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Il 58% dei ragazzi va dallo psicologo: i risultati di Selfie, adolescenti (e genitori) allo specchio

Presentati i dati dell'indagine che ha coinvolto 11 scuole (7 superiori e 4 medie) di Varese e provincia, con 6119 questionari completati dagli studenti

Generica 2020

Presentati nella mattinata di oggi (giovedì 7 aprile) in un convegno in sala Montanari i risultati di Selfie, l’indagine che ha coinvolto 11 scuole (7 superiori e 4 secondarie di primo grado) di Varese e provincia, con 6119 questionari completati dagli studenti, di cui oltre 5mila tra gli adolescenti delle superiori e un migliaio tra i ragazzi delle medie, per restituirne l’immagine.

GENITORI E FIGLI

«Quello che colpisce di più in questo quadro è l’assenza di genitorialità, cioè di genitori che non sanno ricoprire il ruolo di adulti di riferimento e delegano la responsabilità della crescita dei figli agli psicologi. “Dottore faccia lei”, dicono», racconta Simone Feder, coordinatore psicopedagogico del Villaggio de  fanciullo che ha presentato i risultati della ricerca.

Il 58% dei ragazzi varesini intervistati dichiara infatti di essere, o essere stato in terapia da uno psicologo. «In questo dato c’è tutta la fatica dei genitori a sentirsi tali e, soprattutto di dedicare tempo esclusivo, cioè fare cose assieme ai figli – spiega Feder – Magari a parole sono molto attivi, grandi discorsi su cosa è giusto o sbagliato, su come si usano i dispositivi, ma in concreto non trascorrono del tempo costruttivo con loro, a fare cose insieme come aggiustare una bicicletta».

Solo il 28% dei ragazzi intervistati fa riferimento alla madre della quale si sente capito e il 18% al papà, mentre l’8% di loro valuta per niente soddisfacente il tempo passato con i genitori. Circa un giovane su due si rivolge ad un amico per sentirsi capito, molto più che al papà, e per risolvere i problemi.

«In generale i genitori faticano ad essere adulti significativi per i ragazzi. Magari chiedono al figlio come è andata a scuola, ma non gli chiedono come sta, perché preferiscono  non andare in profondità, evitano il confronto vero, o di guardarsi allo specchio perché ne hanno paura. Tanto che quando le scuole organizzano incontri per la genitorialità con i ragazzi faticano a trovare partecipanti. I genitori di oggi fanno fatica loro per primi a tenere dritta la spina dorsale, presi da mille incertezze, nel lavoro come nella vita di coppia, passano molto tempo sui social, sempre alla ricerca», spiega Feder ricordando che il 20% dei ragazzi vive con un solo genitore, di solito la madre.

DISAGIO E FRAGILITA’

Anche il disagio non sarebbe visto e tanto meno affrontato dai genitori: «Oggi è obsoleto parlare di droga, il tempa è più vasto e complesso, si parla di disagio», afferma Feder citando la nuova legge regionale promossa in tal senso da Emanuele Monti, presidente della Commissione sanità di Regione Lombardia che pure ha partecipato al convegno.

La fragilità dei ragazzi si misura su tante cose, dal fatto che leggono sempre meno libri all’ossessione per l’alimentazione per cui l’81% dei ragazzi è o è stato a dieta. Il 26% dei ragazzi alle scuole medie e il 30% degli studenti delle superiori dichiarano di essersi procurati dolore fisico volontariamente, molti non si accettano per ciò che sono (33% alle medie e 49% alle superiori) e cambierebbero qualcosa di sé per piacere agli altri (39% alle medie e 51% alle superiori).

«I ragazzi, come gli adulti, hanno difficoltà a guardarsi allo specchio intrappolati nella cultura dell’immagine, e non se ne esce se non si alzano i contenuti relazionali attorno a loro – spiega Feder evidenziando come l’81% dei giovani dichiara di non frequentare associazioni giovanili – Non solo a livello familiare ma anche le Istituzioni hanno il dovere di creare contesti in cui i ragazzi possano confrontarsi in positivo».

Infine preoccupa la ricerca e l’avvicinamento sempre più precoce a comportamenti disfunzionali. Il 14% dei giovani degli istituti di primo grado ha già speso soldi in azzardo e il 53% del campione afferma di aver già giocato d’azzardo (27% alle medie). Il 23% dei giovani ha parenti che giocano abitualmente d’azzardo, solitamente sono proprio i genitori ad avvicinare i giovani alla prima ‘giocata’

Il 48% dei giovani del campione delle scuole superiori dichiara di essersi già ubriacato e il 6.4% di loro lo fa settimanalmente nel fine settimana. Le motivazioni negli anni si sono spostate da imitazione dei coetanei ad affrontare momenti difficili (27%).

Qui tutti  i risultati dell’indagine.

IL PROGETTO SELFIE

L’indagine del progetto Selfie è stata promossa nelle scuole del territorio dell’ASST Sette Laghi dal Servizio di Prevenzione e Cura delle Dipendenze (Ser.D.), nell’ambito del Piano territoriale per il contrasto del Gioco d’Azzardo, con la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Varese.

La realizzazione del progetto locale è frutto della collaborazione con Enti del privato sociale: l’idea del questionario è di “Casa del Giovane Pavia e Fondazione Exodus, mentre l’esecuzione è curata da “Semi di Melo – Centro per la formazione e la ricerca sull’Infanzia e l’Adolescenza”. La gestione informatica è affidata all’Università di Pavia.

Nelle prossime settimane i risultati dell’indagine saranno analizzati scuola per scuola e restituiti a insegnanti e genitori in incontri ad hoc. 

 

Lidia Romeo
lidiaromeo@gmail.com
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Pubblicato il 07 Aprile 2022
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