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Sicurezza, costi, pedagogia: le sfide per riaprire le materne

In attesa del provvedimento regionale che chiarisca le regole per i Campi estivi, gli asili Fism si confrontano e mappano le esigenze delle famiglie

campi estivi infanzia

Le riunioni si susseguono una dietro l’altra, freneticamente, da una piattaforma all’altra. Ieri sera (lunedì 25 maggio) si sono confrontate le presidenti delle scuole dell’infanzia paritarie di Varese, l’altro giorno oltre cento coordinatrici di asili su tutta la provincia. E poi i singoli tavoli trasversali, scuola per scuola, comune per comune fino al piano regionale.
“C’è tanta voglia di riaprire le scuole, tanto interesse tanta collaborazione da parte di maestre e operatori di settore, ma anche da parte dei sindaci – assicura la presidente provinciale della Fism (Federazione italiana scuole materne), Maria Chiara Moneta – ma per preparare una proposta per le famiglie ci manca il provvedimento di Regione Lombardia che renda operative le linee guida per i campi estivi approvati dieci giorni fa a livello nazionale”.

Le esigenze delle famiglie

In attesa di avere regole chiare cui fare riferimento la Fism di Varese ha inviato alle famiglie dei suoi 160 asili convenzionati un questionario per sondare le esigenze delle famiglie riguardo all’estate (come avevano fatto settimana scorsa gli oratori di Varese). “La maggior parte delle nostre scuole aveva la consuetudine di proporre ai suoi bambini un campo estivo durante le vacanze, e molte vorrebbero riaprire a partire da questo servizio di cui i genitori, che devono tornare o sono già tornati al lavoro, hanno spesso bisogno – spiega la Moneta – ma per farlo abbiamo bisogno di sapere il prima possibile a quali regole fare riferimento”.

La sicurezza

Garantire la sicurezza dei bambini e del personale è prioritario: “Abbiamo già preso accordi con una ditta per essere riforniti di “Thermo scan” per rilevare la temperatura, stiamo ipotizzando come allestire le aule in maniera minimale per garantire la pulizia di ogni oggetto e superficie, mentre per le mascherine vorremmo dotare le maestre di quelle con la parte anteriore trasparente, perché i bambini possano vedere i loro sorrisi ed essere rassicurati da questo”, racconta la Moneta. “Siamo pronti a investire un po’ di più per la qualità dei dispositivi – afferma – ma serve tempo per approvvigionarsene”

Pedagogia del rientro

I bambini che torneranno in asilo, dopo tre mesi di assenza, troveranno condizioni molto diverse da quelle cui erano abituati: non ci sarà il grande gruppo, e magari nel piccolo gruppo non sarà presente l’amichetto del cuore.
Per i bambini il gioco è una cosa seria, va gestito con cura – precisa la Moneta – per questo serve anche una formazione pedagogica e psicologica specifica per le maestre  per affrontare al meglio questa particolarissima e inedita situazione”. allo studio di una specifica commissione pedagogica anche i disegni che dovranno spiegare ai bambini nuove regole e nuove routine “perché siano attrattivi e mai spaventosi”.

I costi

Se le linee guida nazionali ipotizzano per la fascia 3-6 anni il rapporto di un educatore ogni 5 bambini, i costi del servizio campo estivo saranno maggiori rispetto agli anni passati, quando il rapporto di legge era di un educatore ogni 15 bambini (e il costo del campo estivo era attorno ai 100 euro a settimana a bambino) . “Non possiamo scaricare questo maggiore costo tutto sulle famiglie, non sarebbe sostenibile – spiega la Moneta – possiamo anche pensare di offrire un servizio leggermente in perdita, ma è essenziale che i fondi stanziati a livello nazionale per questo servizio arrivino a chi lo garantisce in maniera proporzionata e in tempi certi”, aggiunge con riferimento all’annunciato fondo di 250 milioni per i Comuni.

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Pubblicato il 26 Maggio 2020
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