Da madri a genitori, il cambio di una parola “salva” il progetto per l’integrazione a scuola
La Lega aveva annunciato la sua contrarietà al sostegno del progetto che dal 2012 viene promosso in città. Ma è bastata la modifica di una parola per far cambiare idea

È bastato il cambio di una parola per assicurare un futuro al progetto “donne e minori”. O meglio, “genitori e minori”. Perchè è così che adesso si dovrà chiamare il percorso di integrazione che dal 2012 viene portato avanti dalle scuole De Amicis di Busto Arsizio e che con questo piccolo cambio di termini si è assicurato un finanziamento da parte del consiglio comunale.
Un via libera non scontato per questo progetto che nei giorni scorsi è stato al centro delle polemiche. La Lega di Busto, infatti, aveva alzato le barricate promettendo che non avrebbe permesso il finanziamento dell’iniziativa con soldi pubblici. Una posizione solitaria dal momento che la proposta della consigliera PD Cinzia Berutti aveva trovato consensi in tutte le forze politiche. «La proposta così com’era ci sembra un po’ monca -ha spiegato in aula il consigliere leghista Ivo Azzimonti- perchè rivolgendosi solo alle donne accentua un’idea di donna succube dell’uomo, un’idea contraria a quella della nostra civiltà».
Da qui la convergenza sulla proposta presentata dalla consigliere di Idee in Comune, Donatella Fraschini, per eliminare la dicitura madri e sostituirla con genitori. Un cambiamento che ha trovato il favore di tutti, anche per via della spiegazione della consigliera Berutti che è protagonista in prima persona del progetto.
«La dicitura madri è stata scelta perchè ci siamo accorti che il corso è stato da sempre frequentato in misura maggiore da loro -ha spiegato in un lungo e accorato intervento- ma già in passato quel titolo al progetto non ha precluso la partecipazione di uomini. Specialmente nei casi delle persone straniere sono infatti quasi sempre le madri a portare i figli a scuola e quindi è più facile proporre loro questa iniziativa che è davvero unica. Sappiamo che infatti ci sono altri corsi e altri percorsi di integrazione ma questo è davvero unico nel suo genere perchè è nato e si è sviluppato all’interno di un istituto scolastico e si è nel tempo evoluto in un luogo di incontro, racconto e interazione».
Un progetto di successo che viene portato avanti quasi interamente da volontari ma per le cui spese vive dal prossimo bilancio subentrerà il Comune. Il voto sulla proposta è infatti passato con 22 voti favorevoli sui 22 consiglieri presenti all’interno dell’aula, un esito non molto usuale per l’assise di Busto Arsizio.
Integrazione a scuola, la Lega non la vuole. L’appello di Bust’Occhi aperti sul mondo
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