Il virus non è ancora sconfitto e Alessandro è ormai stremato
Ci aveva raccontato la sua tremenda esperienza di ricoverato in ospedale a Varese. Dopo 26 giorni di isolamento in casa, i tamponi sono risultati ancora positivi

Ancora positivo. Alessandro Mele, dopo 46 giorni, non ha ancora sconfitto quel virus che lo ha costretto a 20 giorni di ricovero temendo di non uscirne vivo. Una battaglia impegnativa che alla fine aveva vinto uscendo dall’ospedale per far rientro nella sua abitazione.
Il giorno delle dimissioni, però, Alessandro ancora non sapeva che il suo calvario non era finito. A due settimane dalle dimissioni, ci aveva detto:
«Mi sono, però, reso subito conto dell’enorme differenza che c’è tra ospedale e territorio. Da una parte la perfezione con medici, infermieri e personale in genere disponibili, attenti, rincuoranti. Da quando sono tornato nella mia stanza di 9 metri quadri, chiuso e a distanza, non ho mai sentito una telefonata da parte di Ats Insubria anche solo per sapere come stavo».
Alessandro, chiuso nella sua stanza di 9 metri quadrati, tenuto a distanza da sua moglie e sua figlia, sta vivendo con grande tensione l’evoluzione della malattia. Isolato, senza avere notizie, lottando a ogni chiamata per avere informazioni della sua situazione, per richiedere il doppio tampone previsto e poi per conoscere i risultati, vive giorni di grande difficoltà, soprattutto psicologica.
Poco prima di ricevere la telefonata con l’esito del suo doppio tampone avvenuto la scorsa settimana, ci aveva scritto.
«E’ VERGOGNOSO , non avere ancora notizie in merito ai tamponi effettuati in data 15 e 16 aprile scorso. Vi chiedo scusa per lo sfogo ma dopo 20 giorni di ospedale e 26 giorni di isolamento forzato in una cameretta di 9 mq mi sono rotto. Oltre alla malattia fisica si sottovaluta l’aspetto psicologico anch’esso devastante.
Penso di averne avuto abbastanza.
Denuncio il presente fatto con la speranza e l’auspicio di rendere pubblica l’inefficienza del Servizio Sanitario Territoriale
Grazie»
La solitudine che questo virus crea diventa così un problema nel problema. La mancanza di un filo diretto, di un numero dedicato crea ulteriore angoscia e frustrazione.
Dopo 46 giorni di malattia, Alessandro è sempre più stremato.
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