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La guerra in Ucraina e i rincari fermano la nuova palestra di Samarate

Il cantiere del nuovo polo di via Borsi vittima degli aumenti di costi energetici e materie prime: la ditta ha chiesto una pausa per verificare l'accesso al Decreto aiuti 2022. Preoccupata Samarate città viva: "Sorgerà mai la nuova palestra?"

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Il cantiere della palestra di via Borsi a Samarate ha subito di recente uno stop temporaneo che agita la politica comunale, specialmente l’opposizione che si chiede: «Sorgerà mai la nuova palestra?».

«Purtroppo quello che è stato comunicato dal sindaco e dal funzionario responsabile del procedimento e dal progettista-direttore dei lavori delinea una situazione critica e con prospettive future a dir poco preoccupanti», commenta Maurizio De Tomasi di Samarate città viva, in seguito alla commissione Lavori pubblici che si è tenuta lunedì 20 giugno.

Il progetto viene finanziato con 2 milioni e 280mila euro dai contributi statali del Miur, mentre 1 milione e 300mila euro arriva dalle casse comunali, grazie anche all’avanzo di bilancio. Per un totale di 3 milioni e 380mila euro. La progettazione risale al 2012, ma solo tra il 2019 e il 2020 la realizzazione si è concretizzata, grazie anche al consistente finanziamento del Governo; i contributi del Ministero dell’Istruzione sono stati annunciati a inizio 2019, a qualche mese dalle elezioni amministrative e hanno certamente costituito un asso nella manica dell’amministrazione di controdestra.

I lavori sono iniziati a luglio 2021 e il cronoprogramma prevedeva la realizzazione in un anno e mezzo.

L’aumento dei costi e lo stop temporaneo dei lavori

A seguito dell’aumento dei prezzi delle materie prime negli ultimi mesi a causa dell’invasione dell’Ucraina e le conseguenze economiche sullo scenario internazionale, l’impresa appaltatrice, la Cicalese impianti di Salerno, ha interrotto i lavori, chiedendo un adeguamento del corrispettivo economico.

Pertanto, la direzione lavori ha concesso sessanta giorni di sospensione per permettere l’impresa di fare le proprie verifiche economiche, dal momento che negli ultimi mesi sono stati emanati dei decreti che permettono un richiesta di costi extra che possono raggiungere il 20% del totale: «Sono costi che andranno calcolati al momento dei pagamenti dello stato avanzamento lavori sulla base dei bollettini prezzi regionali aggiornati al momento dei pagamenti stessi», continua il responsabile della civica. Il decreto aiuti 2022, annunciato dal Consiglio dei Ministri a inizio maggio, è stato introdotto per sostenere le imprese a fronteggiare l’aumento dei prezzi del materiale da costruzione, incrementando di 150 milioni di euro il fondo per l’adeguamento dei prezzi valido per il primo semestre di quest’anno.

Nel corso della commissione, il sindaco Enrico Puricelli e il funzionario hanno spiegato che questi costi extra potrebbero essere «assorbiti» all’interno del quadro economico, sfruttando il risparmio ottenuto con lo sconto del ribasso d’asta, di circa 20% in meno, pari a 700mila euro. «In aggiunta sarà possibile utilizzare eventuali risparmi su altre opere pubbliche e, infine, se rimanesse un ulteriore cifra a carico dell’Amministrazione, sarà possibile chiedere allo Stato il risarcimento fino al 50% della cifra stessa».

«Il decreto dà la possibilità alle aziende di accedere al 20% e gli vengono riconosciuti 700mila euro in più: loro devono vedere se ci stanno nel listino prezzi, perché da un costo di 3 milioni e mezzo si arriva a più di 4milioni», spiega il sindaco.

«Il decreto non concede sospensioni alle aziende – continua – mente secondo me dovevano farlo finché il mercato non si stabilizza, Il caro materiale aumenta tutti i giorni, è incredibile». Tra venti giorni scade la sospensione, «dobbiamo capire se questo 20% sarà coperto dallo Stato o lo copriremo noi». Il 20% andrebbe ad aggiungersi al contributo che il Comune ha già previsto di versare per il progetto, pari a 1 milione e 300mila euro.

Il rischio di un contenzioso tra impresa e Comune

Tra una ventina di giorni, quando sarà scaduto il periodo di sospensione lavori, l’impresa sarà invitata a riprendere le attività: «Se ciò avverrà regolarmente, si andrà verso la soluzione di adeguamento prezzi. Ma se l’impresa decidesse invece di non riprendere i lavori, considerando l’appalto economicamente non più conveniente, si aprirebbe un contenzioso tra l’amministrazione e l’impresa stessa».

Uno scenario che preoccupa Samarate città viva visto che, se non si convergesse verso un accordo amichevole, si andrebbe incontro a un blocco della situazione che «potrebbe durare anni, quindi addio contributo statale di 2 milioni e 280mila euro. E ovviamente addio palazzetto».

«Purtroppo il progetto ha avuto sin dal suo inizio un percorso travagliato. Ricordiamo le modifiche al progetto con lo scorporo, per mancanza del budget, della parte bar e locali ad uso delle società sportive e le varie iniezioni di avanzi di bilancio per raggiungere la cifra definita dal progetto. Ora non resta che aspettare la convocazione di una nuova commissione nella quale verrà comunicato il destino di quella che l’amministrazione leghista considera la sua opera principale», concludono.

 

Nicole Erbetti
nicole.erbetti@gmail.com
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Pubblicato il 22 Giugno 2022
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