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Addio a Gino Torno, il sindacalista che teneva testa a Giovanni Borghi

Sindacalista di lungo corso con la Cgil, a inizio Ottanta guidò il sindacato nel grande comprensorio dell'Alto Milanese, a cavallo delle province di Varese e Milano. Giovedì il saluto alla Casa del Popolo del suo paese

Generico 21 Nov 2022

Lo saluteranno giovedì alla Casa del Popolo di Cardano, il commiato a una vita di militanza, di lotte per i diritti: è il saluto a Gino Torno, storico quadro della Cgil e in particolare della Fiom, la federazione dei metalmeccanici, oltre che convinto antifascista attivo in Anpi.

Da sindacalista, ha lavorato negli anni del boom, quando la controparte era il padrone, non di rado il “sciur”, nelle fabbriche che non rispondevano all’head quarter di una multinazionali come oggi, ma avevano il volto di una persona precisa. Come quella volta con il sciur Borghi: «Alla Ignis è in corso un duro confronto sul “premio di produzione”. Borghi si oppone ma il sindacato dei meccanici, guidato da Gino Torno, non molla» ricorda Rocco Cordì.
«A un certo punto Borghi (forse per intimidare la delegazione sindacale o solo per metterla alla prova), dice che il segretario nazionale Fiom è d’accordo con lui per chiudere il contratto alle sue condizioni. Torno gli rispose lapidariamente “Beh, allora fattelo firmare da lui!”. Ma alla fine del lungo braccio di ferro la firma sul contratto fu di Gino Torno e Borghi, suo malgrado, dovette accettare i punti definiti dalla Fiom».

Aveva iniziato giovanissimo a lavorare e a fare attività sindacale, dal 1981 al 1983 fu Segretario Genarale Cgil del comprensorio Ticino Olona, un’area vasta che dal Gallaratese si espandeva fino al Magentino, coprendo tutta l’area omogenea che un tempo era l’Alto Milanese, territorio di antica industrializzazione dove tessile e meccanica impiegavano migliaia di lavoratori.

Lo ricorda ancora Cordì: «Gino riusciva a sintetizzare con parole semplici il percorso di una vita: “sono nato e vissuto nel sindacato e qui è pure cominciata la storia con Luisa la compagna della mia vita” e con una punta di orgoglio e pure di commozione aggiungeva “sono sempre stato a fianco dei lavoratori”. Lui lo è stato davvero, in anni durissimi quando lo strapotere padronale, dentro e fuori la fabbrica, sembrava incrollabile. E combattè fino all’ultimo con determinazione».

Era anche attivo in Anpi: «Una vita dedicata all’impegno civile, una vita nel Sindacato e al Servizio di tutti» lo ricorda Ester De Tomasi, presidente provinciale dell’associazione nazionale partigiani d’Italia. «In età avanzata, quando l’Anpi aveva bisogno di lui, non si è tirato indietro e si è messo a disposizione dell’Anpi come presidente di Cardano al Campo». Alcuni anni dopo, presidente di Anpi a Cardano è diventata sua figlia, Paola.

Giovedì lo saluteranno (ore 15) proprio con una cerimonia alla Casa del Popolo di Cardano al Campo: una cerimonia d’addio in un luogo che è insieme storia che è stata e futuro da costruire.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 23 Novembre 2022
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