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Terminal 2 chiuso fino al 2026, ma Enac “richiama” Sea

L'autorità di sicurezza del volo dice che "il perdurare della chiusura 2 comincia a destare preoccupazione" per i movimenti dei velivoli. Anche perché durerebbe ancora 4 anni

Terminal 2, aeroporto fantasma a Malpensa

«Il perdurare della chiusura del Terminal 2, comincia a destare preoccupazione». Lo scrive l’Enac, l’autorità di vigilanza sulla sicurezza dell’aviazione, al gestore dell’aeroporto di Milano Malpensa, la Sea. Un richiamo che segue la comunicazione con cui Sea aveva detto, sul finire del 2021, che la previsione è di non riaprire il Terminal 2 prima del 2026.

Il vecchio terminal, che prima della pandemia era dedicato alle low-cost, è chiuso dal giugno del 2020, quando a fronte della contrazione del traffico aereo (in termini di movimenti e di numero di passeggeri) Sea ha deciso di concentrare tutto sul Terminal 1.

Una scelta operativa che è stata mantenuta e che a quanto pare è una prospettiva di lungo termine, visto che appunto nel documento emerge la data del 2026. Ad oggi il traffico è ancora molto ridotto rispetto all’epoca pre-Covid, con un -40% rispetto al 2019, l’ultimo anno “normale” prima del grande sconvolgimento.

D’altra parte i dati del 2019 erano già molto consistenti, in una situazione particolare, la chiusura per mesi di Linate con concentrazione di traffico a Malpensa. Ora: la riduzione del traffico è ancora così limitata da giustificare la chiusura del T2? 
L’Enac, nel suo documento, non risponde direttamente a questa domanda. Ma indica elementi concreti. In primo la «preoccupazione» rilevata «in relazione ai possibili attraversamenti delle Runways», vale a dire le piste di decollo e atterraggio.

Questione di sicurezza che potrebbe spingere l’Enac «a prendere provvedimenti di limitazioni operative nelle more della riapertura del T2». Per questo l’Enac chiede a Sea «di predisporre un elaborato integrativo che fornisca una simulazione operativa sulla gestione del traffico aereo con l’utilizzo esclusivo delle sole aree di sosta in corrispondenza del terminal T1 focalizzando l’analisi anche sui possibili attraversamenti delle Runways».

La nota di Enac viene sottolineata anche dal sindacato di base Cub Trasporti, che solo lunedì aveva chiesto la riapertura del T2 a seguito dell’urto in pista tra le estremità delle ali di due aerei. «La politica del risparmio a tutti i costi di Sea non è accorta, vale per le gare di appalto e vale per la prolungata chiusura del T2» dice Renzo Canavesi, del sindacato di base. «Ora anche Enac lo mette pesantemente sotto accusa».

La lettera legata al Masterplan 2035

Il documento di Enac ricorda anche che il Master Plan al 2035 (di cui molto si discute in questi mesi e che è già stato fatto proprio da Enac e presentato al Ministero) prevede «la riqualifica del satellite A senza l’eliminazione dei pontili di imbarco in quanto il Terminal T1 viene destinato all’attività legacy ed intercontinentale», mentre la domanda low cost sarebbe  garantita dal T2.

Ma successivamente la stessa Sea ha modificato le sue previsioni destinando al low-cost il Satellite A del T1. Prospettiva che appunto non piace ad Enac: «Tale modifica, in uno scenario di medio periodo, appare assolutamente non necessaria vista la specializzazione del Terminal T2, infatti la domanda di traffico low cost prevista nel breve periodo può essere integralmente accolta attraverso la riapertura del Terminal stesso».

E per questo «la scelta di prolungare la chiusura del T2 fino al 2026, non è condivisibile alla luce delle attuali previsioni di ripresa del traffico», anche in termini di servizi ai passeggeri.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 06 Aprile 2022
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