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“Un sacrificio giusto per il bene del Paese. Ma per ripartire servono azioni efficaci”

La riflessione di Mauro Colombo direttore generale di Confartigianato Imprese Varese: «Ogni ulteriore giorno di indecisione rischia oggi di aumentare l’onda lunga di questa emergenza nazionale e mondiale»

mauro colombo

È un momento drammatico per il Paese, le famiglie e le imprese. Queste ultime stanno lottando per non soccombere ma hanno bisogno di essere aiutate dalle istituzioni. La riflessione di Mauro Colombo, direttore generale di Confartigianato Imprese Varese, dà voce ai loro bisogni e anche all’angoscia che attanaglia in questi giorni di emergenza sanitaria i piccoli e i micro imprenditori che potrebbero veder svanire in un battito di ciglia anni di sacrifici personali e famigliari. «Prima di tutto la salute» è l’incipit di Colombo, tanto per non essere frainteso. Ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di provvedimenti immediati ed efficaci per evitare che uno stop, più che giustificato, si trasformi per molti in un drammatico the end. «Non saremo più quelli di prima» dicono molti artigiani che dialogano con l’associazione di viale Milano. Affermazione che abbiamo sentito più volte durante la crisi del 2008.  Per rispondere utilizziamo una frase che lo stesso direttore di Confartigianato ha utilizzato in una precedente riflessione: «Ne uscirete più forti di prima».

Michele Mancino

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Prima di tutto la salute, la tutela della popolazione e la salvaguardia di un Paese in difficoltà che vogliamo veder ripartire il prima possibile. Quando si combatte con dati relativi ai casi gravi e ai decessi del Coronavirus che crescono del 30%, ogni giorno che passa per assumere una decisione rappresenta una condanna per qualcuno.

In queste ore il governatore Attilio Fontana ha chiesto alla comunità lombarda un sacrificio durissimo, senza precedenti, che potrebbe arrivare alla chiusura delle aziende o, quantomeno, alla serrata di gran parte delle attività produttive, commerciali e di servizio. Il presidente di Regione Lombardia lo ha chiesto nel tentativo di interrompere in tempi rapidi l’escalation dei numeri di questa epidemia che – diciamolo – molti di noi avevano inizialmente sottovalutato. A pochi giorni dall’inizio della diffusione del Covid-19 c’era chi invocava un immediato ritorno alla “normalità”; di contro, molti avevano capito che indietro non si sarebbe tornati.

Ogni ulteriore giorno di indecisione rischia oggi di aumentare l’onda lunga di questa emergenza nazionale e mondiale, con effetti inimmaginabili non solo per la salute delle persone, ma anche per la tenuta delle nostre aziende. In questo momento, le attività più a rischio sono – come accade di frequente – le piccole imprese: non tutte hanno risorse finanziare, dotazioni tecnologiche avanzate, dimensioni organizzative tali da poter affrontare con soluzioni alternative a quelle “normali” un periodo lungo di incertezza, contingentamento e ridimensionamento delle proprie attività. Le attività manifatturiere, i servizi alla persona, le attività artigianali non hanno la possibilità – se non limitatamente – di applicare le soluzioni dello smartworking o della digitalizzazione delle attività produttive. Nonhanno personale sufficiente per alternarlo in caso di necessità su più turni di lavoro e, in una situazione di ristrettezza creditizia, non hanno una disponibilità finanziaria immediata per far fronte a tutti gli impegni, a cominciare da quelli fiscali e contributivi.

Comprendiamo però che è il momento di prendere decisioni forti e responsabili. I titolari delle piccole imprese, i loro familiari impegnati in azienda e i loro collaboratori hanno sempre dimostrato in larga maggioranza un grande senso di responsabilità, l’attaccamento a questa terra e il coraggio che ha sempre permesso alle aziende di non cedere alle difficoltà. Facciamo prevalere, ancora una volta, questo senso di appartenenza e di comunità. Accettiamo e accetteremo quindi con profondo senso civico qualunque decisione che le autorità regionali e nazionali assumeranno per fermare il Coronavirus, nella speranza di poter ripartire quanto prima con una nuova consapevolezza di noi e del nostro fare impresa in un tempo complesso e sfidante. Comprendiamo le difficoltà in cui si trovano i nostri governanti, i dubbi e le decisioni complesse che dovranno adottare in condizioni di grande di incertezza.

Seppure la navigazione delle aziende in questo periodo sia a vista, e nonostante si arrivi da un periodo difficile dal punto di vista congiunturale, quanto sta succedendo ci fa capire «che dobbiamo da ora in poi farci trovare più pronti dal punto di vista dell’accostamento al digitale, di una migliore organizzazione interna, della gestione delle buone prassi, della patrimonializzazione aziendale e del cambiamento delle strategie per superare la stretta sempre più rigida sul credito».

«Non saremo più quelli di prima». Così ci parlano in questi giorni gli imprenditori che contattano Confartigianato e le strutture di servizio di Artser, società che fino a oggi – pur avendo attuato misure di continuità dei servizi e salvaguardia della salute dei collaboratori – ha deciso di rimanere operativa nelle sue sedi per garantire la vicinanza alle proprie imprese. Sono giorni di concitazione: dalle aziende non raccogliamo solo centinaia e centinaia di richieste di assistenza per la gestione delle necessità organizzative e amministrative, ma anche il bisogno di un confronto per affrontare le decisioni difficili e «guardare al bene comune come al bene supremo, nonostante la concreta preoccupazione di vedere scivolare via il sacrificio di un’intera vita».

Per questo Confartigianato chiede che, insieme alle decisioni giuste che saranno prese per il bene di tutti, vengano adottati da subito provvedimenti avveduti a sostegno dell’imprenditorialità: attivazione della cassa integrazione in deroga, dilazione delle scadenze dei mutui, rinvio delle scadenze fiscali e contributive, innesti di liquidità. Il sacrificio, costosissimo, che compiremo oggi dovrà trovare il sistema Paese pronto a sostenerlo nel modo più efficace e solido possibile. Mauro Colombo Direttore generale Confartigianato Imprese Varese

Pubblicato il 11 Marzo 2020
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