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Il prof tra i banchi: anno nuovo, vecchi problemi

La rubrica settimanale "Il prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane

Generico 05 Sep 2022

Alberto Introini, dopo aver insegnato in vari licei della provincia di Varese, dal 2008 è docente di Italiano e Storia presso l’Istituto Elvetico di Lugano (Svizzera).

Ha due lauree, in Lettere-Filosofia (2002, Università Statale di Milano) e in Storia (2022, Università di Zugo, Svizzera). Iscritto dal 2004 all’Ordine dei Giornalisti di Milano, ha pubblicato 4 libri. Partecipa come relatore o moderatore a diversi eventi culturali nel nord Italia. La sua rubrica settimanale “Il prof tra i banchi” tratterà argomenti di scuola, didattica e formazione, commentando le notizie di attualità che si susseguiranno nel corso delle settimane.

Anno nuovo, vecchi problemi

Sta per iniziare il nuovo anno scolastico. Lunedì 12 settembre torneranno in aula gli studenti di Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli, Trentino e Abruzzo; poi via via apriranno le scuole delle altre Regioni, fino al 19 settembre, data fissata in Sicilia.

Dopo 3 mesi di vacanze, però, siamo alle solite: in Lombardia, ad esempio, mancano ad oggi 26 mila docenti di ruolo (200 mila in totale in Italia). Le cause? La lentezza primitiva della burocrazia e i ritardi nelle procedure concorsuali. Tant’è che del numero di posti messi a concorso nell’intera nazione, a settembre solo il 44% sarà coperto da vincitori concorsuali: più della metà sarà assegnato a supplenti e precari.

Altro problema atavico: i precari storici, le supplenze annuali (con uno stipendio garantito solo fino a fine giugno), la girandola di professori che continuamente cambiano. Tutto a discapito della didattica, degli studenti e del loro diritto allo studio. Ma com’è possibile che da decenni la situazione sia sempre la stessa?

La scuola fuori dalla campagna elettorale

La scuola non rientra tra gli argomenti trattati dai nostri politici in questa campagna elettorale, come in molte altre. Ce lo conferma un’analisi pubblicata su Il Sole 24ore nei giorni scorsi. Facendo riferimento all’indagine di Pierluigi Vitale, Social media analyst e docente di Information Design all’Università di Salerno, leggiamo che in cima ai discorsi dei maggiori leader c’è…l’avversario politico. Nel 50% dei post sui social, il politico parla di un suo avversario, in un cortocircuito comunicativo autoreferenziale; una volta su tre tocca l’argomento “economia e sviluppo”, mentre nel 20% delle comunicazioni ufficiali social si fa riferimento ad “ambiente e clima”.

E la scuola? Non rientra nemmeno nella top ten delle dichiarazioni dei politici. In più, la parola “cultura”, associata a “turismo”, sta addirittura in 15esima e ultima posizione. In Italia. Cultura e Turismo ignorati dai nostri futuri governanti. Chiunque essi saranno, partono proprio male. Anche perché – in Italia – Cultura e Turismo rappresentano circa il 15% del Pil nazionale.

Nonostante queste premesse, sarà emozionante e coinvolgente trascorrere un altro anno insieme alla freschezza degli adolescenti, alla loro allegria. E vedere i loro volti e i loro sorrisi, finalmente senza mascherine.

Prof. Alberto Introini
Docente e scrittore
@intro.prof

Pubblicato il 08 Settembre 2022
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