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Marco Colombo e l’orgoglio varesotto contro Report: “A testa alta contro chi infanga questa terra”

Il consigliere regionale attacca la trasmissione di inchiesta di Rai Tre che nelle scorse puntate ha dedicato ampio spazio alle vicende giudiziarie che stanno emergendo attorno al centrodestra

Marco colombo sesto calende

Il consigliere regionale della Lega ed ex-sindaco di Sesto Calende rivendica l’orgoglio di essere varesotto dopo le due puntate di Report che hanno puntato i fari sulle amministrazioni di centrodestra in Lombardia, da quella regionale a quelle locali. Colombo difende anche Terra Insubre, l’associazione culturale fondata da Andrea Mascetti e ritenuta una sorta di centro di potere dal giornalista Giorgio Mottola che ha condotto l’inchiesta sul campo e Sigfrido Ranucci che conduce la trasmissione di inchiesta. Di seguito la lettera

Premetto che ho massimo rispetto e fiducia nella giustizia, che farà il suo corso, e stabilirà se certi comportamenti sono da condannare secondo la legge; credo che ogni eventuale irregolarità accertata, a maggior ragione se a commetterla è chi fa politica, vada perseguita con il massimo rigore.

Da varesotto, da imprenditore, da politico leghista e da iscritto all’associazione Terra Insubre, mi sono sentito offeso e ferito da quel che ho visto a Report nelle ultime puntate, e dall’immagine che è stata fatta passare della mia terra.

E’ per questo che non posso non fare alcune considerazioni per dare la mia personale visione e contribuire ad un dibattito meno sensazionalistico e più ragionato su tutte le vicende che sono state, molto forzatamente, messe in fila dalla trasmissione Rai, che fino a prova contraria finanziamo anche noi cittadini della provincia di Varese con il canone.

Da varesotto non posso accettare che la mia terra, la Provincia di Varese, venga portata alla ribalta nazionale come luogo in cui proliferano indisturbate la ‘ndrangheta, la corruzione e una politica sporca che non guarda in faccia a nessuno. Non nego che siano problemi da affrontare, ma le istituzioni lo fanno quotidianamente, con la serietà che le contraddistingue. Ma è una narrazione che offende e umilia un popolo serio, coerente, laborioso, che ha creato benessere e ricchezza per la Lombardia e per tutto il Paese. Lo siamo ancora oggi e dobbiamo difenderci da queste allusioni. Varese è la provincia con le ali, è una delle culle dell’export, è una terra di gente che da sempre guarda e cerca nuovi orizzonti. Sempre con il naso all’insù, dal 1910 facciamo volare dei pezzi di legno, e ora di leghe speciali di alluminio, per i cieli del mondo. Gente che vive sempre a testa alta.

Da imprenditore, non posso tollerare che venga fatto passare il messaggio che in provincia di Varese per lavorare si debbano pagare tangenti o decime. Gli imprenditori varesotti hanno sempre gestito le loro aziende con gli insegnamenti (e con qualche sano ceffone) dei propri padri e dei propri nonni, all’insegna della fatica, del sudore, della lealtà e della correttezza con i propri dipendenti e clienti. Perché è questo il DNA vincente dei nostri imprenditori. Lavoro, famiglia e comunità sono i valori che ci guidano. La solidarietà è un tratto distintivo della nostra gente.

Da ingegnere, non posso riconoscermi in una narrazione secondo cui i professionisti sono asserviti ad un sistema di potere criminale. La provincia di Varese non è questa. C’è stata qualche mela marcia, come in tutti i campi e in tutti i territori, ma il mondo dell’imprenditoria e delle professioni è un’eccellenza nazionale che non può essere simboleggiata da rari episodi incresciosi.

Da politico, dato che ho la fortuna e il privilegio di farlo, potendomi permettere di sottrarre del tempo alla mia azienda per poter dare il mio contributo al servizio della comunità, sono rimasto turbato. Da 12 anni ormai faccio politica attiva, con la schiena dritta, senza mai ombre, amministrando seriamente con il classico modo di fare politica per il popolo. La politica come “più alta forma di carità”, come diceva Paolo VI. Da cristiano mi riconosco in questa frase, e come me la maggior parte dei politici della provincia di Varese, di tutti gli schieramenti. Poi qualcuno ha confessato di essere disonesto, e pagherà per questo.

Da Leghista, non posso accettare una tale macchina del fango che offende nel profondo consiglieri comunali, sindaci, parlamentari e amministratori onesti che ogni giorno lavorano per il bene della comunità. Non posso accettare accostamenti a un mondo che non appartiene agli ideali e alla cultura della Lega, fatta di uomini come Giancarlo Giorgetti, sulla cui integrità morale non vi è dubbio alcuno: tentano di colpirlo in tutti modi, rappresentando amicizie e rapporti clientelari che nulla hanno a che vedere con la sua persona, un malaffare che forse appartiene ad altri ma di certo non a Giancarlo Giorgetti né ad Andrea Mascetti.

Da iscritto a Terra Insubre, non posso accettare che venga descritta come un’associazione lobbista. Nel solco del nostro fondatore l’avvocato Andrea Mascetti, a cui va tutta la nostra stima e riconoscenza, abbiamo lavorato, raccolto testimonianze, fatto cultura per cercare di lasciare dei semi e degli spunti positivi nelle giovani generazioni, per trasmettere la conoscenza dei nostri antenati e le nostre tradizioni, perché le radici profonde non gelano mai.

Anche questa è la provincia di Varese in cui mi riconosco. Ed è per tutelarla e valorizzarla che continuerò a battermi, sfidando anche le semplificazioni e le generalizzazioni di chi, per ragioni politiche ed ideologiche, vuole attaccare la mia terra e la mia Lombardia.

Lo farò con orgoglio da varesotto e leghista, con disciplina e onore da politico, con coraggio da imprenditore, con competenza da professionista, con passione da iscritto a Terra Insubre. Sempre a testa alta.

Pubblicato il 28 Ottobre 2020
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