anno. C’è infine un dato che va tenuto d’occhio: la perdita di fiducia e un rallentamento della Germania che è il nostro principale partner commerciale. È un campanello d’allarme per la nostra economia».

Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it
Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.
Pubblicato il 25 Settembre 2021
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