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Il centrosinistra di Gallarate chiede le dimissioni di Porfido dall’Asst Valle Olona

Dopo la commissione Sanità cui Porfido si è scontrato con le varie parti della città di Gallarate, il centrosinistra ne chiede le dimissioni: "Non ha mai risposto puntualmente alle domande"

Commissione sanità Gallarate 2022

«Ieri sera, nella prima seduta della commissione Sanità, il direttore generale dell’Asst Valle Olona ha detto che le ragioni delle attuali gravissimi difficoltà dell’ospedale di Gallarate sono imputabili alla programmazione erronea dello Stato e della Regione. Insomma, a tutti tranne che a lui».

Il centrosinistra di Gallarate (Partito Democratico, Città è vita e la civica Margherita Silvestrini sindaco) inizia così il commento alla prima riunione della commissione avvenuta ieri, martedì 12 aprile, con l’audizione del dg Eugenio Porfido per parlare del nuovo ospedale.

Dopo aver«meditato sulle parole del direttore generale», i consiglieri ne chiedono le dimissioni e di poter sentire in commissione il direttore generale al Welfare in Regione Lombardia.

«É del tutto assurdo – motivano – che si insista nel far guidare Asst Valle Olona a un manager che non riconosce l’esistenza del depotenziamento del Sant’Antonio Abate e che, negando il problema, non dà nessuna proposta se non quella di una bellissima struttura fra 7 anni e mezzo, Una struttura meravigliosa che sarà del tutto inutile se priva del personale sanitario adeguato».

“Sul Sant’Antonio Abate nessuna risposta puntuale”

«Porfido nella sua relazione ha parlato inizialmente solo del futuribile ospedale nuovo, mostrando dati già noti che magnificano la struttura futura»: quello che è mancato, secondo i consiglieri, è come verrà garantito «un servizio sanitario accettabile nei 7 anni e 6 mesi che, nella migliore dell’ipotesi, occorreranno a costruirlo».

Cosa che è avvenuta solo «dopo il sollecito del sindaco», integrando la relazione iniziale con l’ammissione della difficoltà a trovare specialisti, al blocco dell’operazione di importazione di medici extraeuropei e della riduzione delle disponibilità finanziarie.

Lo scontro sulla diabetologia e la viabilità in commissione Sanità a Gallarate

Ma quello che è più mancato secondo i consiglieri di opposizione è stata una risposta puntuale: «Nulla ha detto circa la corrispondenza o meni al vero della fuga di medici che si verifica a Gallarate con percentuali più alte che in tutta la Regione, riferita allo studio dell’associazione Anaao pubblicato l’8 aprile scorso». Su Gallarate ha detto che «non è attrattiva perché sconta il fatto di non essere legata all’università, così come Savona, dimenticando che nei moltissimi ospedali lombardi in cui si verifica un’analoga situazione non vi è la stessa corsa alle dimissioni dei medici che c’è qui».

Se inizialmente non ha risposto alle domande dei consiglieri riguardanti le difficoltà del reparto di diabetologia, lo ha fatto «solo dopo l’incalzare delle domande dei colleghi medici, riferendo che ci sta lavorando e che il problema a livello infermieristico non esisterebbe più. Circa la riorganizzazione non ha risposto alle domande».

Ha ammesso che le difficoltà sarebbero «addebitabili alla concorrenza nelle realtà private che, a suo dire, garantirebbero addirittura premi ai propri dipendenti nel caso riescano a portare dal pubblico nuovi medici». I consiglieri sperano che abbia «segnalato queste sue conoscenze alla Regione e che questa abbia già avviato un’indagine per escludere da qualsiasi confezionamento realtà che agiscono con aperto intento di depredare gli ospedali pubblici».

Nelle argomentazioni di Porfido, inoltre, sarebbe mancata la considerazione di «quanto possa disincentivare l’ingresso di nuovi medici l’obbligo di turnazione in pronto soccorso, né come il finanziamento di progetti possa aiutare a dare prospettive professionalmente interessanti al personale sanitario».

Il problema principale, secondo loro, è che per Porfido nell’ospedale gallaratese «non ci sia nessuna difficoltà particolare: siamo noi cittadini a non capire che tutto va come da altre parti».

L’appello a Regione

Il centrosinistra conclude così, nel caso Porfido non ritenesse opportuno dimettersi: «Pensiamo che debba essere Regione stessa a rimuoverlo dall’incarico, prendendo atto della cruda realtà e degli errori compiuti. Non basta fare roboanti dichiarazioni sull’ospedale del futuro, occorre fare qualcosa immediatamente per granite un servizio sanitario decente ai nostri cittadini, partendo dal sostegno ai medici di base, dal potenziamento dei servizi ai cronici e dalla tutela delle realtà come Gallarate che stanno vedendo consumarsi la fuga dei camici bianchi; occorre infine realizzare l’offerta sanitaria territoriale la cui realizzazione, secondo le nuove direttive regionali, rientra nelle sue competenze e senza la quale il migliore degli ospedali è destinato all’inadeguatezza».

«Le conferenze stampa sulle eccellenze lombarde e gli accordi di programma non risolvono le file di attesa infinta e la mancata risposta sanitaria alle cronicità. E sulla salute noi cittadini attendiamo risposte, non dichiarazioni di intenti», concludono.

 

 

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Pubblicato il 13 Aprile 2022
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