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Una chiesa con dentro un’altra chiesa: San Rocco a Somma Lombardo

Al 16 agosto si festeggia San Rocco. Vicinissimo all'aeroporto di Malpensa, sulla strada che porta alla brughiera, c'è un edificio particolarissimo e dalla storia complicata. "Salvato" anche dall'affetto degli abitanti della zona

san Rocco Somma Lombardo

Una chiesa doppia, anzi: una chiesa che contiene un’altra chiesa. È San Rocco a Somma Lombardo, la cui particolarità non si coglie subito: sono piuttosto le dimensioni e lo slancio verticale ad attrarre l’attenzione del visitatore su questo edificio seicentesco, oggi un po’ sacrificato dallo sviluppo urbano dell’abitato.

Chi oggi entri dal portone centrale di San Rocco forse non si accorge di nulla, ma i più attenti si accorgeranno forse che il piccolo ambiente in cui si entra è molto più raccolto di quel che l’esterno suggerisce. La spiegazione è semplice: il portone dà accesso ad una chiesetta che risale al 1529, un tempo nel bel mezzo della brughiera sottostante al basso colle su cui sorgono il castello e l’abitato storico di Somma.

Per la sua posizione isolata la chiesetta fece da lazzaretto in occasione dell’epidemia di peste del 1576, mentre nel 1636 fu saccheggiata e pesantemente danneggiata dall’esercito franco-savoiardo, che aveva passato il Ticino per invadere la Lombardia spagnola e che poco più a Sud a Tornavento diede battaglia ai “tercios” del Re di Spagna. 
Passata la guerra (e una nuova epidemia di peste, quella resa famosa dal Manzoni), i sommesi misero subito mano alla chiesa per ampliarla: il progetto forse è opera di Pellegrino Tibaldi (l’architetto della Milano di San Carlo Borromeo) o forse solo di suoi emulatori o allievi. La chiesa venne e ampliata a partire dal 1638, inglobando appunto il precedente piccolo oratorio. Il cantiere della nuova chiesa era grandioso, per gli standard di un paese dell’epoca: per questo venne mantenuta e “inglobata” la chiesetta cinquecentesca, raccordandola subito – per così dire – alla nuova abside.

san Rocco Somma Lombardo

Il visitatore attento, infatti, si accorge che l’aula della chiesetta è più stretta dell’abside, mentre di solito è il contrario. Per capirci qualcosa bisogna uscire nuovamente, di fronte alla austera e ben composta facciata dell’edificio: entrando nei portoni laterali infatti ci si trova dentro l’altra chiesa, quella incompiuta, con i piccioni che fanno capolino tra le travi del tetto e il pavimento coperto di ghiaietto.

san Rocco Somma Lombardo

La sistemazione intermedia dell’edificio principale – costruito, ma non finito – è in realtà ormai storia di tre secoli: già nel 1707 il vescovo visitava l’oratorio di S. Rocco “inglobato” nell’edificio più ampio in costruzione. Alla fine del Settecento. Nel 1788 la chiesa nuova rischiò grosso, perché si ipotizzò di usarne i materiali per costruire il nuovo cimitero comunale, quello che verrà poi appunto costruito lì a fianco. I membri della confraternita di San Rocco si opposero e la chiesa si salvò, rimanendo ancora in attesa di un complemento.

san Rocco Somma Lombardo

Con ampi spazi parzialmente coperti ma non consacrati, la chiesa durante la Prima Guerra Mondiale finì – come molte altre – requisita dall’Esercito, che la usò come magazzino per la sua componente aerea, che aveva nella vicina Cascina Malpensa uno dei principali campi d’aviazione.
Nel 1919, quando venne restituita alla parrocchia, era in notevole stato di degrado: i parapetti e la balaustra dell’altare risultavano danneggiati in diversi punti, i vetri delle finestre erano rotti e persino i muri avevano subito diversi danni.

san Rocco Somma Lombardo

Il Novecento poi non ha per fortuna riservato grandi scossoni. Dopo tanti anni a guardare i carrettieri che scendevano verso la brughiera, dopo il 1948 la chiesa si è trovata sulla strada che conduce all’aeroporto civile di Milano Malpensa (già attivo nei trent’anni e poco più prima come pista militare): nel Dopoguerra la città è arrivata fin qui e la campagna intorno è scomparsa, come altre chiese di San Rocco anche quella sommese si è trovata ormai immersa nel tessuto di case e capannoni di periferia e ha dato anche il nome al quartiere “basso” della città..

La particolarità degli spazi dell’edificio, chiusi da muri ma solo parzialmente coperti e quindi aperti verso il cielo, ha imposto poi di pensare a forme particolari di mantenimento. All’inizio degli anni Duemila partì il grande progetto di restauro dell’edificio, con una raccolta fondi “dal basso” associata ad un numero di Sms e ad un sito Internet. dedicato: una novità che oggi diamo per scontato ma che vent’anni fa suscitò la curiosità persino del Corriere della Sera.

san Rocco la chiesa "doppia" di Somma Lombardo

Prima dell’intervento la chiesa era invasa da volatili che s’infilavano ovunque, danneggiando anche i materiali, diversi tratti di tetto non avevano le gronde, tra le pietre dei muri – anche a diversi metri d’altezza: gli interventi sono stati ampi e hanno richiesto molto lavoro, ma grazie alla passione dei volontari e della comunità questo strano edificio è stato salvato. Ed è stata salvaguardata fino in fondo la sua particolarità, visto che ancora oggi gran parte della chiesa è a cielo aperto.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 16 Agosto 2022
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