Proteste per il bosco a Gallarate, cinque attivisti “espulsi” dalla città
La Questura ha emesso nove provvedimenti di "prevenzione personale" nei confronti di persone che hanno protestato contro il taglio in via Curtatone. Per cinque di loro il divieto totale di accesso a Gallarate per quattro anni
Nove provvedimenti di “prevenzione personale”, di cui cinque con un divieto di ingresso a Gallarate per ben quattro anni. Sono le dure misure amministrative adottate dal questore di Varese Carlo Ambrogio Enrico Mazza contro alcuni dei manifestanti che hanno animato la protesta in via Curtatone, contro il taglio del bosco per realizzare un nuovo polo scolastico.
Nello specifico i provvedimenti colpiscono quei manifestanti considerati dalla Questura “soggetti ritenuti socialmente pericolosi che illecitamente stazionavano in quella via Curtatone nell’area adibita a cantiere di costruzione di un polo scolastico”, sulla base di quanto acquisito dalla Divisione Anticrimine. Sono le persone che in vari momenti erano entrati nel bosco (fin dal primo giorno) o si erano arrampicati sugli alberi per impedire o ritardare il taglio.
Cinque persone hanno avuto il “foglio di via obbligatorio dal Comune di Gallarate”, vale a dire il divieto per i prossimi quattro anni di entrare nel territorio comunale (sono residenti in Comuni vicini). Più lieve invece in più, nei confronti di altri di altre quattro persone, per cui è stato emesso il provvedimento di allontanamento dall’area interessata, dunque limitato alla sola zona interessata.
In uno dei provvedimenti ad esempio viene contestato ad esempio il comportamento al primo giorno di taglio, il 5 agosto, in cui un attivista era presente “avvicinandosi pericolosamente ai macchinari di taglio [e] interrompendo di fatto i lavori di diboscamento”, attuando “resistenza passiva”, ma anche di aver spinto “insieme ad altri attivisti, all’incirca venticinque” la recinzione di cantiere, facendo indietreggiare gli agenti.
Scontro al presidio del bosco a Gallarate, arrestata una manifestante
Il progetto e le manifestazioni
Gli attivisti e i manifestanti in via Curtatone (soprattutto di Comitato Salviamo gli alberi e Gruppo Tanuki) chiedono di rivedere il progetto che prevede l’abbattimento del bosco, il Comitato aveva proposto anche solo il rinvio del taglio fino alla fine di riproduzione dell’avifauna, dunque dopo il 15 ottobre. L’amministrazione comunale intende costruire sull’area un nuovo polo scolastico, sostitutivo di altre due scuole primarie e asili. Sul “caso” di via Curtatone e sugli scontri di martedì scorso (quando è stata arrestata una ragazza) sono state annunciate interrogazioni al Senato e al Pirellone.
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Continua la protesta
Oltre al presidio fisso sul posto (anche venerdì c’è stato un confronto animato tra manifestanti e forze dell’ordine), per sabato i manifestanti hanno organizzato un’ulteriore giornata di mobiltazione, conferenze stampa, attività e aperitivo per accogliere altri ambientalisti in arrivo dall’Appennino.
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