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Ciclabili e traffico, che fine ha fatto il Piano Mobilità di Gallarate?

Il Piano era stato preparato da una società di consulenza, ma si è arenato. L'assessore dice che deve essere corretto e ci vorranno ancora alcuni mesi. Il Pd critico sul ritardo

zona 30 cedrate via fiume

Che fine ha fatto il Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile della città di Gallarate? Della questione si era occupato qualche settimana fa il Pd gallaratese, che aveva chiesto i documenti svelato che il piano esisteva.

«Lo stiamo valutando» aveva detto l’assessore all’urbanistica Sandro Rech. Che aveva parlato di «paletti amministrativi» da inserire: «Occorre dividere gli interventi che si intendono realizzare da quelli che devono essere stralciati», tenendo conto in particolare «dei desiderata dell’amministrazione e del nuovo assetto viario».
Il riferimento ad esempio è a via Mazzini e alla sua celebre “inversione” completata nel 2019 alla vigilia del Covid, all’avvio di una modifica più ampia che è rimasta orfana della “fase due”, vale a dire la modifica del senso di marcia dell’anello via Verdi-piazza Garibaldi-via San Francesco.

Il tema è tornato in consiglio con una comunicazione fatta dalla consigliera Pd Anna Zambon, che ha espresso «stupore» di fronte alle dichiarazioni dell’assessore, che indicava in un paio di mesi la prospettiva per il varo del Piano.

«L’assessore dopo ben 2 anni e 4 mesi dalla stipulazione di un contratto, del 27 gennaio 2020 con lo studio Tau Engineering Srl, dice che i lavori per redigere la bozza di questo piano sarebbero ancora in corso, in quanto lo studio non avrebbe considerato alcune incongruenze e problematicità. Un esempio? Non avrebbe considerato l’inversione del senso di marcia in via Mazzini. Un altro? La proposta sulla circolazione in zona stazione non consentirebbe l’accesso dei bus al loro terminal. Queste dichiarazioni lasciano davvero perplessi» ha attaccato Zambon.

La consigliera dem ha citato tre bozze  inviate dallo studio tecnico al Comune nelle date 20 gennaio 2020, 11 maggio 2021 e 21 febbraio 2022: sembra impossibile che il Comune non abbia mai segnalato in due anni le presunte incongruenze. O forse le ha segnalate ma lo studio che, come dice l’assessore, è leader del settore non redige studi per l’incentivazione della mobilità dei SUV ma di quella sostenibile, di pedoni e biciclette. Quindi se lo studio Tau, con la sua esperienza ha segnalato che la via Mazzini nel senso attuale è da modificare, tornando a come era, non è probabilmente perchè distratto, ma perché, coerentemente all’incarico che gli è stato dato, progetta città in cui si possa circolare in modo più sicuro e più ecologicamente sostenibile. Del resto i benefici per il centro storico della cosiddetta rivoluzione del traffico per l’inversione del senso unico in via Mazzini sono stati inesistenti e hanno solo aumentato il traffico al semaforo di via Roma».

Ma se via Mazzini è un pezzo di viabilità, al centro sembra esserci più che altro la visione complessiva del piano. Nel senso che il Pd ha fatto notare che in particolare su ciclabili e riduzione delle velocità nelle zone abitate il piano sembra indicare soluzioni che paradossalmente l’amministrazione aveva mal visto. Forse sono questi gli interventi che «devono essere stralciati» secondo l’assessore Rech?

Secondo il Pd qui sta il punto. «Se lo studio Tau, disattendo le supreme convinzioni di persone che non salgon o su una bicicletta dall’ormai lontana iinfanzia, indica la corsia ciclabile, come modificata dalle recenti novità al codice della strada, come soluzione per moltissime strade di Gallarate è perché così e così avviene in tutte le città moderne per aiutare a spostarsi in bicicletta su percorsi continui e sicuri» ha continuato Zambon.

«Se lo studio indica le zone 30 è perché è dimostrato che la sicurezza è connessa alla riduzione della mobilità. E se indica la necessità di maggiori spazi pedonali è perché moltissimi studi attestano che il modello “autocentrico” non porta benefici al commerciò e alla movida, oltre che alla qualità della vita».

Un piano valido?

Per questo dai banchi della minoranza incalzano chiedendo che si vada proprio nella direzione indicata dal piano complessivo: «Il Piano della Mobilità Sostenibile non è fatto per accontentare tutti e non cambiare niente ma per creare una città più vivibile. Se si dà un incarico per redigere un PUMS si punta a questo, non ad altro».

Il sindaco Andrea Cassani ha replicato dicendo che «non si tratta di progetti ad hoc per la città, ma di progetti fatti da qualcuno che non conosce adeguatamente il territorio gallaratese. La teoria è una cosa, la pratica è un’altra». Marco Colombo, presidente della commissione urbanistica, ha detto che «entra un paio di settimane» si potrà organizzare una commissione ad hoc.

Nel frattempo i dem hanno già annunciato che dopo Pasqua lanceranno una campagna di comunicazione per mostrare l’esito del Piano redatto dal consulente incaricato dal Comune.

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Pubblicato il 11 Aprile 2022
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