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Nicolò e la sua nuova vita a casa dei nonni a Cassano Magnago: “Grazie a chi mi è stato vicino”

Parla il sopravvissuto della strage di Samarate dopo mesi di ospedale. L’incontrò col sindaco e le dimissioni dal Circolo

omicidio samarate 4 maggio 20222

Doveva esserci anche lui nell’elenco delle vittime della strage di Samarate dove al principio di maggio Alessandro Maja, 57 anni, è accusato di aver ucciso la moglie Stefania Pivetta, 56 anni e la figlia Giulia, di 16 e di aver appunto attentato alla vita del figlio maggiore.

Invece Nicolò Maja, 23 anni si è svegliato dal coma indotto dai medici e ora parla al telefono, assistito dai nonni Giulio e Ines che non hanno mancato di un giorno le visite all’ospedale di Varese dove il ragazzo era ricoverato per le estese ferite al capo infertegli dal padre. «Grazie a chi mi è stato vicino, anche solo col pensiero e con le parole. Voglio ringraziare tutti. Ora inizia una nuova vita, e cercherò di ricostruirla. Sono pronto per questa avventura, ce la metterò tutta», spiega al telefono.

È affaticato Nicolò, ma ce la farà, dicono fiduciosi i nonni. «Gli ho spiegato che ora dipende tutto da lui, che non sarà una passeggiata, ma che siamo sicuri che ce la farà», spiega Giulio Pivetta, nonno materno. Una certezza che arriva direttamente dalle parole di Nicolò, il quale lamenta ancora problemi nel camminare, e a muovere braccia e gambe, e per questo oggi, martedì, comincerà la fisioterapia a Somma Lombardo accompagnato dai volontari del Comune di Samarate. Solo un momento di tregua per gli anziani di 81 e 79 anni, sostenuti anche dal figlio Mirco, zio di Nicolò che ha appreso anche lui la notizia delle dimissioni con grande gioia.

Il giovane non ha ancora affrontato il delicato momento della ricostruzione di quanto accaduto nella villetta di via Torino al civico 32, zona residenziale di Samarate dove fra il 3 e 4 maggio si consumò la mattanza. Le indagini sono ancora in corso e probabilmente gli inquirenti interrogheranno l’unico scampato al plurimo omicidio che non è ancora stato sentito dai carabinieri, come afferma l’avvocato della famiglia Pivetta, Stefano Bettinelli.

L’indagato Alessandro Maja, 57 anni, designer di interni ossessionato dai debiti e che in fase di interrogatorio di garanzia motivò il folle gesto proprio con la paura di un tracollo economico legato a problemi lavorativi: si occupava di ristrutturazioni di interni di bar e ristoranti. Resta, in questa storia, una luce viva per un giovane che vuole ricostruirsi la vita con impegno e forza d’animo, sorretto da una comunità che fa il tifo per lui: dopo la pubblicazione della sua foto in compagnia del sindaco di Samarate Enrico Puricelli («una persona meravigliosa, siamo andati subito da lui», ricordano con grande commozione i nonni di Nicolò ritratti nella foto sopra), sui social sono stati centinaia i messaggi di affetto e vicinanza dei suoi concittadini che lo esortavano ad andare avanti. Per rinascere, in una nuova vita.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 13 Settembre 2022
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